Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

29.05.2013 Views

145 PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO rinnovazioni di larice e pino cembro. La contesa tra queste aghifoglie è decisa dalle condizioni climatiche che, regolando l’accumulo di sostanza organica nel suolo e la sua evoluzione, fissano gli equilibri tra il più esigente e sciafilo abete rosso e i più pionieri ed eliofili larice e pino cembro. Ingressioni di questi, soprattutto di larice, nella pecceta e anche nelle foreste di latifoglie sono pertanto piuttosto comuni nei siti sottoposti ad esbosco o dirado, naturale o artificiale. Meno importante nel differenziare i popolamenti dell’abete rosso è la litologia del suolo. Le cenosi più espressamente carbonatiche sono più xeromorfe e instabili, ostentando maggiori coperture di pino silvestre e pino mugo e confluendo al crescere delle condizioni di xericità nei corrispondenti syntaxa. Risalendo dunque la fascia boreale, la foresta chiusa e scura della pecceta, con gli strati inferiori ridotti spesso alla sola coltre muscinale, si risolve gradualmente nelle formazioni aperte e luminose del larice e del pino cembro, dal sottobosco fitto e variegato, suscettibile di trasformarsi in un vero e proprio cotico erboso se sottoposto a pascolamento. La loro collocazione nella suballeanza (o alleanza) del Rhododendro-Vaccinion è giustificata proprio dalla similitudine del sottobosco con le lande di ericacee soprastanti. Lo strato arboreo può essere misto o puro, in relazione alla fase dinamica e al clima. Avendo maggiore capacità colonizzatrice e maggiore esigenza di luce, il larice s’insedia per primo, originando popolamenti puri o quasi che, sui versanti meglio esposti e nei siti interessati da periodiche distruzioni, possono anche assumere carattere di stabilità. Di norma, tuttavia, soprattutto in condizioni climatiche più severe come quelle delle stazioni elevate e settentrionali dei distretti endalpici, viene gradualmente affiancato dal pino cembro (esclusivo del distretto endalpico) e si costituiscono comunità miste o, più di rado, cembrete pure. In linea di massima, un’alta partecipazione di larice indica situazioni giovanili o degradate; viceversa, un’alta frequenza di pino cembro è manifestazione di maturità e naturalità, oltre che di accentuata continentalità. Come la pecceta, queste formazioni hanno il loro ambiente elettivo nei substrati silicatici, ma s’impostano pure nelle zone calcaree, dove però subiscono la concorrenza dei consorzi di Erico-Pinion mugo, verso i quali tendono a confluire. 7.5. La vegetazione arbustiva La vegetazione arbustiva si rinviene nella porzione estrema della fascia boreale come vegetazione climatogena di interposizione tra le foreste di aghifoglie e le praterie naturali. Si può tuttavia presentare come compagine durevole pressoché in tutte le fasce altitudinali, nei luoghi in cui condizioni climatiche o edafiche particolari rendono problematica la strutturazione a bosco. Dal punto di vista sintassonomico si hanno notevoli affinità con le formazioni forestali di contatto, con confluenze già ai più bassi livelli della struttura gerarchica. L’espressione climatogena per antonomasia è la landa di ericacee della suballeanza del Rhododendro-Vaccinion. La strettissima parentela con i consorzi forestali del larice e del pino cembro è evidenziata dalla comune appartenenza all’associazione del Rhododendro-Vaccinietum, che viene così ad articolarsi nelle tre subassociazioni forestali già citate (laricetosum, cembretosum e mugetosum) e in una arbustiva, identificata come extrasilvaticum. Maggiore diviene qui il ricoprimento di specie erbacee e arbustive indicatrici di clima più rigido, quali Loiseleuria procumbens e Vaccinium uliginosum,

Fausto Gusmeroli che si aggiungono agli altri mirtilli e al brugo. Il popolamento si sviluppa pienamente sui versanti esposti a nord, ombrosi, freschi e lungamente innevati, dove Rhododendron ferrugineum, piuttosto sensibile al freddo invernale, trova protezione. Pur essendo prettamente acidofilo, si può ritrovare anche nelle zone calcaree, ma solo in terreni evoluti e lisciviati. Diversamente lascia il posto ad una landa calcicola, classificabile nell’alleanza dell’Ericion carneae. Ricca in particolare di Erica carnea e con Rhododendron hirsutum a sostituire il rododendro ferrugineo, questa comunità ha per altro marcata propensione ad evolversi nella mugheta. Nelle stazioni più xeriche e continentali della montagna silicea, Rhododendro-Vaccinion è invece sostituito da altre compagini di Vaccinio-Piceetalia: Loisleurio-Vaccinion e Juniperion nanae. La prima ricopre i suoli dei crinali e dossi battuti dal vento della fascia alpica, dove la coltre nevosa permane poco o per nulla, determinando condizioni di microtermia, gelo invernale, eliofilia e disseccamento estivo proibitive per il rododendreto. L’alleanza comprende due associazioni ben caratterizzate: Loiseleurio-Cetrarietum e Empetro-Vaccinietum. Loiseleurio-Cetrarietum occupa i siti estremi e identifica il microarbusteto a dominanza di Loiseleuria procumbens, piccola pianta a spalliera capace di sopportare temperature bassissime (– 60°C) e la forte traspirazione indotta dal vento. Una consistente comunità lichenica (principalmente generi Alectoria, Cetraria e Cladonia) accompagna l’arbusto, soprattutto alle quote superiori, mentre il contingente vascolare è ridottissimo. Empetro-Vaccinietum predilige ambienti meno severi, di transizione verso il rododendreto, e ostenta una maggiore dotazione di arbusti secondari, in particolare Empetrum ermaphroditum 10 . Come si vedrà più avanti, nella montagna calcarea l’equivalente ecologico di questi popolamenti è l’elineto. Juniperion nanae s’imposta sui pendii più caldi, illuminati e meno innevati, sempre in terreni a reazione acida. Nell’alleanza sono riunite le formazioni xeriche a Juniperus nana, cui si accompagnano Arctostaphylos uva-ursi, Calluna vulgaris e Vaccinium vitis-idaea, il più xerofilo tra i mirtilli. La dominanza di uva ursina contraddistingue le stazioni più elevate e illuminate, mentre quelle meno secche e basse tendono ad avere maggiore partecipazione di brugo. Nella fascia boreale è possibile la loro strutturazione a bosco di larice, alla stregua dei rododendreti. Sui pendii più secchi e assolati, anche a di bassa quota, soprattutto nel dominio delle pinete più termofili e nei luoghi disturbati da incendi o pascolo ovino, Juniperus nana è vicariato da J. sabina e, secondariamente, J. communis. Il popolamento si pone in stretta contiguità floristica con i boschi dell’Ononido-Pinion e come loro è attribuito alla classe di Pino-Junipereta, alleanza dello Juniperion sabinae. Di estensione sempre modesta, ha struttura orizzontale a mosaico con le praterie steppiche e le pinete. Nelle matrici carbonatiche le formazioni arbustive largamente più diffuse sono le mughete, importanti per il consolidamento di detriti e colate. Esponente peculiare è Pino mugo ssp mugo, facilmente distinguibile dalla sottospecie uncinata per il comportamento prostrato, che conferisce al popolamento l’aspetto di fitta e bassa boscaglia. Si riconoscono due tipi di mughete carbonatiche, già incontrate in precedenza: una collegata sintassonomicamente alla pineta di Erico-Pinion mugo, l’altra alla landa di Ericion car- 10 Alcuni autori collocano Loiseleurio-Cetrarietum nella classe Caricetea curvulae, considerandola una subassociazione del Caricetum curvulae (subs. loiselerietosum) o associazione indipendente (Loiseleurio-Caricetum curvulae). Empetrum ermaphroditum è invece posto anche nell’alleanza del Rhodendro-Vaccinion. 146

Fausto Gusmeroli<br />

che si aggiungono agli altri mirtilli e al brugo. Il popolamento si sviluppa pienamente<br />

sui versanti esposti a nord, ombrosi, freschi e lungamente innevati, dove Rhododendron<br />

ferrugineum, piuttosto sensibile al freddo invernale, trova protezione. Pur essendo prettamente<br />

acidofilo, si può ritrovare anche nelle zone calcaree, ma solo in terreni evoluti e<br />

lisciviati. Diversamente lascia il posto ad una landa calcicola, classificabile nell’alleanza<br />

dell’Ericion carneae. Ricca in particolare di Erica carnea e con Rhododendron hirsutum<br />

a sostituire il rododendro ferrugineo, questa comunità ha per altro marcata propensione<br />

ad evolversi nella mugheta.<br />

Nelle stazioni più xeriche e continentali della montagna silicea, Rhododendro-Vaccinion<br />

è invece sostituito da altre compagini di Vaccinio-Piceetalia: Loisleurio-Vaccinion<br />

e Juniperion nanae. La prima ricopre i suoli dei crinali e dossi battuti dal vento della<br />

fascia alpica, dove la coltre nevosa permane poco o per nulla, determinando condizioni<br />

di microtermia, gelo invernale, eliofilia e disseccamento estivo proibitive per il rododendreto.<br />

L’alleanza comprende due associazioni ben caratterizzate: Loiseleurio-Cetrarietum<br />

e Empetro-Vaccinietum. Loiseleurio-Cetrarietum occupa i siti estremi e identifica<br />

il microarbusteto a dominanza di Loiseleuria procumbens, piccola pianta a spalliera capace<br />

di sopportare temperature bassissime (– 60°C) e la forte traspirazione indotta dal<br />

vento. Una consistente comunità lichenica (principalmente generi Alectoria, Cetraria e<br />

Cladonia) accompagna l’arbusto, soprattutto alle quote superiori, mentre il contingente<br />

vascolare è ridottissimo. Empetro-Vaccinietum predilige ambienti meno severi, di transizione<br />

verso il rododendreto, e ostenta una maggiore dotazione di arbusti secondari,<br />

in particolare Empetrum ermaphroditum 10 . Come si vedrà più avanti, nella montagna<br />

calcarea l’equivalente ecologico di questi popolamenti è l’elineto.<br />

Juniperion nanae s’imposta sui pendii più caldi, illuminati e meno innevati, sempre<br />

in terreni a reazione acida. Nell’alleanza sono riunite le formazioni xeriche a Juniperus<br />

nana, cui si accompagnano Arctostaphylos uva-ursi, Calluna vulgaris e Vaccinium<br />

vitis-idaea, il più xerofilo tra i mirtilli. La dominanza di uva ursina contraddistingue le<br />

stazioni più elevate e illuminate, mentre quelle meno secche e basse tendono ad avere<br />

maggiore partecipazione di brugo. Nella fascia boreale è possibile la loro strutturazione<br />

a bosco di larice, alla stregua dei rododendreti. Sui pendii più secchi e assolati, anche a<br />

di bassa quota, soprattutto nel dominio delle pinete più termofili e nei luoghi disturbati<br />

da incendi o pascolo ovino, Juniperus nana è vicariato da J. sabina e, secondariamente,<br />

J. communis. Il popolamento si pone in stretta contiguità floristica con i boschi dell’Ononido-Pinion<br />

e come loro è attribuito alla classe di Pino-Junipereta, alleanza dello<br />

Juniperion sabinae. Di estensione sempre modesta, ha struttura orizzontale a mosaico<br />

con le praterie steppiche e le pinete.<br />

Nelle matrici carbonatiche le formazioni arbustive largamente più diffuse sono le<br />

mughete, importanti per il consolidamento di detriti e colate. Esponente peculiare è Pino<br />

mugo ssp mugo, facilmente distinguibile dalla sottospecie uncinata per il comportamento<br />

prostrato, che conferisce al popolamento l’aspetto di fitta e bassa boscaglia. Si riconoscono<br />

due tipi di mughete carbonatiche, già incontrate in precedenza: una collegata<br />

sintassonomicamente alla pineta di Erico-Pinion mugo, l’altra alla landa di Ericion car-<br />

10 Alcuni autori collocano Loiseleurio-Cetrarietum nella classe Caricetea curvulae, considerandola una<br />

subassociazione del Caricetum curvulae (subs. loiselerietosum) o associazione indipendente (Loiseleurio-Caricetum<br />

curvulae). Empetrum ermaphroditum è invece posto anche nell’alleanza del Rhodendro-Vaccinion.<br />

146

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!