Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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Fausto Gusmeroli<br />
deriva un’ulteriore accentuazione dell’eterogeneità pedoclimatica, con selezione di nuovi<br />
climax di tipo microclimatico.<br />
Il profilo altitudinale della vegetazione, così come la diffusione dei vari climax o stadi<br />
durevoli, varia naturalmente con l’orografia, il clima e la geologia del territorio. In ambito<br />
botanico e fitogeografico è usuale la distinzione per l’Italia tra Alpi occidentali e Alpi<br />
orientali ed entro i due massicci tra distretti esalpici, mesalpici ed endalpici. Il confine<br />
tra i settori occidentale e orientale segue la linea decorrente dal Passo dello Spluga al<br />
Lago di Como e ha un significato prevalentemente corologico, dato che separa gli areali<br />
di molte specie 4 . Dal punto di vista litologico si ha una netta prevalenza ad occidente<br />
delle rocce silicee e ad oriente di quelle carbonatiche, con di rimando una vegetazione<br />
a maggiore impronta acidofila nel primo caso, basifila nel secondo. La discriminante tra<br />
distretti è meno rigida e oggettiva ed è fissata essenzialmente dall’orografia e dal clima,<br />
precisamente da un gradiente crescente di altimetria e continentalità (o decrescente<br />
di oceanicità) procedendo dall’esterno all’interno della catena montuosa. I gradienti si<br />
riflettono soprattutto sulla stratificazione altimetrica, che risulta semplificata nelle situazioni<br />
estreme. Le zone esalpiche hanno fascia boreale molto ristretta e sporadica e sono<br />
prive della fascia nivale, mentre si arricchiscono della fascia mediterranea nella porzione<br />
meridionale delle Alpi occidentali (Alpi Liguri). Anche la fascia delle praterie naturali<br />
è normalmente ridotta, ma generosa di specie endemiche grazie alla permanenza nell’era<br />
del Pleistocene (Quaternario) di aree scoperte dai ghiacciai, dove trovarono rifugio<br />
antiche specie o se ne differenziarono di nuove. Per contro, abbondano le formazioni<br />
termofili e mesofile di latifoglie, specialmente della fascia collinare; solo nella parte<br />
più a est (Friuli e Veneto orientale) ricorrono popolamenti di conifere a Pinus nigra ssp.<br />
nigra (pino nero d’Austria). Nei distretti mesalpici ed endalpici la vegetazione assume<br />
un aspetto più boreale, con le foreste di latifoglie che lasciano progressivamente il posto<br />
a quelle di conifere e una maggiore estensione della fascia alpina, sormontata ora dalla<br />
fascia nivale. Nella zona mesalpica sono tipici i boschi misti di latifoglie e aghifoglie, a<br />
dominanza soprattutto di faggio (Fagus sylvatica) e abete bianco (Abies alba), meno frequentemente<br />
abete rosso (Picea excelsa) e pino silvestre (Pinus sylvestris). Nel settore<br />
endalpico le comunità si riducono alle sole resinose, con abete rosso, pino silvestre, larice<br />
(Larix decidua) e pino cembro (Pinus cembra), secondo le zone e la quota. Il margine<br />
occidentale è meno vocato per l’abete rosso, che si rinviene solo sporadicamente, mentre<br />
nelle stazioni più aride delle quote superiori il pino uncinato (Pinus mugo ssp. uncinata)<br />
sostituisce il pino silvestre.<br />
Il mosaico vegetazionale per le Alpi italiane è configurato nel prospetto di tabella 7.1<br />
e nello schema sintassonomico di tabella 7.2. Il sistema è in realtà assai più complesso<br />
di quanto qui rappresentato, dato che oltre alle comunità mature o stabili indicate, comprende<br />
le cenosi pioniere o poco stabili delle radure forestali, orletti, rocce, ghiaioni,<br />
rupi, zone umide e così via, la cui descrizione supera gli scopi della trattazione. Allo<br />
stesso modo sono ignorate le entità di significato locale, che avrebbero spostato troppo<br />
il tiro dalla visione sistemica a quella di dettaglio. Il livello sintassonomico è mantenuto<br />
al rango di alleanza, ove si ha di norma una buona concordanza tra i fitosociologi e la<br />
4 Questa separazione è dovuta alla cosiddetta “lacuna floristica” del Canton Ticino, risultato delle particolari<br />
condizioni orografiche e climatiche di questo territorio, ossia rilievi e crinali spartiacque di bassa quota e spiccata<br />
oceanicità del clima.<br />
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