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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

Specie spinose e velenose, che si selezionano soprattutto con carichi elevati, servono<br />

a difendere il manto dagli erbivori stessi. Specie aromatiche o a fioritura appariscente<br />

fungono da richiamo per erbivori e insetti pronubi. Infine, vi sono elementi che svolgono<br />

un’azione di stimolo verso altre specie, mettendo loro a disposizione acqua, nutrienti o<br />

sostanza organica, o creando microambienti propizi alla germinazione di semi dormienti.<br />

Il quadro sintetico delle funzioni specifiche svolte dai cotici è proposto in tabella 9.1.<br />

9.2. La funzione protettiva<br />

La funzione protettiva consta di molteplici azioni, alcune delle quali ascrivibili alla<br />

componente ipogea del sistema, altre alla componente aerea o a entrambe. Le funzioni<br />

riconducibile alla parte ipogea sono collegabili alla mancanza di disturbo del suolo e<br />

all’accumulo in esso di energia sottoforma di materia organica. Ciò va a incrementare la<br />

fertilità chimica, fisica e biologica della matrice. I substrati sono di norma contraddistinti<br />

da ottime condizioni strutturali, equilibrato rapporto tra macro e micro-porosità, buona<br />

permeabilità e capacità di ritenzione idrica, elevato potenziale di scambio cationico<br />

e altri caratteri favorevoli all’attività delle radici e delle comunità biotiche ospiti. La<br />

spiccata attitudine a trattenere nel profilo gli elementi nutritivi, unita all’intensa attività<br />

radicale determinata dal notevole sviluppo degli apparati ipogei e dalla presenza stabile<br />

di una copertura composta da numerose specie con diverse esigenze nutritive, consente<br />

di limitare la dispersione nell’ambiente degli elementi minerali, in particolare dei più<br />

mobili e abbondanti come azoto e fosforo. La loro lisciviazione è così mantenuta su<br />

livelli comparabili o di poco inferiori a quelli dei sistemi naturali forestali, nonostante il<br />

maggior drenaggio idrico. Aumenta anche la capacità di trattenere e degradare molecole<br />

organiche, quali quelle dei prodotti antiparassitari.<br />

La combinazione fra l’ottimale strutturazione fisica del suolo e la presenza permanente<br />

del manto vegetale ha ripercussioni positive anche sulla stabilità dei versanti. Rispetto<br />

alle coltivazioni in regime arativo, viene attutita l’azione battente delle acque meteoriche<br />

sulle particelle terrose e aumentano la trattenuta e l’infiltrazione, con riduzione del ruscellamento<br />

e dell’erosione 25 . In uno studio effettuato da Bunza (1989) sono stati misurati coefficienti<br />

di deflusso del 43%, 52% e 85% nell’ordine per un prato, un pascolo e un terreno<br />

nudo 26 . In altri lavori sono state stimate le perdite di suolo, osservando nei cotici livelli<br />

inferiori del 63-99% rispetto agli arativi, secondo le situazioni. L’azione antierosiva è<br />

ovviamente molto condizionata dalla fittezza del cotico e dalle modalità di gestione, oltre<br />

che da fattori climatici, topografici, pedologici, vegetazionali e antropici extra-agricoli 27 .<br />

25 In un cotico chiuso di graminacee di biomassa pari a 2,25 t/ha la dissipazione dell’energia cinetica delle<br />

gocce di pioggia è del 95% (fonte FAO, 1967) e la quantità di acqua trattenuta può essere equivalente ad una<br />

precipitazione di 4-5 mm.<br />

26 L’erosione può essere stimata per mezzo dell’equazione universale (USLE). Nella versione di Wischmeier<br />

assume la forma:<br />

A = 2,24 RKLSCP<br />

dove A è l’erosione annuale media e i sei fattori che la definiscono sono l’aggressività della pioggia (R), l’erodibilità<br />

del suolo (K), l’influenza della lunghezza della pendice (L), l’influenza della pendenza (S), l’influenza della copertura<br />

vegetale (C) e l’influenza delle tecniche di regimazione (P).<br />

27 Tra i fattori i fattori climatici il più importante è la pioggia, i cui effetti sono valutati attraverso l’indice di<br />

erosività, strettamente dipendente dall’intensità massima. La pioggia è tanto più pericolosa quanto più è intensa,

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