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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO<br />

Le boscaglie riparali, essendo legate ai corsi d’acqua e alle depressioni paludose,<br />

occupano normalmente superfici modeste, in fasce e cinture molto ristrette. Allo stato<br />

naturale sono oggi osservabili in piccoli lembi residuali, sfuggiti all’urbanizzazione e<br />

alla conversione agricola dei suoli. Si tratta di formazioni lussureggianti e molto strutturate<br />

in senso verticale e orizzontale, con lo strato arboreo composto da specie a rapido<br />

accrescimento, igrofile ed eliofile, la cui rinnovazione non avviene di norma nel<br />

sottobosco, ma necessita della distruzione della copertura legnosa. Queste dinamiche<br />

distruttive, unitamente allo stato di umidità del substrato, determinano la composizione<br />

specifica, differenziando diversi popolamenti riconoscibili per gli elementi arborei dominanti:<br />

principalmente ontano comune o nero (Alnus glutinosa), ontano bianco (Alnus<br />

incana), salice bianco (Salix alba) e frassino maggiore (Fraxinus excelsior). I consorzi<br />

a dominanza di Alnus si possono spingere fin quasi alla fascia boreale e le due specie di<br />

ontano, in particolare il bianco, possono presentarsi in purezza, oppure consociarsi ad<br />

altre latifoglie confondendosi così nelle zone più umide e basse con le formazioni più<br />

igrofili e planiziali del Salix alba, nelle matrici meno idratate e a quote superiori con<br />

quelle meno termofili e igrofili del Fraxinus excelsior. I popolamenti ad Alnus incana e<br />

Fraxinus excelsior sono classificati ordinariamente entro l’alleanza dell’Alno-Ulmion 5 ,<br />

quelle di Alnus glutinosa e Salix alba rispettivamente in Alnion glutinosae e Salicion<br />

albae.<br />

Le comunità di Fraxinus excelsior segnano il passaggio alle compagini ormai affrancate<br />

dalle condizioni di igrofilia del suolo, caratterizzate dalla presenza del faggio e dalla<br />

comune appartenenza alla classe di Querco-Fagetea. Nell’impostazione fitosociologica<br />

tradizionale, tre associazioni, ossia Orno-Ostryetum, Salvio-Fraxinetum e Fagetum silvaticae<br />

s.l., sono considerate il climax delle tre fasce bioclimatiche che compongono il<br />

dominio delle foreste di latifoglie, a sottolineare l’importanza e la diffusione di questa<br />

classe. In realtà il sistema è molto più variegato, dato che, come già sottolineato, molte<br />

espressioni non strettamente climatogene sono rese stabili da particolari condizioni ecologiche.<br />

Nell’ambito delle formazioni dominate dal faggio si riconoscono così diversi<br />

syntaxa già al rango di sotto-alleanza e nelle formazioni miste a quello di alleanza, con<br />

una proliferazione di associazioni davvero ragguardevole.<br />

Le faggete insistono soprattutto nella fascia subatlantica del settore esalpico, a clima<br />

oceanico, dove il faggio trova le condizioni ottimali per il proprio sviluppo e relega le<br />

altre specie forestali alle stazioni marginali più acquitrinose, xeriche o instabili. L’espansione<br />

verso l’alto e verso l’interno della catena è limitata dalla sensibilità della pianta alle<br />

gelate tardive e alla secchezza atmosferica, quest’ultima pregiudizievole specialmente<br />

in corrispondenza della fase di ripresa vegetativa ed emissione delle foglioline, quando<br />

è richiesto un tasso di umidità dell’aria costantemente superiore al 60%. Al crescere<br />

della partecipazione della specie, la cenosi tende a banalizzarsi, causa la fitta chioma<br />

che ostacola la penetrazione della luce e la lettiera a lenta decomposizione che ricopre<br />

densamente il terreno. La sintassonomia delle faggete non si basa su vere e proprie specie<br />

caratteristiche, quanto su gruppi ecologici, soprattutto degli strati erbacei e arbustivi,<br />

che riflettono le condizioni edafiche e climatiche. I popolamenti delle sottoalleanze<br />

di Cephalanthero-Fagenion e Luzulo-Fagenion sono propri dei siti più aridi, ritagliati<br />

5 Le formazioni dell’Alnus incana sono ricondotte da alcuni autori all’alleanza dell’Alnion incanae, mentre<br />

quelle del Fraxinus excelsior a Fraxinion excelsior o ancora ad altre alleanze.

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