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Bambino con in mano un uccellino della Galleria Estense (cat. 17), che qui si attribuisce all’Amidani, la Sacra Famiglia di collezione privata restituita al pittore dalla Frisoni 83 (cat. 18) e soprattutto la Strage degli Innocenti dell’Hermitage 84 (cat. 19), dove la scansione larga e monumentale dei pezzi precedenti si converte a un racconto più vivace, tutto giocato sul dinamismo e sull’espressività. Il punto di massima tangenza con il Badalocchio si ha però nella Sepoltura di Cristo di collezione privata (cat. 20) e nelle due versioni del Trasporto di Cristo al sepolcro di Parigi e Vienna (cat. 21-22), senz’altro derivanti dalle ben note esercitazioni di Sisto sul perduto modello eseguito da Annibale per l’abate Sampieri. Le variazioni rispetto al prototipo carraccesco sono minime: se infatti nel primo dipinto scompare il giovane che regge il cero, negli altri due viene rimossa la figura della Maddalena. Restano, è vero, le tipiche fisionomie amidaniane, ma la stesura è veloce e corsiva, come nel miglior Badalocchio, che, guardacaso, proprio nel 1618 tornava sull’argomento in un grande telero per l’oratorio della Morte di Reggio Emilia 85 . Le nuove coordinate del panorama artistico parmense imponevano dunque di battere nuove strade e quella indicata dal Badalocchio non poteva lasciare indifferente il nostro artista, tanto più che Sisto proponeva un linguaggio classicista di matrice carraccesca che l’Amidani aveva già sperimentato nella Sacra Famiglia per Fontevivo 86 . L’itinerario di Luigi si arricchiva quindi di nuove esperienze e, di pari passo, cresceva in lui la consapevolezza, comune a tanti artisti di quel tempo, che al successo nell’arte dovesse corrispondere un’adeguata promozione sociale: credo che in tale prospettiva vada letto un inedito documento del luglio 1618: un permesso rilasciato da palazzo “di poter andar per questa Ill. Città di Parma nel tempo di notte con le sue armi solite apportarsi cioè la spada fuori delli pendoni et il pugnalo cinto non ostando a grida nè bando alcuno incontrario” 87 . La licenza ducale ci rivela dunque che l’Amidani era ormai un personaggio di rilievo, con 83 Frisoni 1986, p. 81. 84 Ma proveniente dalle raccolte farnesiane, cfr. la scheda relativa. 85 Del dipinto, perduto, esistono alcuni frammenti alla Galleria Estense di Modena. 86 Cfr. Frisoni 1986, p. 82. 87 Il documento, inedito, è pubblicato nel regesto documentario (doc. 3). 24
fig. 7. B. Schedoni, Sacra Famiglia al tavolo da lavoro con i Santi Anna e Giovannino, Napoli, Palazzo Reale. 25 fig. 8. B. Schedoni, Sacra Famiglia con i Santi Francesco, Chiara e Giovannino, Fontanellato, Rocca Sanvitale (cat. 85).
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Bamb<strong>in</strong>o con <strong>in</strong> mano un uccell<strong>in</strong>o della Galleria Estense (cat. 17),<br />
che qui si attribuisce all’Amidani, la Sacra Famiglia di collezione<br />
privata restituita al pittore dalla Frisoni 83 (cat. 18) e soprattutto la<br />
Strage degli Innocenti dell’Hermitage 84 (cat. 19), dove la scansione<br />
larga e monumentale dei pezzi precedenti si converte a un racconto<br />
più vivace, tutto giocato sul d<strong>in</strong>amismo e sull’espressività. Il<br />
punto di massima tangenza con <strong>il</strong> Badalocchio si ha <strong>per</strong>ò nella<br />
Sepoltura di Cristo di collezione privata (cat. 20) e nelle due versioni<br />
del Trasporto di Cristo al sepolcro di Parigi e Vienna (cat.<br />
21-22), senz’altro derivanti dalle ben note esercitazioni di Sisto sul<br />
<strong>per</strong>duto modello eseguito da Annibale <strong>per</strong> l’abate Sampieri. Le<br />
variazioni rispetto al prototipo carraccesco sono m<strong>in</strong>ime: se <strong>in</strong>fatti<br />
nel primo dip<strong>in</strong>to scompare <strong>il</strong> giovane che regge <strong>il</strong> cero, negli altri<br />
due viene rimossa la figura della Maddalena. Restano, è vero, le<br />
tipiche fisionomie amidaniane, ma la stesura è veloce e corsiva,<br />
come nel miglior Badalocchio, che, guardacaso, proprio nel 1618<br />
tornava sull’argomento <strong>in</strong> un grande telero <strong>per</strong> l’oratorio della<br />
Morte di Reggio Em<strong>il</strong>ia 85 .<br />
Le nuove coord<strong>in</strong>ate del panorama artistico parmense imponevano<br />
dunque di battere nuove strade e quella <strong>in</strong>dicata dal Badalocchio<br />
non poteva lasciare <strong>in</strong>differente <strong>il</strong> nostro artista, tanto più<br />
che Sisto proponeva un l<strong>in</strong>guaggio classicista di matrice carraccesca<br />
che l’Amidani aveva già s<strong>per</strong>imentato nella Sacra Famiglia <strong>per</strong><br />
Fontevivo 86 . L’it<strong>in</strong>erario di Luigi si arricchiva qu<strong>in</strong>di di nuove<br />
es<strong>per</strong>ienze e, di pari passo, cresceva <strong>in</strong> lui la consapevolezza, comune<br />
a tanti artisti di quel tempo, che al successo nell’arte dovesse<br />
corrispondere un’adeguata promozione sociale: credo che <strong>in</strong> tale<br />
prospettiva vada letto un <strong>in</strong>edito documento del luglio 1618: un<br />
<strong>per</strong>messo r<strong>il</strong>asciato da palazzo “di poter andar <strong>per</strong> questa Ill. Città<br />
di Parma nel tempo di notte con le sue armi solite apportarsi<br />
cioè la spada fuori delli pendoni et <strong>il</strong> pugnalo c<strong>in</strong>to non ostando a<br />
grida nè bando alcuno <strong>in</strong>contrario” 87 . La licenza ducale ci rivela<br />
dunque che l’Amidani era ormai un <strong>per</strong>sonaggio di r<strong>il</strong>ievo, con<br />
83 Frisoni 1986, p. 81.<br />
84 Ma proveniente dalle raccolte farnesiane, cfr. la scheda relativa.<br />
85 Del dip<strong>in</strong>to, <strong>per</strong>duto, esistono alcuni frammenti alla Galleria Estense di Modena.<br />
86 Cfr. Frisoni 1986, p. 82.<br />
87 Il documento, <strong>in</strong>edito, è pubblicato nel regesto documentario (doc. 3).<br />
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