Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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Fausto Gusmeroli<br />
7. IL PaEsaggIo NatUraLE<br />
7.1. I dinamismi della vegetazione<br />
Pur potendo raggiungere una composizione relativamente stabile, la vegetazione appare<br />
più spesso in continua trasformazione, in risposta a quelle che sono le modificazioni<br />
dei fattori biotici e abiotici che la controllano. Le dinamiche a carico delle specie componenti<br />
sono dette fluttuazioni quando non portano ad una trasformazione stabile della<br />
fitocenosi, come nel caso della stagionalità, le modificazioni legate al ciclo periodico<br />
annuale. Sono invece indicate come successioni allorché sono permanenti e, in tal caso,<br />
le diverse associazioni che si susseguono nel tempo sono dette stadi 1 .<br />
Le cause dei dinamismi possono essere autogene o allogene. Le successioni autogene<br />
sono determinate dalla vegetazione stessa; sono pertanto naturali e conseguono a<br />
variazioni del suolo e del microclima. Le successioni allogene sono indotte da fattori<br />
esterni, sia naturali, come alluvioni, smottamenti, interramenti dei bacini, incendi, fitofagie,<br />
parassitosi etc., sia artificiali, come il taglio del bosco, il pascolo, lo sfalcio, diserbi<br />
e così via. Un’altra distinzione importante è tra successioni progressive (o normali) e<br />
successioni regressive (o degradative), secondo che si proceda verso gradi crescenti o<br />
decrescenti di complicazione strutturale, fitomassa stabile e produzione di materia organica.<br />
Mentre le successioni normali sono lente, graduali e prevedibili e avvengono senza<br />
interferenze esterne, le regressive sono caratterizzate il più delle volte da passaggi molto<br />
bruschi e non così scontati e s’innescano per cause distruttive esterne (incendi, frane,<br />
malattie, interventi antropici o altro). Più raramente sono graduali e prevedibili, come<br />
quelle che si realizzano nel bosco messo a pascolo, dove si susseguono stadi a bosco rado<br />
e a prateria. Si possono inoltre avere successioni primarie e successioni secondarie. Le<br />
une prendono avvio in substrati geologici vergini, privi di vegetazione, e procedono senza<br />
disturbo antropico in parallelo all’evoluzione del suolo. Le altre sono ricostituzioni<br />
spontanee conseguenti alla distruzione di una fitocenosi naturale o all’abbandono di una<br />
vegetazione antropogena. Anche le rispettive vegetazioni prendono il nome di primarie e<br />
secondarie. In base alla quantità d’acqua che il suolo può mantenere, le successioni possono<br />
infine essere distinte in mesarche (o climatofile), idrarche (o edafoigrofile) e xerarche<br />
o (edafoxerofile). Nelle dinamiche mesarche, che s’impostano su suoli in moderato<br />
pendio in cui l’unica risorsa idrica sono le precipitazioni, l’elemento dominante è quello<br />
1 Il termine serie, spesso utilizzato come sinonimo di successione, riguarda più propriamente la distribuzione<br />
spaziale della vegetazione, non l’evoluzione temporale, e si riconduce dunque all’ambito disciplinare della<br />
sinfitosociologia o fitosociologia seriale. Una serie, o sigmetum, è definita da tutte le associazioni legate tra loro<br />
da rapporti dinamici di adiacenza spaziale (sia di tipo evolutivo, sia regressivo) entro una “tessella” o “unità<br />
ambientale” (land or environmental unit). La tessella (piccola tessera) è una porzione di territorio, più o meno<br />
vasta, ecologicamente omogenea e dunque che ha un solo tipo di vegetazione potenziale (si veda parte finale del<br />
paragrafo). Essa è l’unità di base del mosaico che costituisce il <strong>paesaggio</strong> vegetale. Le diverse tesselle (o serie di<br />
vegetazione) legate da rapporti catenali (contiguità spaziale) compongono il geosigmetum o geoserie, cioè l’unità di<br />
<strong>paesaggio</strong> vegetale, ambito di studio della Geosinfitosociologia o Fitosociologia catenale o Ecologia del <strong>paesaggio</strong>.<br />
A differenza quindi dei sigmeta, che hanno una relazione di dipendenza successionale, i geosigmeta sono composti<br />
da unità che per motivi climatici, edafici o geomorfologici non sono direzionate verso la medesima vegetazione<br />
potenziale.<br />
Le successioni possono essere studiate direttamente per mezzo di quadrati permanenti di superficie 1-100 m 2 in<br />
funzione del tipo di vegetazione, o indirettamente, ricostruendole a partire da osservazioni sulle diverse associazioni,<br />
di differente età, presenti in un territorio in modo frammentario o lungo specifici gradienti ecologici.ù<br />
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