Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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29.05.2013 Views

10 12 13 143 PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO Foreste di conifere: (10) Pineta a Pino silvestre; (11) Pinus mugo; (12) Bosco ad Abies alba; (13) Pecceta subalpina; (14) Lariceto in fase giovanile. 14 11

Fausto Gusmeroli de l’appartenenza all’ordine di Erico-Pinetalia. Il consorzio sostituisce quello del pino silvestre nella fascia boreale superiore e sui pendii detritici più instabili, mantenendone il carattere xerofilo e, naturalmente, la predilezione per le matrici carbonatiche. Se ne differenzia, oltre che per la specie del pino, per l’aggiunta nel sottobosco di elementi più spiccatamente montani, in particolare Daphne striata, Picea excelsa e Rhododendron hirsutum. Boschi a pino mugo uncinata si rinvengono, seppure con minor frequenza, anche in matrici acidofile, ma in tal evenienza sono collegati all’alleanza del Vaccinio-Piceion, suballenza Rhododendro-Vaccinion. Identificati da alcuni autori come subassociazione mugetosum del Vaccinio-Rhododendretum ferruginei, sostituiscono le comunità del larice edel pino cembro su matrici superficiali e aride, poco adatte alle due conifere. All’alleanza del Vaccinio-Piceion sono attribuite qui tutte le formazioni a dominanza di abete bianco, abete rosso, larice o pino cembro, secondo un’impostazione che oltre a privilegiare la semplicità sottolinea il carattere boreale di queste cenosi. La distinzione sistematica tra le relative categorie fisionomiche degli abieteti, peccate e larici-cembrete è fissata al rango di sottoalleanza, con nell’ordine Abieto-Piceion, Vaccinio-Piceenion e Rhododendro-Vaccinion 8 . Lariceti e cembrete sono invece separati in questo schema al taxon di subassociazione (laricetosum e cembretosum) entro l’associazione del Rhododendro-Vaccinietum. L’abieteto aggrega i popolamenti a dominanza o significativa partecipazione di Abies alba. Si tratta delle comunità più mesofile tra le aghifoglie, che fanno da cerniera tra la faggeta e la peccata, assumendo secondo le circostanze sembianze prossime all’una o all’altra 9 . Nei substrati silicatici e/o nelle vallate interne è soprattutto il più continentale abete rosso ad accompagnare l’abete bianco, mentre nei suoli carbonatici e/o distretti esalpici è il più oceanico faggio. Il baricentro distributivo degli abieteti è localizzato nella sezione inferiore della fascia boreale, ma non è raro rinvenire popolamenti anche estesi al di fuori di essa, sopra come sotto, dove l’umidità è favorevole. Per quanto riguarda la pecceta, considerata tradizionalmente climax della fascia boreale nei due differenti aspetti, montano (associazione del Piceetum transalpinum) e subalpino (associazione del Piceetum subalpinum), a dividere la sezione inferiore dalla superiore, l’elemento arboreo identificativo è Picea excelsa, variamente associato nelle forme giovanili ad altre conifere. Mentre nella pecceta montana è consentita ancora la penetrazione, soprattutto ai margini e nelle radure, delle latifoglie arboree montane più eliofile (acero, betulla, maggiociondolo, salicone, sorbo) nella subalpina questa possibilità è preclusa dalle più severe condizioni climatiche. Anche il sottobosco, dalla tipica fisionomia umico-acidofila imposta da una lettiera di aghi poco decomposta, si differenzia sensibilmente, conservando nel primo caso molti elementi erbacei mesofili (felci, Luzula nivea, Melamphyrum pratense etc.) e proponendo nel secondo elementi più microtermi, quali Rhododendron ferrigineum, Lonicera nigra, Linnaea borealis, Rosa pendulina e altri. Verso il limite superiore, gli arbusti di ericacee prendono decisamente il sopravvento, arricchendosi di mirtilli, uva ursina e brugo, alternati talvolta ad uno strato erbaceo di Calamagrostis villosa e Avenella flexuosa. La copertura arborea si dirada, favorendo 8 Altri schemi sintassonomici, senz’altro più articolati e puntuali, ma meno confacenti alle esigenze di semplicità di quest’opera, considerano queste tre entità come alleanze. 9 Alcuni autori preferiscono perciò ricondurre i popolamenti ricchi di faggio alla classe Querco-Fagetea. 144

Fausto Gusmeroli<br />

de l’appartenenza all’ordine di Erico-Pinetalia. Il consorzio sostituisce quello del pino<br />

silvestre nella fascia boreale superiore e sui pendii detritici più instabili, mantenendone<br />

il carattere xerofilo e, naturalmente, la predilezione per le matrici carbonatiche. Se ne<br />

differenzia, oltre che per la specie del pino, per l’aggiunta nel sottobosco di elementi<br />

più spiccatamente montani, in particolare Daphne striata, Picea excelsa e Rhododendron<br />

hirsutum. Boschi a pino mugo uncinata si rinvengono, seppure con minor frequenza,<br />

anche in matrici acidofile, ma in tal evenienza sono collegati all’alleanza del<br />

Vaccinio-Piceion, suballenza Rhododendro-Vaccinion. Identificati da alcuni autori come<br />

subassociazione mugetosum del Vaccinio-Rhododendretum ferruginei, sostituiscono<br />

le comunità del larice edel pino cembro su matrici superficiali e aride, poco adatte<br />

alle due conifere.<br />

All’alleanza del Vaccinio-Piceion sono attribuite qui tutte le formazioni a dominanza<br />

di abete bianco, abete rosso, larice o pino cembro, secondo un’impostazione che oltre a<br />

privilegiare la semplicità sottolinea il carattere boreale di queste cenosi. La distinzione<br />

sistematica tra le relative categorie fisionomiche degli abieteti, peccate e larici-cembrete<br />

è fissata al rango di sottoalleanza, con nell’ordine Abieto-Piceion, Vaccinio-Piceenion e<br />

Rhododendro-Vaccinion 8 . Lariceti e cembrete sono invece separati in questo schema al<br />

taxon di subassociazione (laricetosum e cembretosum) entro l’associazione del Rhododendro-Vaccinietum.<br />

L’abieteto aggrega i popolamenti a dominanza o significativa partecipazione di Abies<br />

alba. Si tratta delle comunità più mesofile tra le aghifoglie, che fanno da cerniera tra la<br />

faggeta e la peccata, assumendo secondo le circostanze sembianze prossime all’una o<br />

all’altra 9 . Nei substrati silicatici e/o nelle vallate interne è soprattutto il più continentale<br />

abete rosso ad accompagnare l’abete bianco, mentre nei suoli carbonatici e/o distretti<br />

esalpici è il più oceanico faggio. Il baricentro distributivo degli abieteti è localizzato<br />

nella sezione inferiore della fascia boreale, ma non è raro rinvenire popolamenti anche<br />

estesi al di fuori di essa, sopra come sotto, dove l’umidità è favorevole.<br />

Per quanto riguarda la pecceta, considerata tradizionalmente climax della fascia boreale<br />

nei due differenti aspetti, montano (associazione del Piceetum transalpinum) e<br />

sub<strong>alpino</strong> (associazione del Piceetum subalpinum), a dividere la sezione inferiore dalla<br />

superiore, l’elemento arboreo identificativo è Picea excelsa, variamente associato nelle<br />

forme giovanili ad altre conifere. Mentre nella pecceta montana è consentita ancora la<br />

penetrazione, soprattutto ai margini e nelle radure, delle latifoglie arboree montane più<br />

eliofile (acero, betulla, maggiociondolo, salicone, sorbo) nella subalpina questa possibilità<br />

è preclusa dalle più severe condizioni climatiche. Anche il sottobosco, dalla tipica fisionomia<br />

umico-acidofila imposta da una lettiera di aghi poco decomposta, si differenzia<br />

sensibilmente, conservando nel primo caso molti elementi erbacei mesofili (felci, Luzula<br />

nivea, Melamphyrum pratense etc.) e proponendo nel secondo elementi più microtermi,<br />

quali Rhododendron ferrigineum, Lonicera nigra, Linnaea borealis, Rosa pendulina e<br />

altri. Verso il limite superiore, gli arbusti di ericacee prendono decisamente il sopravvento,<br />

arricchendosi di mirtilli, uva ursina e brugo, alternati talvolta ad uno strato erbaceo<br />

di Calamagrostis villosa e Avenella flexuosa. La copertura arborea si dirada, favorendo<br />

8 Altri schemi sintassonomici, senz’altro più articolati e puntuali, ma meno confacenti alle esigenze di<br />

semplicità di quest’opera, considerano queste tre entità come alleanze.<br />

9 Alcuni autori preferiscono perciò ricondurre i popolamenti ricchi di faggio alla classe Querco-Fagetea.<br />

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