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COPIE E OPERE ATTRIBUITE O DI SCUOLA<br />

44. San Pietro <strong>in</strong> carcere, Fontanellato, Rocca Sanvitale.<br />

Olio su tela, cm 106,5x148,5.<br />

Il dip<strong>in</strong>to, riferito a Giulio Cesare Amidani da Fiorella Frisoni (1992), proviene<br />

da Palazzo Sanvitale a Parma. “Un mezzoquadro, che rapresenta S. Pietro <strong>in</strong><br />

V<strong>in</strong>cula copiato dall’Amidanio” era ricordato <strong>in</strong>fatti “Nella Camera, ed Ap: o delle<br />

Donne della Sig. a Con. a Prona” dall’<strong>in</strong>ventario st<strong>il</strong>ato nel 1707. Il dip<strong>in</strong>to era<br />

nuovamente citato <strong>in</strong> un secondo catalogo settecentesco, che lo segnalava nella<br />

“Camera della Conversaz. e ” e ribadiva trattarsi di una derivazione: “Un mezzo<br />

quadro, che rappresenta S. Pietro <strong>in</strong> V<strong>in</strong>cula = copiato dall’Amidano” (Quadri...<br />

XVIII sec.).<br />

Se la tela mostra <strong>in</strong>dubbi caratteri amidaniani nel volto dell’angelo, nel prof<strong>il</strong>o<br />

di Pietro e nei panni appiattiti, la stesura sommaria e grossolana ci <strong>in</strong>duce a<br />

situarlo tra le copie, come <strong>in</strong>dicato dagli antichi <strong>in</strong>ventari. Il San Pietro <strong>in</strong> carcere<br />

di Fontanellato è comunque prezioso <strong>per</strong>chè ci restituisce un’importante o<strong>per</strong>a<br />

<strong>per</strong>duta di Luigi Amidani.<br />

Bibliografia: Inventario... 1707, c. 259r; Quadri... XVIII sec., c. 2r; Frisoni<br />

1992, p. 207.<br />

45. San Lorenzo, Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte.<br />

Olio su tela, cm 133x93.<br />

La tela era orig<strong>in</strong>ariamente sull’altare di una delle nove cappelle esterne del<br />

convento cappucc<strong>in</strong>o di Fontevivo. Come gli altri dip<strong>in</strong>ti schedoniani e amidaniani<br />

di quel ciclo veniva <strong>in</strong>camerata nel 1710 da Francesco Farnese e dest<strong>in</strong>ata al<br />

cosiddetto “Appartamento dei Quadri”. Segnalata come Schedoni <strong>in</strong> due <strong>in</strong>ventari<br />

del 1731 e 1734, (Copia... 1731; Inventario... 1734), figurava poi tra le o<strong>per</strong>e<br />

<strong>in</strong>viate a Napoli da Carlo di Borbone: “Quadro alto braccia 2, once 6; largo braccio<br />

1, once 8 - Schedoni: S. Lorenzo e Angioletto che tiene <strong>in</strong> mano la graticola”<br />

(Inventario... 1734a). Dopo una <strong>per</strong>manenza al Palazzo Reale, nel 1767 la tela<br />

era trasferita a Capodimonte, come testimoniato dalla nota relativa: “25. S.<br />

Lorenzo e un Angelo con graticolo d’ignoto al. p. 5 l. 3 1/2” (Nota... 1767). Qui la<br />

vedeva Tommaso Pucc<strong>in</strong>i una qu<strong>in</strong>d<strong>in</strong>a d’anni dopo, tra altri pezzi assegnati allo<br />

Schedoni: “Un S. Lorenzo volto sulla destra dello spettatore <strong>in</strong> tonacella gialla, le<br />

mani <strong>in</strong>crociate sul petto, la testa di faccia assai volto <strong>in</strong> sù. A s<strong>in</strong>istra dietro a lui<br />

un putto con una graticola, la figura è ben imposta, e piena di affetto, ma dal<br />

mezzo <strong>in</strong> giù non si sà se sia <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio, e term<strong>in</strong>a mesch<strong>in</strong>amente senza profittare<br />

del camice, da cui potea tra qualunque partito grandioso” (Mazzi 1986). Agli<br />

<strong>in</strong>izi del XIX secolo l’o<strong>per</strong>a passava al Palazzo degli Studi, <strong>in</strong> seguito Real Museo<br />

Borbonico e poi Museo Nazionale, <strong>per</strong> f<strong>in</strong>ire, dal 1957, nella r<strong>in</strong>novata Galleria<br />

di Capodimonte. Per tutto l’Ottocento la tela manteneva <strong>il</strong> tradizionale riferimen-<br />

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