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Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp

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Fausto Gusmeroli<br />

Lo scaling multidimensionale (MDS - Multidimensional scaling) comprende<br />

anch’esso una serie di tecniche, alcune metriche (MMS - Metric multidimensional scaling),<br />

strettamente correlate alla PCA nei loro algoritmi algebrici lineari, altre non metriche<br />

(NMS - Nonmetric multidimensional scaling), estranee all’autoanalisi, indicati<br />

laddove le dissimilarità o distanze non obbediscano agli assiomi metrici. Prerogativa<br />

comune è che gli ordinamenti sono prodotti a partire dalle matrici secondarie, perciò le<br />

matrici primarie possono anche essere ignote. Tra le procedura metriche spicca l’analisi<br />

delle coordinate principali (PCO o PcoA - Principal coordinates analysis), una generalizzazione<br />

della PCA che fornisce un sistema di coordinate nel quale sono preservate<br />

completamente le distanze originali e i cui primi pochi assi fornisco usualmente una<br />

buona rappresentazione di queste. Mentre nella PCA le distanze tra gli oggetti o tra le<br />

variabili sono misurate come distanze euclidee, qui è permesso l’uso di misure diverse,<br />

come la differenza percentuale. In tal caso l’analisi può risultare più efficiente della<br />

PCA, nonostante rimanga il problema degli effetti d’arco, per il controllo dei quali<br />

sono stati proposti specifici algoritmi correttivi. L’analisi può produrre autovalori negativi,<br />

i quali indicano che la matrice di partenza non è euclidea. Se questi sono pochi<br />

e modesti non rappresentano un problema, altrimenti impongono il ricorso a procedure<br />

non metriche, come NMS, che si possono applicare a qualsiasi matrice di distanza o<br />

dissimilarità 30 .<br />

I metodi non metrici usano solo le informazione di ordine di rango (dunque in matrici<br />

di dati quantitativi si ha perdita di informazione), tentando di ordinare gli oggetti in poche<br />

dimensioni, tali che l’ordine di rango nel nuovo spazio, definito comunque in forma<br />

di coordinate metriche, rispecchi il più possibile l’ordine di rango originale (la bontà della<br />

soluzione è valutata comparando le distanze di ordinamento e le originali). L’intento<br />

è di sostituire l’assunzione di linearità con una meno rigida e problematica assunzione<br />

di monotonicità, ma ciò comporta una notevole laboriosità di calcolo senza garanzia di<br />

qualità dei risultati. Questi, infatti, non solo dipendono dalla configurazione iniziale arbitraria<br />

con la quale inizia il processo iterativo, ma denunciano in genere gli stessi difetti<br />

dei metodi metrici del modello lineare, sono cioè validi per dati poco variabili e soffrono<br />

della distorsione ad arco. La ragione sta nel loro modello di risposta monotonico che,<br />

seppur migliore del modello lineare, non è comunque l’ideale per approssimare una curva<br />

ditonica qual’è la Gaussiana. I metodi non metrici possono così non giustificare la<br />

maggiore gravosità computazionale, consigliando di circoscrive il loro impiego alle sole<br />

situazioni precluse ai metodi metrici.<br />

L’analisi delle variate canoniche (CVA - Canonical variates analysis) o semplicemente<br />

analisi canonica, è una tecnica che si riconduce sia all’analisi delle componenti,<br />

sia all’analisi della varianza a più dimensioni 31 . A differenza dei precedenti ordinamenti,<br />

richiede un preventivo raggruppamento degli oggetti in due o più entità, realizzato<br />

in rapporto a criteri o regole indipendenti dai dati, e ricerca degli assi linearmente<br />

30 L’analisi delle componenti principali, l’analisi di corrispondenza, l’analisi dei fattori e delle coordinate<br />

principali generano ordinamenti che preservano direttamente o indirettamente l’informazione metrica nei dati. Essi,<br />

come visto, presuppongono l’esistenza di relazioni lineari tra le variabili e la violazione di questa condizione può<br />

creare problemi nell’interpretazione dei risultati. Minime deviazioni dalla linearità sono tollerate praticamente da<br />

tutti i metodi (robustezza), ma una forte non linearità causa le distorsioni ad arco.<br />

31 L’analisi delle variabili canoniche può essere interpretata anche come un caso particolare dell’analisi di<br />

correlazione canonica, illustrata nel capitolo seguente.<br />

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