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guire con la Madonna col Bambino del museo di Cremona (cat. 8), la Sacra Famiglia in collezione privata (cat. 18) e la Madonna col Bambino di raccolta parmense (cat. 37). Dobbiamo segnalare inoltre i precisi nessi con il Gesù, stavolta seduto, della Sacra Famiglia e Santi di Casalmaggiore (1619) (cat. 27), ma soprattutto la derivazione di tale modello da due dipinti dello Schedoni, la Sacra Famiglia del Louvre e la Sacra Famiglia al tavolo da lavoro con i Santi Anna e Giovannino del Palazzo Reale di Napoli (figg. 3, 7) (Kustodieva 1994, p. 40). Per quanto riguarda la datazione, quella sul finire degli anni Dieci proposta da Riccomini (1999a) va posticipata senz’altro all’inizio del decennio successivo: se infatti lo sfaldarsi delle compatte superfici dei panneggi e l’affollarsi di pieghe sottili segnate da lunghi filamenti luminosi sono una diretta conseguenza dell’approfondimento sul Cerano e sul Procaccini durante il soggiorno milanese, come dimostrato dal San Carlo (cat. 31) e dalla Sant’Agnese (cat. 32), la data del dipinto in questione andrà posta necessariamente in prossimità di quelle tele. Bibliografia: Hébert 1766, I, p. 89; Catalogue... 1773-83, n. 2115; Catalogue... 1797-1850, n. 44; Labensky 1838, p. 295; Inventory... 1859-1929, n. 2441; The Imperial Hermitage... 1863, n. 269; Koehne 1863-88, n. 269; Waagen 1864, p. 91; Brüningk-Somov 1889-91, n. 269; Somov 1892-1909, n. 269; A Concise Catalogue... 1900-11, n. 269; Liphart 1912, n. 269; The Imperial Hermitage... 1914-16, n. 269; The State Hermitage... 1958, p. 53; The State Hermitage... 1976, p. 68; Riccomini 1988, pp. 137, 140; Còccioli Mastroviti 1989, pp. 613-614; Frisoni 1992, p. 207; Kustodieva 1994, pp. 40, 43; Negro 1994, p. 242 n. 23; Loire 1996, p. 334; Riccomini 1999a, p. 58; Negro-Roio 2000, pp. 86, 122. 34. Diana e Atteone, San Pietroburgo, Hermitage (inv. n. 30). Olio su tela, cm 128x191,5. La provenienza del dipinto è stata chiarita da Tatyana Kustodieva (1994), che ne ha seguito il percorso attraverso le collezioni dell’imperatrice Giuseppina alla Malmaison a della duchessa di Saint-Leu, che lo cedette nel 1829 al museo imperiale di San Pietroburgo. Si può allora accantonare una volta per tutte l’ipotesi di Riccomini (1988, p. 140) secondo cui la tela in esame potrebbe identificarsi con un “bagno di diana di Sisto Badalochio” citato in un documento farnesiano assieme alla Strage degli Innocenti poi finita all’Hermitage (cat. 19) (ASPr, Casa e Corte Farnesiane, b. 53, fasc. 6); la proposta sarebbe stata plausibile alla luce di un comune percorso dei due dipinti, che invece giunsero al museo russo per vie del tutto diverse: la Strage dalla raccolta Crozat nel 1772 e il Diana e Atteone, come si è detto, da quella Saint-Leu più di cinquant’anni dopo. Sul piano attributivo tutti i cataloghi dell’Hermitage, a parte quello del 1901, non hanno mai mostrato perplessità sull’autografia schedoniana, che è stata messa in discussione per la prima volta da Marco Riccomini (1988). Questi ha segnalato le relazioni con il ciclo parmigianinesco di Fontanellato, ma anche una serie di puntuali confronti con altre opere del nostro pittore, tali da non lasciare dubbi: il volto della ninfa con il turbante si ritrova infatti in una Sacra Famiglia in collezione privata (cat. 18), mentre quello dell’altra chinata sulla destra torna nelle due Sacre Fa- 105

cat. 35. L. Amidani, Caino e Abele, già Londra, Christie’s. 106

guire con la Madonna col Bamb<strong>in</strong>o del museo di Cremona (cat. 8), la Sacra Famiglia<br />

<strong>in</strong> collezione privata (cat. 18) e la Madonna col Bamb<strong>in</strong>o di raccolta parmense<br />

(cat. 37). Dobbiamo segnalare <strong>in</strong>oltre i precisi nessi con <strong>il</strong> Gesù, stavolta<br />

seduto, della Sacra Famiglia e Santi di Casalmaggiore (1619) (cat. 27), ma<br />

soprattutto la derivazione di tale modello da due dip<strong>in</strong>ti dello Schedoni, la Sacra<br />

Famiglia del Louvre e la Sacra Famiglia al tavolo da lavoro con i Santi Anna e<br />

Giovann<strong>in</strong>o del Palazzo Reale di Napoli (figg. 3, 7) (Kustodieva 1994, p. 40). Per<br />

quanto riguarda la datazione, quella sul f<strong>in</strong>ire degli anni Dieci proposta da Riccom<strong>in</strong>i<br />

(1999a) va posticipata senz’altro all’<strong>in</strong>izio del decennio successivo: se<br />

<strong>in</strong>fatti lo sfaldarsi delle compatte su<strong>per</strong>fici dei panneggi e l’affollarsi di pieghe sott<strong>il</strong>i<br />

segnate da lunghi f<strong>il</strong>amenti lum<strong>in</strong>osi sono una diretta conseguenza dell’approfondimento<br />

sul Cerano e sul Procacc<strong>in</strong>i durante <strong>il</strong> soggiorno m<strong>il</strong>anese, come<br />

dimostrato dal San Carlo (cat. 31) e dalla Sant’Agnese (cat. 32), la data del dip<strong>in</strong>to<br />

<strong>in</strong> questione andrà posta necessariamente <strong>in</strong> prossimità di quelle tele.<br />

Bibliografia: Hébert 1766, I, p. 89; Catalogue... 1773-83, n. 2115; Catalogue...<br />

1797-1850, n. 44; Labensky 1838, p. 295; Inventory... 1859-1929, n. 2441;<br />

The Im<strong>per</strong>ial Hermitage... 1863, n. 269; Koehne 1863-88, n. 269; Waagen 1864,<br />

p. 91; Brün<strong>in</strong>gk-Somov 1889-91, n. 269; Somov 1892-1909, n. 269; A Concise Catalogue...<br />

1900-11, n. 269; Liphart 1912, n. 269; The Im<strong>per</strong>ial Hermitage...<br />

1914-16, n. 269; The State Hermitage... 1958, p. 53; The State Hermitage...<br />

1976, p. 68; Riccom<strong>in</strong>i 1988, pp. 137, 140; Còccioli Mastroviti 1989, pp. 613-614;<br />

Frisoni 1992, p. 207; Kustodieva 1994, pp. 40, 43; Negro 1994, p. 242 n. 23;<br />

Loire 1996, p. 334; Riccom<strong>in</strong>i 1999a, p. 58; Negro-Roio 2000, pp. 86, 122.<br />

34. Diana e Atteone, San Pietroburgo, Hermitage (<strong>in</strong>v. n. 30).<br />

Olio su tela, cm 128x191,5.<br />

La provenienza del dip<strong>in</strong>to è stata chiarita da Tatyana Kustodieva (1994), che<br />

ne ha seguito <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso attraverso le collezioni dell’im<strong>per</strong>atrice Giusepp<strong>in</strong>a alla<br />

Malmaison a della duchessa di Sa<strong>in</strong>t-Leu, che lo cedette nel 1829 al museo im<strong>per</strong>iale<br />

di San Pietroburgo. Si può allora accantonare una volta <strong>per</strong> tutte l’ipotesi di<br />

Riccom<strong>in</strong>i (1988, p. 140) secondo cui la tela <strong>in</strong> esame potrebbe identificarsi con<br />

un “bagno di diana di Sisto Badalochio” citato <strong>in</strong> un documento farnesiano assieme<br />

alla Strage degli Innocenti poi f<strong>in</strong>ita all’Hermitage (cat. 19) (ASPr, Casa e<br />

Corte Farnesiane, b. 53, fasc. 6); la proposta sarebbe stata plausib<strong>il</strong>e alla luce di<br />

un comune <strong>per</strong>corso dei due dip<strong>in</strong>ti, che <strong>in</strong>vece giunsero al museo russo <strong>per</strong> vie<br />

del tutto diverse: la Strage dalla raccolta Crozat nel 1772 e <strong>il</strong> Diana e Atteone,<br />

come si è detto, da quella Sa<strong>in</strong>t-Leu più di c<strong>in</strong>quant’anni dopo. Sul piano attributivo<br />

tutti i cataloghi dell’Hermitage, a parte quello del 1901, non hanno mai mostrato<br />

<strong>per</strong>plessità sull’autografia schedoniana, che è stata messa <strong>in</strong> discussione<br />

<strong>per</strong> la prima volta da Marco Riccom<strong>in</strong>i (1988). Questi ha segnalato le relazioni<br />

con <strong>il</strong> ciclo parmigian<strong>in</strong>esco di Fontanellato, ma anche una serie di puntuali confronti<br />

con altre o<strong>per</strong>e del nostro pittore, tali da non lasciare dubbi: <strong>il</strong> volto della<br />

n<strong>in</strong>fa con <strong>il</strong> turbante si ritrova <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong> una Sacra Famiglia <strong>in</strong> collezione privata<br />

(cat. 18), mentre quello dell’altra ch<strong>in</strong>ata sulla destra torna nelle due Sacre Fa-<br />

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