Prati, pascoli e paesaggio alpino - SoZooAlp
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103 PRATI, PASCOLI E PAESAGGIO ALPINO tassonomia. A partire da essa sono stabilite categorie superiori e inferiori. I ranghi superiori sono l’alleanza, l’ordine e la classe, dette categorie fondamentali e la suballeanza, il sottordine e la sottoclasse, indicate come categorie accessorie. Ranghi inferiori sono la subassociazione, la variante e la facies. Una tipo di vegetazione di qualsiasi livello gerarchico è detto genericamente syntaxon. L’associazione, come già premesso, è contraddistinta da un consistente gruppo di specie distribuite più o meno congiuntamente in ciascun popolamento. Tali specie, dette discriminanti, sono esplicative delle differenze ecologiche e corologiche tra un’associazione e l’altra. Le altre entità, prive di queste prerogative, sono dette compagne o indifferenti. Le specie discriminanti possono essere ripartite in preferenziali, differenziali e caratteristiche. Le prime sono quelle presenti nell’associazione con frequenze maggiori che in ogni altro aggruppamento e sono dette elettive nel caso in cui il divario è decisamente elevato. Le differenziali distinguono l’associazione da qualsiasi altra presa singolarmente, ossia in un confronto binario. Esse non sono quindi esclusive dell’associazione e variano secondo il confronto effettuato. Le caratteristiche sono invece più o meno fisse ed esclusive e sono quelle che meglio corrispondono alle condizioni ambientali. Sono indicate come territoriali, nel caso in cui differenzino l’associazione da tutte le altre presenti in una certa area, assolute se sono limitate ad una sola associazione (o quasi) in tutto il globo. Le caratteristiche assolute esistono in pratica solo per le associazioni di ambienti estremi o endemiche legate ad ambiti molto ristretti. Entro le specie caratteristiche è altresì in uso distinguere tra caratteristiche locali, regionali e parziali. Una caratteristica locale è un’entità fedele all’associazione solo nella sua area di sovrapposizione con quella dell’associazione. Una caratteristica regionale ha fedeltà in tutta l’area di distribuzione dell’associazione, ma ha un areale più grande di quello dell’associazione. Una caratteristica parziale possiede invece un’area di distribuzione interna all’areale dell’associazione, che può essere anche più ampio di quello della specie: la sua fedeltà all’associazione non ha pertanto alcuna limitazione geografica. Per la definizione dei syntaxa superiori sono richieste, oltre alle specie caratteristiche territoriali, anche caratteristiche assolute. Il significato ecologico di questi syntaxa è più generico, in parallelo con la valenza ecologica progressivamente più ampia dei rispettivi elementi caratteristici. Tra i syntaxa inferiori, la subassociazione è data da un gruppo di popolamenti distinti da tutti gli altri dell’associazione da un buon numero di specie differenziali. Nella variante, queste sono meno numerose, mentre prendono il sopravvento entità compagne specifiche. Essa può essere subordinata direttamente all’associazione o differenziarsi nell’ambito di una subassociazione. La facies è costituita da un gruppo di popolamenti dell’associazione ad elevata abbondanza di una specie e può evidenziarsi nell’ambito dell’associazione stessa, della subassociazione o della variante. Subassociazioni e varianti stanno generalmente ad indicare situazioni di contatto tra due associazioni, come del resto le categorie accessorie rispetto alle fondamentali superiori. La ricorrenza delle specie caratteristiche, di qualsiasi tipo, nel syntaxon di appartenenza non è geograficamente uniforme. In alcuni siti dell’areale si possono pertanto avere fitocenosi povere di elementi caratteristici e in altri fitocenosi ben espresse. Il riconoscimento di un syntaxon e il suo posizionamento in un rango sintassonomico sono resi espliciti a livello nomenclaturale, secondo un codice internazionale. Questo adotta la lingua latina e deriva il nome del syntaxon da una o due delle specie più rappresentative, con l’epiteto specifico, quando indicato, trasformato al genitivo; è inoltre
Fausto Gusmeroli aggiunto il nome dell’autore e dall’anno di pubblicazione. Nel caso delle associazioni si usano solitamente due specie, la prima scelta tra quelle diagnostiche (differenziali o caratteristiche) più importanti, la seconda tra le più abbondanti (specie che determinano la fisionomia della fitocenosi). Solo per varianti e facies si ricorre ad espressioni informali del tipo variante a…, facies a…, completate rispettivamente dal nome della specie differenziale più importante o della più abbondante. Ad evitare equivoci, sono sempre precedute dal nome dell’associazione di appartenenza, come anche nel caso della subassociazione. L’appartenenza alla categoria sintassonomica è espressa da un suffisso, ovviamente diverso per ogni rango, che accompagna il nome del genere. I suffissi sono i seguenti: Classe: -etea Ordine: -etalia Alleanza: -ion Associazione: -etum Subassociazione: -etosum Per degli esempi di prospetti sintassonomici si vedano le tabelle 7.2 e successive. Il nome del syntaxon non costituisce di per sé una diagnosi della vegetazione cui è riferito, non evocando di norma compiutamente neppure la semplice fisionomia. La rappresentazione esaustiva è data unicamente dalla tabella fitosociologica analitica. Nel caso dell’associazione, essa riporta la composizione floristica dei popolamenti elementari che la costituiscono, con le specie elencate con i rispettivi indici di abbondanza-dominanza della scala di Braun-Blanquet, le frequenze nei rilievi e le classi di frequenza così definite: classe I: specie presente fino nel 20% dei rilievi classe II: specie presente nel 20-40% dei rilievi classe III: specie presente nel 40-60% dei rilievi classe IV: specie presente nel 60-80% dei rilievi classe V: specie presente nel 80-100% dei rilievi Le specie sono ordinate in maniera da mettere in evidenza le caratteristiche di associazione e dei ranghi superiori. Per ogni rilievo sono inoltre indicati i dati stazionali (altitudine, inclinazione ed esposizione) e la ripartizione negli strati di vegetazione (muscinale, erbaceo, arbustivo, arboreo). Tanto più i rilievi sono numerosi, quanto più la tabella è significativa: cinque-dieci rilievi sono ritenuti i minimi per vegetazioni piuttosto uniformi. Tabelle molto grandi sollevano problemi di spazio. In tale evenienza si può ricorrere alla tabella sintetica, che riporta semplicemente le classi di frequenza. Più tabelle sintetiche formano una tabella sinottica, utile per confronti. Un’altra soluzione, non così estrema, è la combinazione caratteristica specifica, definita come un insieme specifico completo, comprendente tutte le specie discriminanti (caratteristiche e differenziali) e le specie compagne cosiddette costanti, ossia ad elevata frequenza (maggiore del 40%, o del 60% secondo Braun-Blanquet). Con le specie discriminanti, esse vengono talvolta indicate come diagnostiche. Raabe invece propone una combinazione caratteristica nella quale non si distingue tra specie discriminanti e compagne, ma sono considerate semplicemente le più frequenti, numericamente pari al numero medio di specie per rilievo. 104
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Fausto Gusmeroli<br />
aggiunto il nome dell’autore e dall’anno di pubblicazione. Nel caso delle associazioni si<br />
usano solitamente due specie, la prima scelta tra quelle diagnostiche (differenziali o caratteristiche)<br />
più importanti, la seconda tra le più abbondanti (specie che determinano la fisionomia<br />
della fitocenosi). Solo per varianti e facies si ricorre ad espressioni informali del<br />
tipo variante a…, facies a…, completate rispettivamente dal nome della specie differenziale<br />
più importante o della più abbondante. Ad evitare equivoci, sono sempre precedute<br />
dal nome dell’associazione di appartenenza, come anche nel caso della subassociazione.<br />
L’appartenenza alla categoria sintassonomica è espressa da un suffisso, ovviamente<br />
diverso per ogni rango, che accompagna il nome del genere. I suffissi sono i seguenti:<br />
Classe: -etea<br />
Ordine: -etalia<br />
Alleanza: -ion<br />
Associazione: -etum<br />
Subassociazione: -etosum<br />
Per degli esempi di prospetti sintassonomici si vedano le tabelle 7.2 e successive.<br />
Il nome del syntaxon non costituisce di per sé una diagnosi della vegetazione cui è<br />
riferito, non evocando di norma compiutamente neppure la semplice fisionomia. La rappresentazione<br />
esaustiva è data unicamente dalla tabella fitosociologica analitica. Nel caso<br />
dell’associazione, essa riporta la composizione floristica dei popolamenti elementari che<br />
la costituiscono, con le specie elencate con i rispettivi indici di abbondanza-dominanza<br />
della scala di Braun-Blanquet, le frequenze nei rilievi e le classi di frequenza così definite:<br />
classe I: specie presente fino nel 20% dei rilievi<br />
classe II: specie presente nel 20-40% dei rilievi<br />
classe III: specie presente nel 40-60% dei rilievi<br />
classe IV: specie presente nel 60-80% dei rilievi<br />
classe V: specie presente nel 80-100% dei rilievi<br />
Le specie sono ordinate in maniera da mettere in evidenza le caratteristiche di associazione<br />
e dei ranghi superiori. Per ogni rilievo sono inoltre indicati i dati stazionali<br />
(altitudine, inclinazione ed esposizione) e la ripartizione negli strati di vegetazione (muscinale,<br />
erbaceo, arbustivo, arboreo).<br />
Tanto più i rilievi sono numerosi, quanto più la tabella è significativa: cinque-dieci<br />
rilievi sono ritenuti i minimi per vegetazioni piuttosto uniformi. Tabelle molto grandi<br />
sollevano problemi di spazio. In tale evenienza si può ricorrere alla tabella sintetica, che<br />
riporta semplicemente le classi di frequenza. Più tabelle sintetiche formano una tabella<br />
sinottica, utile per confronti. Un’altra soluzione, non così estrema, è la combinazione<br />
caratteristica specifica, definita come un insieme specifico completo, comprendente tutte<br />
le specie discriminanti (caratteristiche e differenziali) e le specie compagne cosiddette<br />
costanti, ossia ad elevata frequenza (maggiore del 40%, o del 60% secondo Braun-Blanquet).<br />
Con le specie discriminanti, esse vengono talvolta indicate come diagnostiche.<br />
Raabe invece propone una combinazione caratteristica nella quale non si distingue tra<br />
specie discriminanti e compagne, ma sono considerate semplicemente le più frequenti,<br />
numericamente pari al numero medio di specie per rilievo.<br />
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