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66. San Sebastiano, già Parma, collezione Smitti-Man<strong>in</strong>i.<br />
Un San Sebastiano era citato tra i beni ereditati nel 1698 da Maria Maddalena<br />
Man<strong>in</strong>i, vedova di Bartolomeo Smitti: “Un quadro di un San Sebastiano di Lamidano<br />
cornice nera” (Dall’Inventario... 1698). Del dip<strong>in</strong>to esisteva una copia nella<br />
stessa collezione: “Un quadro con un S. to Sebastiano corniciato come sopra, copia<br />
di Lamidano” (Dall’Inventario... 1698, c. 135).<br />
Bibliografia: Dall’Inventario... 1698, c. 136; Campori 1870, p. 409; Riccom<strong>in</strong>i<br />
1988, p. 140.<br />
67. San Giovanni, San Girolamo, l’Eterno Padre e angeli disposti a corona attorno<br />
a un’antica immag<strong>in</strong>e della Verg<strong>in</strong>e, già Reggio Em<strong>il</strong>ia, San Giovanni<br />
Evangelista.<br />
Tra le o<strong>per</strong>e confiscate nel 1811 dagli ufficiali napoleonici presso la chiesa di<br />
San Giovanni Evangelista figurava un “Quadro rappresentante S. Giovanni, e S.<br />
Girolamo con Padre Eterno, e Angeli” assegnato a un Lamidani o Lumidani,<br />
identificab<strong>il</strong>e senz’altro con <strong>il</strong> nostro pittore. La vicenda della tela, collocata nella<br />
cappella Bebbi e poi Panciroli – la prima a destra – è stata ricostruita da Artioli e<br />
Monducci (1978), che hanno chiarito come questa facesse corona a un antico<br />
affresco raffigurante la Verg<strong>in</strong>e. Nella relazione della visita pastorale del 1665 si<br />
riportava <strong>in</strong>fatti: “All’altare della Madonna e S. Giovanni: c’è <strong>il</strong> quadro con una<br />
Madonna <strong>in</strong> mezo spiecata dal quadro sul muro”, mentre <strong>in</strong> un’altra di pochi<br />
anni successiva si ribadiva: “la Madonna nel muro dip<strong>in</strong>to [...] apare <strong>per</strong> un<br />
buco del quadro come fenestrella”. Rimane a<strong>per</strong>to <strong>il</strong> problema della cronologia<br />
del dip<strong>in</strong>to amidaniano, sempre che sia esatta l’assegnazione ottocentesca, dal<br />
momento che i due studiosi collocavano la messa <strong>in</strong> o<strong>per</strong>a della tela entro <strong>il</strong> 1597,<br />
una data troppo precoce <strong>per</strong> Luigi Amidani.<br />
Bibliografia: Artioli-Monducci 1978, pp. 27, 29-30 nn. 15-17; Ceschi Lavagetto<br />
1999, p. 98.<br />
68. Conversione di San Paolo, già Reggio Em<strong>il</strong>ia, collezione Coccapani.<br />
Verso <strong>il</strong> 1640 veniva registrata nella raccolta Coccapani di Reggio Em<strong>il</strong>ia “Una<br />
caduta di San Paolo di mano di Luigi Amidani abbozzato” (Campori 1870). L’<strong>in</strong>ventario<br />
Coccapani, che menziona anche un’altra o<strong>per</strong>a di Luigi, una Madonna<br />
col Bamb<strong>in</strong>o (cat. 69), testimonia come a quella data non si avessero dubbi sull’identità<br />
del pittore.<br />
Bibliografia: Campori 1870, p. 147; P.K. 1907, p. 406; Riccom<strong>in</strong>i 1988, p. 140;<br />
Trier 1992, p. 208.<br />
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