Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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Fausto Gusmeroli<br />
scinale (più eventualmente quello epifitico). Essa si basa dunque sulle forme di crescita<br />
delle piante e si esprime come altezza e percentuale di ricoprimento di ciascun strato rispetto<br />
alla superficie del terreno. Si può raffigurare con istogrammi o transetti (si veda un<br />
esempio nella figura 5.8). La struttura orizzontale è il modo con il quale la vegetazione<br />
occupa la superficie del suolo. Si possono avere comunità continue, discontinue, lineari,<br />
puntuali etc. La sua costruzione necessita di informazioni sulla sociabilità delle specie<br />
ed altri dati relativi alla forma e sviluppo dei popolamenti.<br />
La tessitura e la corologia sono distribuzioni percentuali (spettri) delle specie riferite rispettivamente<br />
alle forme biologiche e corotipiche 20 . Si ottengono mediando aritmeticamente<br />
o ponderando (spettri ponderati) sulle abbondanze delle specie nei popolamenti o rilievi e<br />
si rappresentano mediante istogrammi o altri grafici (un esempio è proposto di figura 5.9).<br />
La biodiversità specifica, infine, è espressa per mezzo degli indici illustrati nella prima<br />
parte, mediando tra i popolamenti. Essendo, come visto, una manifestazione di ordine/disordine<br />
del sistema, la biodiversità può essere utilizzata anche per valutare il grado<br />
di omogeneità 21 delle comunità e indirettamente la bontà stessa della classificazione. Il<br />
turnover delle specie determinato attraverso l’indice di biodiversità β di Whittaker ne è<br />
un esempio. Esso coincide con l’indice di eterogeneità di Klement e cresce con la variabilità.<br />
Valori elevati a livello di ecosistema e bassi a livello di comunità sono sinonimo di<br />
buona classificazione, poiché denotano una netta separazione tra le comunità e una elevata<br />
omogeneità interna (palese è l’analogia con i metodi di Calinski-Harabasz e Podani<br />
illustrati nel paragrafo precedente).<br />
Indicatori di ordine/disordine più sofisticati e specifici per analizzare matrici sono la<br />
variabile statistica Χ 2 e la mutua entropia, per i quali si rimanda a testi dedicati.<br />
6. L’aNaLIsI ECoLogICa<br />
6.1. strategie e metodi<br />
L’analisi ecologica, ossia lo studio delle relazioni tra le biocenosi e l’ambiente, può<br />
essere realizzata secondo due strategie, una diretta, l’altra indiretta, conosciute come<br />
analisi di gradiente. Il procedimento diretto è rivolto sia allo studio della risposta delle<br />
specie presenti nei campioni alle variabili ambientali, sia, all’inverso, alla determinazione<br />
di queste ultime a partire dalla composizione specifica dei popolamenti. Nel lessico<br />
statistico le due indagini sono identificate come problemi, rispettivamente, di regressione<br />
e calibrazione. L’analisi di gradiente indiretta consiste invece nel collocare i campioni<br />
lungo assi di variazione di composizione ed interpretarli come gradienti ambientali. In<br />
termini statistici si tratta di un problema di ordinamento in senso stretto, o libero, che<br />
combina regressione e calibrazione. A questi approcci ne va aggiunto un altro più globale,<br />
noto come analisi di gradiente diretta multivariata, in cui i campioni sono ancora<br />
20 I corotipi sono aggregazioni di specie a distribuzione geografica (areale) simile e prendono normalmente il<br />
nome della regione geografica corrispondente (es. Atlantiche, Eurasiatiche, Mediterranee, Alpiche etc).<br />
21 Più rigorosamente si dovrebbe parlare di omotonia, dal momento che, di per sé, l’omogeneità non riguarda<br />
tutte le specie, ma solo quelle che distinguono tra loro i popolamenti elementari. Le due caratteristiche sono per altro<br />
normalmente confuse.<br />
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