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Periodico di cultura, informazione, politica, attualità di Roma XX Anno II - SETTEMBRE 2008<br />

In questo numero<br />

Cultura scientifica<br />

ed umanistica:<br />

due mondi paralleli<br />

Gianni Giacomini e<br />

Roberto Cantiani intervistati<br />

Superstizioni:<br />

Gatti Nerie Streghe<br />

<strong>CESANO</strong>: <strong>IL</strong> <strong>“D</strong> <strong>DAY”</strong>!<br />

8 9<br />

COPIA GRATUITA


Sommario<br />

3<br />

4<br />

9<br />

12<br />

SOMMARIO<br />

3 EDITORIALE<br />

4 CULTURA<br />

Scientifica ed umanistica:<br />

due mondi paralleli?<br />

5 XX MUNICIPIO<br />

Intervista al Presidente<br />

Gianni Giacomini<br />

6 PSICOLOGIA<br />

Cibo: che (insana) passione!<br />

7 SUPERSTIZIONE<br />

Il mito del gatto nero<br />

9 COSTUME<br />

Le Botticelle di Roma<br />

10 SALUTE<br />

Il latte della strega<br />

11 ASSICURAZIONI<br />

Energia alternativa, fotovoltaici<br />

12 TERRITORIO<br />

Intervista all’on. Roberto Cantiani<br />

15 ANNIVERSARIO<br />

Oriana Fallaci<br />

16 AVC<br />

Emergenza sangue<br />

Periodico di cultura, informazione, politica, attualità<br />

di Roma XX<br />

Anno II - Numero 8/9 - Settembre 2008<br />

(in attesa di registrazione presso il Tribunale di Roma)<br />

Direttore Responsabile:<br />

Paolo Votano<br />

Editore:<br />

Associazione Volontari per Cesano<br />

Presidente Giancarlo Soccorsi<br />

Collaboratori:<br />

Andrea Amato, Valentina Angelucci,<br />

Maurizio Ardito, Roberta Bartocci<br />

Marcello Boldrini, Sole Boscardi<br />

Don Chisciotte, Vincenzo Di Michele<br />

Emanuele Gennaretti, Germana Gismondi<br />

Michele Ianniello, Ivan Gentili<br />

Antonella Lavalle<br />

Luca Marinelli, Ylenia Mocci<br />

Alberto Molinas, Elisabetta Pizioli<br />

Maria Recchia, Roberto Russo<br />

Roberto Turco, Fabrizio Vistoli<br />

Progetto Grafico e Stampa:<br />

ODP Pubblicità<br />

Redazione:<br />

Via della Stazione di Cesano 581/L<br />

00123 Roma<br />

Assistente di redazione:<br />

Laura Appolloni<br />

Tel. 06 3038134<br />

www.ilsocrate.it<br />

redazione@ilsocrate.it<br />

In copertina:<br />

Sbandieratore di Ceri<br />

in Piazza F. Caraffa, Cesano Borgo<br />

(© Alberto Molinas 2007)


EDITORIALE<br />

di Pino Cangemi<br />

EDITORIALE<br />

N<br />

eppure l’estate sta facendo la differenza:<br />

il numero dei reati a Roma tra luglio<br />

e agosto è sceso in modo impressionante<br />

rispetto allo stesso periodo dello<br />

scorso anno. Scacco alla microcriminalità,<br />

crollo verticale di furti e rapine<br />

(dati forniti dal Ministero dell’Interno)<br />

leggo su “Il Messaggero” (19 agosto<br />

2008). Dunque arrivano i primi risultati dell’applicazione<br />

del decreto sulla sicurezza voluto dal Governo Berlusconi<br />

e prontamente reso operativo dalla nuova maggioranza del<br />

Comune di Roma. Nonostante le ultime aggressioni che<br />

comunque restano fatti isolati.<br />

Nessuno vuole cullarsi sugli allori ma i numeri sono numeri<br />

e parlano chiaro: qualcosa sta cambiando. È stata in verità<br />

un’estate più serena. Una città, grazie anche all’impiego<br />

dell’Esercito nelle periferie, decisamente più sicura.<br />

Con le vacanze alle spalle ricomincia il tam-tam del quotidiano.<br />

Con la riapertura delle scuole, il traffico si fa intenso,<br />

altra sfida importante per il nuovo Sindaco, di fatto<br />

inizia “la stagione” dei cambiamenti, nelle tante municipalità<br />

e società del Comune di Roma, delle riforme, delle trasformazioni<br />

radicali.<br />

Anche Cesano “riparte” a settembre ricordando la festa<br />

della Santa Croce che segna ben 500 anni di storia. Tanti<br />

sono quelli passati da questa comunità a venerare l’antico<br />

crocifisso custodito nell’ormai, ancora, chiusa Chie-<br />

“ Porto scritte<br />

Settembre 2008<br />

sulla fronte<br />

l amicizia e<br />

l inimicizia<br />

“<br />

(CAMERS, Hemistich. Moral.et Proverb.,<br />

6,19,33 e 41, Viennae, 1527)<br />

Un giovanissimo Pino Cangemi con Marcello Boldrini e il<br />

Palio vinto dal Rione S. Sebastiano - Settembre 1986<br />

(© Archivio Storico A.V.C)<br />

sa di S. Giovanni Battista nel Borgo, aperta però per i<br />

giorni della festa. Per questo appuntamento con la storia<br />

era opportuno riunire, a mio avviso, tutti coloro che negli<br />

ultimi 15 anni hanno recuperato e portato al massimo<br />

splendore un evento di una importanza grandissima. Era<br />

giusto, necessario, doveroso. Chi non ha radici, chi non<br />

sa, chi non vuole nonostante la titolarità, però si deve assumere<br />

tutte le responsabilità verso un declino inevitabile.<br />

Peccato, un’occasione persa per riunire e non per dividere.<br />

Il nostro giornale nonostante la critica darà spazio a<br />

questo avvenimento. Ma la storia, si sa, la fanno i grandi<br />

personaggi...<br />

Chiusa la parentesi, il mio appello, in virtù di una stagione<br />

che deve segnare una svolta nel solco della continuità, è rivolto<br />

ai due consiglieri eletti nel Popolo della Libertà, Forza<br />

Italia, espressione del territorio. Bisogna lavorare insieme<br />

nell’individuazione dei problemi quotidiani che affliggono<br />

questo angolo di Municipio. Concentrarsi nell’immediato.<br />

Andare “al sodo” lasciando a chi ha l’ardire taluni progetti<br />

che mai vedremo realizzati. Insieme si può.<br />

È stato eletto un bravo Presidente di Municipio che conosce<br />

come pochi il territorio, due consiglieri di Cesano<br />

nello stesso partito, un consigliere comunale espressione<br />

di un determinato gruppo, un Sindaco finalmente amico.<br />

Ci sono tutte le condizioni per far bene, per ottenere molto,<br />

per cambiare veramente nell’interesse di tutti.<br />

Avanti si può, avanti si deve!


CULTURA SCIENTIFICA<br />

E CULTURA UMANISTICA:<br />

DUE MONDI PARALLELI?<br />

L<br />

a recente vittoria al<br />

Premio Strega 2008<br />

del giovane fisico<br />

Paolo Giordano con<br />

il romanzo La solitudine<br />

dei numeri<br />

primi, ha riportato<br />

all’attenzione della<br />

critica e di alcuni lettori il tema dei rapporti<br />

tra cultura scientifica e cultura umanistica.<br />

In molti si sono chiesti: come può un laureato<br />

in fisica, persona quindi dotata di una<br />

formazione prettamente scientifica, esercitare<br />

anche il mestiere di scrittore e farlo<br />

talmente bene da vincere a soli 26 anni il<br />

più prestigioso premio letterario italiano?<br />

In verità lo stupore provato da tanti lettori<br />

si spiega semplicemente con la convinzione,<br />

molto diffusa in Italia ormai da lungo<br />

tempo, che le scienze e le lettere siano due<br />

universi a sé, totalmente incompatibili tra<br />

loro. C’è stata sicuramente in tempi recenti<br />

una separazione tra cultura scientifica ed<br />

umanistica ma non è stato sempre così;<br />

facciamo allora un breve viaggio nella storia.<br />

In età classica il sapere era concepito come<br />

un qualcosa di unitario e di inscindibile in<br />

virtù del suo essere fondato su un concetto<br />

unitario di natura. I filosofi presocratici (VI-<br />

V sec. a.C.), come sappiamo, ritenevano<br />

che l’origine della realtà fisica fosse da rintracciare<br />

in un principio generatore di volta<br />

in volta individuato nell’acqua, nel fuoco,<br />

nella terra, nell’aria; il mondo delle idee era<br />

retto invece dal logos. La pensavano allo<br />

stesso modo anche i filosofi cristiani del<br />

Medioevo che confermavano l’unità della<br />

cultura poiché convinti che tutto provenisse<br />

da Dio e a Lui tutto ritornasse. Diceva<br />

più precisamene il filosofo francescano<br />

Roger Bacon: “Non c’è che un’unica perfetta<br />

sapienza data da un unico Dio ad un<br />

unico genere umano in vista di un unico<br />

fine che è la vita eterna”. Proprio per questo<br />

dall’età classica al Settecento tutti gli<br />

intellettuali erano sia scienziati che umani-<br />

sti, ricevevano cioè una formazione culturale<br />

unitaria.<br />

Le cose vanno cambiando invece con<br />

l’avvento della Rivoluzione Industriale che<br />

comporta il passaggio dal sistema agricolo-artigianale<br />

a quello industriale moderno,<br />

inizialmente nell’Europa del Nord, e che<br />

viene avvertita con ostilità dai poeti romantici<br />

inglesi. Dice il fisico David Calef:<br />

“La scienza, anche in virtù dei suoi legami<br />

con la tecnologia comincia ad assumere i<br />

contorni invisi di un’attività avversa ai sentimenti,<br />

all’istinto e a tutto quanto veniva<br />

considerato più autenticamente umano<br />

dalla sensibilità romantica. […] per la sensibilità<br />

romantica la tecnologia era tutt’altro<br />

che un simbolo di liberazione dello spirito<br />

umano e la scienza non era una forza volta<br />

al bene”; a questo si aggiunga anche che i<br />

rapidi progressi della conoscenza in settori<br />

quali la fisica, la biologia e la matematica<br />

rendevano sempre più difficile l’apprendimento<br />

per l’umanista.<br />

Nel 1959 il fisico e romanziere inglese<br />

Charles Percy Snow (1905-1980) poneva<br />

per primo il problema della frattura tra sapere<br />

scientifico e sapere umanistico in occasione<br />

di un convegno da lui organizzato<br />

sul tema “The two cultures”, le due culture<br />

appunto. Secondo Snow le più gravi responsabilità<br />

riguardo la separazione tra le<br />

due culture gravavano proprio sui letterati,<br />

accusati di superiorità intellettuale nonché<br />

di ritenersi gli unici detentori della vera<br />

cultura, quella umanistica. Il fisico inglese<br />

rimproverava insomma ai letterati il rifiuto<br />

della rivoluzione industriale, una rivoluzione<br />

che essi non avevano mai capito o forse<br />

non avevano voluto mai capire.<br />

A pensarci bene il problema sollevato da<br />

Snow era tutt’altro che banale: l’avversione<br />

verso la scienza avrebbe compromesso<br />

gravemente lo sviluppo industriale dell’Inghilterra<br />

condannandola a perdere la partita<br />

con la più competitiva Unione Sovietica.<br />

Il tema del conflitto tra le due culture è<br />

oggetto di discussione anche in Italia ma<br />

di Luca Marinelli<br />

non se ne sente parlare poi molto perché<br />

interessa un esiguo numero di studiosi;<br />

anche da noi la scienza è osteggiata dalla<br />

cultura umanistica e ciò per un motivo<br />

molto semplice: essa non è avvertita come<br />

cultura (che è solo quella umanistica) ma<br />

più semplicemente come un libro di istruzioni<br />

per creare oggetti tecnologici atti a<br />

soddisfare le nostre esigenze quotidiane<br />

o come un mezzo per capire il funzionamento<br />

dell’universo e della realtà fisica del<br />

nostro pianeta.<br />

Forse l’origine del contrasto tra le due culture<br />

è da ricercarsi anche nella propensione<br />

di noi uomini a credere in un disegno<br />

divino che ci sovrasta e di cui facciamo<br />

parte. È di sicuro più rassicurante credere<br />

che ci sia un ordine divino, che il mondo<br />

sia governato dal trascendente e non dal<br />

caso; inoltre la scienza non è in grado di<br />

spiegare e dimostrare tutti gli aspetti della<br />

vita umana, cosa che può riuscire più facile<br />

alla cultura umanistica. Per questo entrambe<br />

sono importanti e ineliminabili ma<br />

soprattutto sono parte di un corpo unico,<br />

il corpo del sapere. Per quanto tempo vogliamo<br />

ostinarci a considerarle due mondi<br />

paralleli?


INCONTRO CON <strong>IL</strong> NEO PRESIDENTE<br />

DEL XX MUNICIPIO, GIANNI GIACOMINI<br />

IMPEGNO E<br />

CONCRETEZZA<br />

R<br />

omano, sessantaquattrenne,<br />

libero<br />

professionista, ha<br />

esordito in politica<br />

nella DC, dopo lo<br />

scioglimento del<br />

partito ha scelto di<br />

abbracciare il centro destra occupando<br />

il ruolo di coordinatore di Forza Italia, già<br />

Assessore alle Politiche Sociali nell’ultima<br />

Consigliatura, Gianni Giacomini è il neo<br />

Presidente del PdL del XX Municipio.<br />

Giacomini ha accolto con molto entusiasmo<br />

la visita della redazione de Il Socrate<br />

nel suo ufficio di via Poma, ed ha risposto<br />

ad alcune nostre domande.<br />

Ci piacerebbe conoscere un po’ di più la<br />

sua carriera politica.<br />

“Ero membro del partito che era la Democrazia<br />

Cristiana, facevo parte della corrente<br />

Fanfaniana, ero nella direzione cittadina<br />

e nazionale, contemporaneamente mi occupavo<br />

del Municipio perché ne ero il coordinatore,<br />

ma anche della città. Non sono<br />

mai voluto scendere in campo perché sono<br />

dell’idea che ogni cosa dev’essere fatta<br />

bene e se mi occupavo del partito non<br />

potevo impegnarmi nei ruoli istituzionali.<br />

In questo modo mi occupavo della gente<br />

proponendo i candidati più adatti sul territorio.<br />

Poi nasce Forza Italia e, pur avendo<br />

altre proposte, decido di rimanere nel<br />

centro destra. Come coordinatore di F.I.<br />

ho continuato il lavoro fatto per la D.C. e<br />

quando nelle passate elezioni il partito mi<br />

ha chiesto di fare l’Assessore per aiutare<br />

i ragazzi nuovi eletti sono sceso in campo<br />

per poterli aiutare. In questa tornata, unitesi<br />

F.I. ed Alleanza Nazionale nel PdL, mi è<br />

stato chiesto di ripresentarmi perché a loro<br />

giudizio ero un elemento di equilibrio per<br />

quanto riguarda i due partiti.”<br />

Presidente, la sede del XX Municipio è<br />

ubicata in un territorio improprio ormai<br />

da molto tempo, è in progetto di spostarla?<br />

“Questo è un punto del nostro program-<br />

ma elettorale. Infatti, i cittadini che hanno<br />

la necessità di usufruire dei servizi municipali,<br />

trovano difficoltoso il raggiungimento<br />

di tali strutture. D’altra parte l’amministrazione<br />

sostiene costi molto elevati d’affitto<br />

che sono inutili. Per risolvere questa situazione<br />

sto lavorando a molteplici soluzioni<br />

e sull’argomento ho un notevole carteggio.<br />

Mi sto adoperando con l’Amministrazione<br />

Comunale per risolvere definitivamente il<br />

problema. La sede potrebbe essere quella<br />

già individuata in Via Flaminia al chilometro<br />

8.500. L’importante è che la sede sia in<br />

un punto efficiente e congeniale per tutti<br />

e la Via Flaminia potrebbe essere di facile<br />

raggiungimento per gli abitanti del XX Municipio.<br />

Ci vuole ancora del tempo ma urge<br />

portare il Municipio vicino ai suoi cittadini,<br />

magari nella sede che fu di Risorse per<br />

Roma che per noi va benissimo.”<br />

È risaputo che all’interno del XX Municipio<br />

vi sia un’alta concentrazione di antenne<br />

che causano inquinamento elettromagnetico.<br />

Il territorio è predisposto<br />

al collocamento di nuovi impianti?<br />

“Il territorio è interessato dalla presenza<br />

di numerose antenne, sono circa cento le<br />

installazioni di telefonia mobile e non ho<br />

nessuna intenzione che si vada avanti per<br />

questa strada, non più silenzio-assenso,<br />

ma parere negativo sebbene la decisione<br />

spetta al IX Dipartimento.”<br />

Pacchetto sicurezza: quali misure preventive<br />

si stanno adottando nel territorio?<br />

<strong>“D</strong>opo le ultime violenze consumate in luoghi<br />

a rischio, come le stazioni ferroviarie,<br />

si è deciso di far intervenire l’esercito con<br />

l’intento di controllare e dare una forma di<br />

sicurezza al cittadino. L’esercito si trova<br />

nelle stazioni ferroviarie di Tor di Quinto,<br />

Saxa Rubra, La Storta, Prima Porta e Labaro.<br />

Mi sto anche attivando per segnalare<br />

altre situazioni di degrado all’interno del<br />

Municipio e ci saranno degli interventi delle<br />

forze dell’ordine nei luoghi da noi segnalati.<br />

In futuro aumenteranno i luoghi di control-<br />

di Sole Boscardi e Alberto Molinas<br />

lo. Per quanto riguarda l’emergenza dei<br />

campi rom le Forze dell’ordine e la Croce<br />

Rossa stanno effettuando dei censimenti.<br />

Sto lavorando per far sgombrare i campi<br />

più a rischio. È importante che al più presto<br />

aumenti l’organico delle forze dell’ordine e,<br />

a mio avviso, sarebbe utile la costruzione di<br />

un nuovo commissariato.”<br />

Il Quadrilatero Roma XX, ci può spiegare<br />

in che cosa consiste?<br />

“Uno dei punti prioritari del mio programma<br />

riguarda la sicurezza. Come ho già detto è<br />

necessario aumentare le forze dell’ordine e<br />

sto lavorando affinché accada presto.<br />

Il Quadrilatero Roma XX è un organo in cui<br />

agiranno insieme ai Vigili del Fuoco, Polizia<br />

Municipale e Protezione Civile e i cittadini<br />

tramite un numero verde gratuito. I cittadini,<br />

tramite questo numero, avviseranno gli<br />

organi competenti in caso di pericolo.”<br />

Le linee degli autobus esistenti nel municipio<br />

sono inadeguate con tempi di attesa<br />

lunghissimi. Come si può arginare<br />

questo disagio?<br />

“La mia prima preoccupazione è quella di<br />

chiedere un potenziamento dei mezzi di<br />

trasporto pubblico: nuove linee, più corse<br />

negli orari scolastici e nelle zone periferiche.<br />

Altri obiettivi riguardano il prolungamento<br />

della linea C all’Ospedale S. Andrea e<br />

la costruzione di una linea metropolitana<br />

che colleghi l’asse urbano da via Cassia a<br />

Vigna Clara dove vi è peraltro una stazione<br />

fantasma costruita per i campionati di<br />

calcio del 1990. Deve essere completato<br />

l’anello ferroviario nel tratto da Vigna Clara<br />

a via Salaria.<br />

Sono da riqualificare anche le stazioni di<br />

Prima Porta, Due Ponti, Tor di Quinto e<br />

Grottarossa; infine bisogna potenziare la<br />

linea FR3 sulla via Cassia. Ringrazio la redazione<br />

per avermi dato spazio. Prometto<br />

di impegnarmi con tutte le mie forze per<br />

cambiare le cose poiché sono sempre a<br />

disposizione del cittadino.”


CIBO<br />

CHE (INSANA)<br />

PASSIONE!<br />

L’<br />

estate inesorabilmente<br />

induce a<br />

vestire più leggeri,<br />

ma questo alleggerirsi<br />

mette in risalto<br />

una struttura fisica<br />

spesso non in forma<br />

(troppo esile o troppo abbondante), un<br />

corpo risultato di anni di errori alimentari<br />

consapevoli o meno.<br />

Ogni primavera arriva puntuale il bombardamento<br />

pubblicitario, da parte delle<br />

industrie di prodotti alimentari ipocalorici,<br />

attraverso radio, tv e stampa che in questo<br />

periodo mettono il cosiddetto dito nella<br />

piaga. Per contro troviamo pubblicizzati<br />

dolciumi quali gelati o bevande tutt’altro<br />

che dietetiche. Ma quello che sembra strano<br />

è che ogni anno qualcuno in una parte<br />

del mondo, attraverso la ricerca scientifica<br />

e con l’utilizzo di prodotti totalmente naturali,<br />

scopra la formula miracolosa che<br />

risolve i problemi di sovrappeso. In realtà<br />

il nostro rapporto con il cibo ha origini che<br />

seguono di pari passo la storia dell’uomo:<br />

partendo dalla ricerca di alimenti commestibili<br />

dei primitivi passando per i rituali del<br />

consumo religioso di cibo, e arrivando ai<br />

più svariati metodi di cucinarlo e trattarlo<br />

e i momenti di grandi carestie in seguito<br />

a guerre ed epidemie. Il cibo scandisce la<br />

giornata e diventa motivo d’incontro sociale<br />

e culturale (cene medioevali, etc.).<br />

Lo chef è un artista che ci fa mangiare cose<br />

sempre più elaborate, non sempre le più<br />

sane, spesso le più caratteristiche ma a discapito<br />

della nostra salute. Il cibo, più che<br />

un bisogno, è, nei Paesi più ricchi, una rappresentazione<br />

sociale, qualcosa che non<br />

ha più una relazione tra soggetto e bisogno.<br />

La scelta cade tra l’utilizzo di un cibo<br />

piuttosto che un altro, avere disgusto per<br />

qualche alimento, le abitudini quotidiane,<br />

fanno capire molto delle persone e del suo<br />

modo di essere, il cibo che consumiamo<br />

parla di noi stessi. In effetti, veicola i nostri<br />

eventi, gli incontri con gli amici, i rapporti<br />

di coppia (anche quando si potrebbe fare<br />

una semplice visita ad un museo o una<br />

passeggiata al parco). Il cibo regola quindi,<br />

oltre che la forma fisica anche l’immagine<br />

sociale personale che non rispondono<br />

esclusivamente alla sola alimentazione,<br />

ma sono risultati di emozioni che influenzano<br />

il modo e le quantità di cibo ingerito<br />

a volte senza riuscire a controllarsi. Si parla<br />

di fame emotiva quando non si riesce a<br />

mangiare per saziare l’appetito che si ha<br />

ma diventa un ricorrere ad un tale cibo per<br />

soddisfare sentimenti negativi, rabbia, disagio,<br />

il senso di colpa, la stanchezza, il<br />

contrasto con la lotta al sovrappeso, soddisfazione<br />

dopo una privazione per dieta<br />

alimentare in cui alcuni cibi vengono vietati<br />

anche per motivi di salute.<br />

Nonostante le conseguenze, mangiare<br />

troppo fa raggiungere un semplice obbiettivo:<br />

alienarsi, per quel breve lasso di<br />

tempo in cui ci si abbuffa, dalle emozioni<br />

negative.<br />

Per quanto riguarda i tipi di cibo più ricercati,<br />

vi sono sicuramente i dolciumi, in<br />

particolare il cioccolato, che viene consumato<br />

più per momenti di gioia che per<br />

la tristezza, ritenuto stimolante. I cibi più<br />

ricchi di grassi producono sonnolenza<br />

dato dal grande sforzo effettivo prodotto<br />

per digerire tali alimenti, digestione che<br />

fa affluire grande quantità di sangue allo<br />

stomaco e all’intestino tanto da rallentare<br />

l’attività cerebrale. Assumere carboidrati,<br />

invece, fa aumentare il livello di<br />

serotonina nel sangue che rende appagati<br />

e donando un senso di tranquillità.<br />

di Antonella Lavalle<br />

Per contro alcuni cibi quali la caffeina e il<br />

saccarosio, che sembrano dare energia,<br />

non fanno altro che dare malumore, depressione,<br />

stanchezza.<br />

Alcune bevande pubblicizzate come energizzanti<br />

sono ricchissime di caffeina con<br />

contenuti tali da dare il senso effimero di<br />

energia appena assunte ma che come<br />

conseguenza rendono esattamente l’opposto.<br />

I contenuti di alcune merendine per<br />

bambini in coloranti e conservanti, in seguito<br />

a studi effettuati in Inghilterra dal dipartimento<br />

per la salute, hanno evidenziato<br />

quanto questi elementi presenti in molte<br />

marche rendevano i bambini iperattivi e disattenti.<br />

Da questa ricerca sono stati messi<br />

al bando tutti gli alimenti contenenti quegli<br />

additivi che risultavano presenti anche in<br />

alcuni cibi in cui vi era la dicitura “senza<br />

conservanti né coloranti”.<br />

Facendo il punto della situazione si può<br />

dire che il nostro rapporto col cibo viene<br />

da origini lontanissime, ma anche dalle<br />

abitudini che fin dall’infanzia vengono imposte<br />

quali gratificazioni o ricatti o ricompense.<br />

Queste abitudini mettono il cibo<br />

che si ingerisce sotto una luce tutt’altro<br />

che magica anzi rendono compromesso<br />

tutto il rapporto con il consumo di cibo per<br />

tutta la vita. Lo stesso vale per lo stereotipo<br />

di fisico dettato dalla moda con l’inno a<br />

diete squilibrate che causano, come tutti<br />

gli eccessi, danni psicofisici maggiori (anoressia<br />

e bulimia).<br />

Quindi problemi come disagio, vuoto esistenziale,<br />

mancanza di gratificazioni, affetto<br />

negato, etc.. portano al mal nutrimento.<br />

La possibile soluzione potrebbe essere<br />

quella di rivalutare se stessi riuscendo a<br />

gratificarsi in modo differente coltivando<br />

nuovi interessi e relazioni sociali non legandoli<br />

in alcun modo al cibo.


UN F<strong>IL</strong>O CONDUTTORE TRA<br />

SUPERSTIZIONE E MISTERIOSE SPARIZIONI<br />

<strong>IL</strong> MITO<br />

DEL GATTO NERO<br />

N<br />

ella città di Milano<br />

e provincia, i primi<br />

giorni di Agosto<br />

sono stati testimoni<br />

di misteriose sparizioni<br />

di gatti neri.<br />

Da quanto è stato<br />

rilevato dall’associazione Aidaa, ben 120<br />

felini dal mantello nero si sono dileguati<br />

nel nulla. Aidaa si occupa da quattro anni<br />

di gatti neri e da tre organizza ronde nella<br />

notte di Halloween, per evitare il rito delle<br />

uccisioni dei gatti neri da sette sataniche,<br />

gruppi esoterici o più semplicemente, malati<br />

di mente. Da ulteriori segnalazioni si<br />

nota una ricorrenza ciclica in queste sparizioni:<br />

a Venezia sono scomparsi 63 gatti<br />

neri negli ultimi due mesi; a Roma 45 in<br />

40 giorni e a Firenze, 20 in una settimana.<br />

Questo aumenta i sospetti sull’utilizzo di<br />

gatti neri in riti satanici o, comunque, per<br />

fini esoterici. Ma per quale motivo tutto<br />

questo trambusto per dei semplici gatti<br />

neri? Come mai assistiamo a imbarazzanti<br />

inchiodate con la macchina, solo perché<br />

qualche istante prima vi è passato davanti<br />

un micio nero? Che molte persone siano<br />

superstiziose non è certo una novità, ma<br />

che addirittura si ridicolizzino, per il sinuoso<br />

passaggio di un felino domestico,<br />

dal manto nero davanti a loro è davvero<br />

troppo! L’uomo è arrivato a ridere in faccia<br />

alla forza di gravità creando macchine<br />

che volano e che possono oltrepassare<br />

interi oceani; ha ideato gingilli di qualche<br />

centimetro con i quali un ragazzo può sentire<br />

centinaia di canzoni e può modificare<br />

per intero l’aspetto di una persona in un<br />

intervento chirurgico rendendola un’altra<br />

ma, nonostante tutto questo, si terrorizza<br />

ancora davanti a un gatto nero. I dubbi si<br />

sollevano e le risposte, purtroppo, non saranno<br />

mai abbastanza esaurienti per poterli<br />

dileguare.<br />

Per tentare di gettare un po’ di luce sulla<br />

figura del gatto nero ovviamente occorrerà<br />

tornare indietro nel tempo, fino ad arrivare<br />

agli Egizi.<br />

Nella cultura egiziana molti animali avevano<br />

valenza religiosa e il gatto svolgeva la<br />

funzione di “guardiano dell’oltretomba”.<br />

Tanto era ferrea questa loro convinzione<br />

che in ogni casa dell’Egitto vi era almeno<br />

un gatto, che cosi poteva sorvegliare i<br />

padroni di casa durante il sonno. Il gatto<br />

nero in particolare era associato alla dea<br />

Iside, sorella e moglie del dio Osiride, sovrano<br />

dell’oltretomba. Iside padroneggiava<br />

la notte che per nome è femminile e si<br />

oppone al giorno, maschile; essa rappresentava,<br />

sempre per gli Egizi, l’energia del<br />

femminile, nell’Universo.<br />

Con l’avvento del cristianesimo molte credenze<br />

non riescono ad essere estirpate, per<br />

ciò vengono rielaborate; tra queste c’è quella<br />

secondo cui molte divinità diventano demoni,<br />

come Iside. Il gatto nero essendo alleato della<br />

dea segue lo stesso destino e diventa un<br />

animale maligno, pericoloso e che porta sfortuna;<br />

inoltre, il gatto nero era oggetto di alcuni<br />

riti pagani e questo fu un dato in più che lo<br />

trasformò in un animale demoniaco.<br />

Nella cultura anglosassone, invece, si ritiene<br />

che facendo del bene a un gatto nero si<br />

evita di scatenare il demone che è in lui e<br />

cosi facendo l’animale non sarà più oggetto<br />

di sfortuna, bensì di fortuna.<br />

Nel Medioevo, di credenze mistiche ce ne<br />

erano per tutti i gusti e, ovviamente, quelle<br />

riguardanti il gatto nero erano ai primi posti<br />

nella lista. Essi venivano bruciati sul rogo,<br />

insieme alle streghe (o a quelle che venivano<br />

giudicate tali), ma bastavano pochi<br />

peli bianchi per potergli “salvare il pelo”.<br />

Nel 1233 papa Gregorio IX emanò la bolla<br />

“Vox in Rama” con la quale dava inizio<br />

all’Inquisizione; tra i vari ordini del pontefice<br />

vi era anche quello di sterminare ogni<br />

gatto dal pelo nero, che fosse capitato a<br />

tiro umano. E cosi durante le feste con-<br />

di Valentina Angelucci<br />

sacrate giù dai campanili piovevano gatti<br />

neri, oppure venivano crocifissi, scorticati,<br />

bastonati e bruciati vivi; le ceneri di questi<br />

ultimi venivano conservate in casa come<br />

simbolo di portafortuna. Un’altra credenza<br />

sul gatto nero era quella di seppellirne uno<br />

vivo, sotto la soglia di casa per garantire<br />

la solidità dei muri. Assurdità? Direi che è<br />

pura follia, ma oggi ancora diciamo: “Gatto<br />

nero porta sfortuna”, quindi perché<br />

fermarsi a questi dati? Aggiungiamo che<br />

nel 1344 nella cittadina francese di Metz,<br />

molte persone vennero colpite dal Ballo di<br />

S. Vito, malattia del sistema nervoso e che<br />

vennero accusati i gatti neri di averla portata.<br />

Questi furono bruciati sulla pubblica<br />

piazza e venne addirittura instaurata una<br />

tradizione che si prolungò fino al 1777, che<br />

consisteva nel rinchiudere in una gabbia<br />

tredici gatti neri e poi bruciarli, per proteggere<br />

la città dalle malattie. E ancora.<br />

Nel 1484 papa Innocenzo VIII decretò la<br />

caccia alle streghe e qualsiasi donna che<br />

avesse anche solo dato da mangiare a un<br />

gatto nero veniva accusata di stregoneria<br />

e bruciata al rogo. Si pensava poi che se<br />

non si fosse praticata un’incisione a forma<br />

di croce sulla pelle dei gattini appena nati<br />

questi all’età di sette anni si sarebbero trasformati<br />

in streghe e che le donne anziane,<br />

di notte, si trasformassero in gatti neri per<br />

poter andare a succhiare il sangue, al bestiame<br />

nelle stalle (dati ricavati da Roberto<br />

Allegri,”Una storia di dolore”, http://www.<br />

micimiao.it/persecuzione.htm).<br />

Nel corso della storia, ci sono stati tanti<br />

problemi per i gatti neri, ma nonostante<br />

tutto oggigiorno ne sono rimasti ancora<br />

molti esemplari e tanta gente li ama senza<br />

pregiudizio. Forse è il caso di tener presente<br />

quanti e quali salti in avanti ha fatto<br />

l’uomo, ed evitare di cadere nella demenza<br />

più totale di queste superstizioni, per non<br />

tornare indietro e far sì che tutto ciò che è<br />

stato fatto sia come vano.


A CAVALLO PER I BOSCHI DEGLI ETRUSCHI<br />

E<br />

ntusiasta coordinatore<br />

della neo costituenda<br />

Associazione<br />

Cavalieri di Cesano,<br />

vi racconto della<br />

nostra prima grande<br />

passeggiata a cavallo,<br />

con la certezza che più di uno di voi vorrà<br />

essere dei nostri la prossima volta.<br />

Ore 6,30 di martedì 12 agosto, siamo otto<br />

cavalieri (un successo se paragonato con<br />

le precedenti iniziative). Il percorso previsto<br />

è lungo e le difficoltà da affrontare non<br />

sono poche: da Cesano, accostando Martignano<br />

e superando il territorio di Anguillara,<br />

ci troviamo ad entrare in quello di Trevignano.<br />

Lì facciamo la prima sosta: cavalli<br />

all’ombra, un “piccolo” spuntino a base di<br />

pane, affettati vari, formaggi e buon vino.<br />

Dopo esserci rifocillati riprendiamo il cammino,<br />

in lontananza si staglia in cielo Rocca<br />

Romana, e il più esperto, Arnaldo, annuncia<br />

che dobbiamo superare quel monte!<br />

Imboccato un sentiero, che ci conduce<br />

dentro un bel bosco ricco di vegetazione<br />

e di suoni naturali, riceviamo il premio che<br />

ci ripaga di tanta strada fatto sotto il sole<br />

d’agosto. Tanta generosità della Natura<br />

rende qualcuno troppo rilassato e distratto<br />

e così, mentre la sua cavallina decide di<br />

comunicare con un cane che la seguiva,<br />

segnalandogli con una coppiola in aria, di<br />

stare più distante, sollevando il posteriore<br />

si sbilancia in avanti ed entrambi finiscono<br />

per terra, fortunatamente senza conseguenze.<br />

Mai distrarsi a cavallo: il cavallo<br />

non comunica come noi!<br />

Fuori dal bosco, lasciato il territorio di Trevignano,<br />

entriamo in quello di Bassano Romano,<br />

dove poco dopo arriviamo nell’area<br />

della seconda sosta. Ci attende l’ombra<br />

di un enorme albero bellissimo circondato<br />

da prato curato, con accanto un fontanile.<br />

Disselliamo i cavalli, li abbeveriamo e li sistemiamo<br />

all’ombra. Poi tiriamo fuori dalle<br />

bisacce un frugale pranzetto… a base di<br />

prosciutto, salame, lonza, formaggi vari,<br />

il maialino della signora Zappu, olive, melanzane,<br />

qualche scatoletta di conserve<br />

varie, pane e vino, caffé, fatto dalla moka<br />

del buon Mauro e l’immancabile fornello a<br />

gas di Marcello, e come ammazza-caffè<br />

la grappa. Ammazziamo anche il tempo<br />

ascoltando le storie e gli aneddoti del nostro<br />

maestro Arnaldo, pur antichi come lui,<br />

sono sempre divertenti.<br />

Si riparte. Riprendiamo il cammino verso<br />

la meta nella quale passeremo la notte.<br />

Dopo un tratto di strada sterrata entriamo<br />

nella faggeta di Bassano, una meraviglia<br />

della Natura, alberi secolari altissimi, sottobosco<br />

con cespugli di pungitopo, il tutto<br />

drappeggiato da fasci di luce solare, che si<br />

fanno strada tra le chiome degli alberi, proiettandosi<br />

nel tappeto di foglie, tracciando<br />

delle scie dorate simili a delle strade che<br />

portano verso il cielo; nelle quali in mezzo<br />

ad una nebbiolina di goccioline argentee,<br />

volteggiano risaltati insetti di ogni foggia<br />

e dimensione, come fossero tanti piccoli<br />

aquiloni trattenuti da un filo invisibile.<br />

Passeggiando in silenzio, ci ritroviamo ad<br />

Oriolo Romano, dove presso un fontanile,<br />

all’interno dell’abitato, che a dispetto<br />

del nome si trova in provincia di Viterbo,<br />

si ristorano i cavalli e ripartiamo. Prendiamo<br />

la direzione di Monterano vecchio. Nel<br />

tragitto passiamo in mezzo a necropoli<br />

etrusche. All’arrivo ci troviamo davanti un<br />

centro abitato fortificato, distrutto dalle<br />

truppe francesi e dalla malaria, nel 1799,<br />

obbligando gli abitanti ad abbandonare<br />

questo sito abitato sin dal 2000 a.C.. Qui<br />

possiamo ammirare un antico acquedotto,<br />

una tomba etrusca scavata nel tufo<br />

accanto ad un fontanile dell’epoca ancora<br />

funzionante. Addentrandoci vediamo il<br />

castello delle fontane, superando le case<br />

dei braccianti e dei domestici, ci ritroviamo<br />

su un verde altopiano nel quale, dietro una<br />

fontana circolare, si staglia verso il cielo<br />

una chiesa, detta di Bonaventura, facente<br />

parte di un complesso conventuale, realizzato<br />

dal Bernini fra il 1677 e il 1679.<br />

Continuando il nostro percorso, scendiamo<br />

per un sentiero scosceso, molto bello,<br />

scavato in parte nel tufo dagli abitanti<br />

del posto circa quattromila anni or sono.<br />

Giunti a valle abbiamo potuto ammirare<br />

una sorgente di acqua sulfurea, per poi<br />

guadare il Mignone, fino a raggiungere la<br />

valle dei butteri. Molliamo lì tutti i bagagli<br />

per recarci, con i cavalli finalmente scarichi,<br />

al paese di Canale, in un caratteristico<br />

di Marcello Boldrini<br />

ristorante. Lì compriamo del vino locale,<br />

dello stesso tipo di quello che nel 1549 fu<br />

ritenuto la migliore bevanda della penisola;<br />

fama che trova conferma in una lettera<br />

scritta da Sante Lancerio, esperto bottigliere<br />

del Papa Paolo III.<br />

Il giorno dopo alle 6,30 ci rimettiamo<br />

all’opera, facciamo mangiare i cavalli, li<br />

portiamo a bere. Dopo tocca a noi, ci laviamo<br />

nel fiume, ci facciamo un caffé.<br />

Raccolte tutte le cose, prepariamo le nostre<br />

cavalcature. Si riparte, aggiriamo il<br />

paese di Canale, entriamo in un sentiero<br />

che ci porta al cancello nord del bosco di<br />

Manziana. Vi entriamo ed arriviamo ad un<br />

fontanile caratteristico, costruito nel periodo<br />

fascista per abbeverare i viandanti del<br />

tempo ed il bestiame allo stato brado. Da<br />

lì ci rechiamo in un’area riservata al ristoro<br />

per fare la piccola colazione… invece facciamo<br />

pranzo. Ma dimenticato nel capanno<br />

del pernottamento il buon vino di Canale,<br />

ci dissetiamo con l’acqua. Scegliamo<br />

di prendere un sentiero dietro la stazione,<br />

che ci accorcerà la strada per Bracciano,<br />

risultato sommerso dai rovi, che il buon<br />

Mauro a colpi di machete rende percorribile<br />

di nuovo. Arriviamo a Pisciarelli, in<br />

mezzo ad un castagneto, raggiungiamo<br />

un fontanile e decidiamo di fermarci lì per<br />

passare le ore più calde. A metà pomeriggio,<br />

riprendiamo il cammino, superiamo<br />

Vigna di Valle. Mancano soltanto cinque o<br />

sei chilometri per arrivare a casa, ma sembrano<br />

infiniti. Un’ora e mezza dopo siamo<br />

a casa, stanchi morti ma contenti.<br />

Penso che queste sono le cose da mostrare<br />

ai nostri giovani, sono questi i valori<br />

veri da difendere ad ogni costo: le bellezze<br />

naturali, il rispetto della natura e dei reperti<br />

lasciatici dai nostri avi a testimonianza<br />

del nostro passato, il rispetto dei nostri<br />

compagni di viaggio, amici, cavalli e cani<br />

compresi. Queste esperienze ci insegnano<br />

i comportamenti corretti che si rifanno alle<br />

regole della cavalleria e formano la solidarietà,<br />

la fratellanza e l’amicizia. Con queste<br />

iniziative, potremo aiutare i nostri ragazzi<br />

a vivere esperienze più entusiasmanti che<br />

non le “emozioni” che spesso trovano a<br />

portata di mano e che prima o poi fanno<br />

parte della cronaca nera.


LE BOTTICELLE<br />

DI ROMA<br />

F<br />

orse a molti non sarà<br />

sfuggito il polverone<br />

sollevato nei mesi<br />

scorsi dai conducenti<br />

delle carrozzelle<br />

romane, altrimenti<br />

dette botticelle, causato<br />

da alcune restrizioni imposte loro dal<br />

Comune di Roma a tutela dei cavalli.<br />

Ai cavalli, infatti, questa usanza turistica costa<br />

fatica e sofferenza. E per di più alla fine di<br />

una lunga carriera al servizio dell’uomo, che<br />

grazie alle sue fatiche guadagna profumatamente,<br />

con molta probabilità finiranno al macello.<br />

Una corsa può costare anche 250 euro<br />

e i turisti a Roma di certo non mancano.<br />

Il carico che devono sopportare non è indifferente:<br />

tra turisti e carrozza si può arrivare<br />

a 700 kg cui vanno aggiunti caldo (nella<br />

stagione estiva), rumori e aria inquinata.<br />

A fine giornata poi, il riposo presso lo squallido<br />

ex Mattatoio del quartiere Testaccio,<br />

triste preannuncio della fine che molti dei<br />

cavalli faranno. Umidità, rumore dei vicini<br />

locali notturni del quartiere sono ben lontani<br />

dall’ambiente tranquillo e salutare, dagli<br />

spazi adeguati che un cavallo dovrebbe<br />

avere a sua disposizione per assecondare<br />

le sue esigenze etologiche.<br />

Il Regolamento Comunale per la Tutela de-<br />

gli animali in vigore dal novembre 2005, fra<br />

le altre misure a protezione dei non umani<br />

della capitale, prevede che i cavalli trainanti<br />

le botticelle, riposino nelle ore centrali della<br />

giornata durante il periodo estivo. Per questo<br />

hanno lavorato alacremente gli animalisti<br />

romani, tra cui la LAV.<br />

di Roberta Bartocci<br />

Settembre 2008<br />

Ma a questo i 43 vetturini operativi non<br />

ci stanno: hanno protestato duramente in<br />

Campidoglio per i guadagni perduti a causa<br />

di quella normativa. E non sono neanche<br />

interessati ad una licenza di taxi, che<br />

evidentemente comporterebbe più lavoro<br />

e/o meno guadagno rispetto al lavoro di<br />

vetturino.<br />

I vetturini e chi difende i loro interessi lo<br />

fanno in nome della “tradizione”. Ma la tradizione<br />

è consuetudine, qualcosa che gli<br />

autoctoni dovrebbero assaporare periodicamente<br />

o sistematicamente, mentre quella<br />

delle botticelle ormai è solo un qualcosa<br />

di posticcio: niente più che un’attrazione<br />

turistica... sfido a trovare un romano che<br />

sia mai salito su una botticella! Altro che<br />

tradizione! Un cavallo tra smog e suv è solo<br />

anacronistico e crudele.<br />

LAV ed ENPA sono impegnate per far rispettare<br />

il Regolamento e per sensibilizzare<br />

i turisti sulla crudeltà di questa assurda<br />

consuetudine che di tradizionale non ha<br />

nulla di più che i finti centurioni del Colosseo,<br />

che solo per lo scatto di una foto chiedono<br />

5 euro. Ma almeno non fanno male a<br />

nessuno...


Settembre 2008<br />

<strong>IL</strong> LATTE DELLA STREGA<br />

a Chelidonia deriva<br />

dal nome greco<br />

“chelidon” che significa<br />

rondine. La<br />

sua fioritura avviene<br />

in primavera e coincide<br />

appunto con il<br />

ritorno delle rondini.<br />

In antichità Plinio raccontava che Aristotele<br />

credeva che le rondini nascessero cieche e<br />

che le madri avrebbero restituito la vista ai<br />

loro piccoli grazie alle gocce del lattice di<br />

questa pianta.<br />

Il lattice di questa pianta incuriosì i discepoli<br />

di Paracelso, i quali diffusero la famosa<br />

teoria della “signatura”. Essa affermava<br />

che esistevano piante ed organi di piante<br />

per forma e/o colore che assomigliavano<br />

ad altrettanti organi umani, e che tali vegetali<br />

erano in grado di curare i malati. La natura<br />

quindi mostrava dei particolari segni<br />

utili alla salute dell’uomo.<br />

Le scoperte più incredibili riguardo all’uso<br />

di questa erba furono lasciate nel XIV secolo<br />

nel celebre Testamentum ad opera<br />

del monaco francescano Raimondo Lullo.<br />

Il monaco sosteneva di aver scoperto il<br />

“<br />

L<br />

on l’ammazzate?<br />

Quello è un animale<br />

cattivo, è la strega!”.<br />

Stavo per appoggiarci<br />

una mano<br />

sopra l’innocua bestiolina<br />

quando mi è<br />

stato raccomandato di schiacciarla. Invece<br />

io che ho fatto? Ho invitato la mantide<br />

a salire sulla mia mano e così l’ho spostata<br />

su una vicina pianta… salvata dalla superstizione!<br />

La Mantide Religiosa o “pregadio” riceve il<br />

nome dal greco mantis che significa profeta.<br />

È un insetto molto vorace, carnivoro,<br />

cannibale, noto perché divora il maschio<br />

dopo l’accoppiamento, diventando simbolo<br />

del potere femminile negativo. È uno<br />

degli insetti più spettacolari, elegante e<br />

mostruoso, che la Natura ci ha dato e che<br />

magistero di resuscitare i morti: “… l’ammalato<br />

si leverà in brevissimo tempo e<br />

confortandolo di tanto in tanto con quintessenza<br />

di chelidonia si sanerà perfettamente<br />

se non haverà determinato iddio al<br />

tutto che colui mora… della quintessenza<br />

danne una dramma e se tu, o medico, opererai<br />

secondo la mia dottrina, tu farai opere<br />

mirabili sopra la terra…’. Passò alla storia<br />

anche come “latte della strega” perché il<br />

suo lattice veniva e viene impiegato per togliere<br />

le verruche.<br />

La Chelidonia è senz’altro la pianta da<br />

usare con maggiore cautela. La sua fama,<br />

molto grande nei secoli, si è ravvivata in<br />

questi anni grazie a numerose pubblicazioni<br />

che però ne raccomandano l’uso esterno.<br />

Contiene diversi principi attivi, ma i più<br />

noti e studiati sono quelli aventi attività antispasmodica<br />

del fegato e delle vie biliari.<br />

Oltre a queste proprietà, la tradizione attribuisce<br />

alla Chelidonia quelle di rischiarare<br />

la vista (cornee bruciate), di bruciare verruche,<br />

nonché di depurare l’organismo.<br />

Cresce in tutta Italia dalla ragione mediterranea<br />

a quella montana; si trova nei luoghi<br />

ombrosi, nelle siepi, nei boschi e tra i ru-<br />

LA “STREGA”<br />

N<br />

da sempre l’uomo l’ha considerato con timore<br />

e rispetto.<br />

Porta il malocchio, secondo molte credenze<br />

popolari che probabilmente hanno<br />

origine romana, se non più antica. Infatti in<br />

quell’epoca si diceva a qualcuno che s’era<br />

ammalato che la mantide l’aveva guardato,<br />

perché l’animale in effetti ha uno sguardo<br />

impressionante con quei due occhioni<br />

che ti fissano, poiché mentre gli altri insetti<br />

possono vedere, la mantide ti guarda!<br />

Molti sono i nomi che la definiscono, anche<br />

nome propri, di donna la maggioranza, ma<br />

essere chiamata strega è proprio la definizione<br />

più interessante dal punto di vista psicologico<br />

perché racchiude in sé tutta la negatività che<br />

da secoli viene attribuita alla donna autonoma,<br />

indipendente, come appunto la strega; la<br />

donna che fa la concorrenza all’intraprendenza<br />

dell’uomo. La donna divoratrice di uomini.<br />

di Sole Boscardi<br />

deri. I fiori sono di colore giallo intenso e<br />

formati da quattro petali; spezzando i fragili<br />

steli di quest’erba fuoriesce un lattice di<br />

colore giallo intenso e ricco di principi attivi<br />

medicamentosi.<br />

(Le informazioni qui riportate hanno solo<br />

un fine illustrativo: non sono riferibili né a<br />

prescrizioni né a consigli medici)<br />

di Don Chisciotte


A<br />

ttualmente si fa un<br />

gran parlare di energie<br />

alternative, pulite,<br />

sicure che garantiscono<br />

un impatto<br />

ambientale sostenibile<br />

e che possono in<br />

un futuro prossimo sostituire le forme tradizionali<br />

di produzione energetica che sappiano<br />

essere costose e soprattutto inquinanti.<br />

Tra le forme alternative di particolare rilievo<br />

è l’energia fotovoltaica.<br />

Le numerose politiche incentivanti<br />

dell’Unione Europea sul tema delle energie<br />

rinnovabili ed il contestuale impegno del<br />

Governo italiano a supporto di tali iniziative<br />

ha portato all’introduzione di un importante<br />

piano d’incentivazione all’installazione<br />

d’impianti per la produzione di energia<br />

elettrica dal Sole.<br />

Conto Energia è il programma europeo<br />

d’incentivazione (Decreto Conto Energia<br />

del 19/02/2007) che rende più agevole per<br />

la collocazione degli impianti fotovoltaici,<br />

anche su terreni agricoli non soggetti a<br />

vincoli, e stabilisce una tabella d’incentivazione<br />

per Kilowattora prodotti, tabella<br />

che tiene conto della grandezza e tipologia<br />

dell’impianto.<br />

Si hanno incentivi, anche per chi risparmia<br />

energia elettrica e per chi sostituisce,<br />

ad esempio, superfici in eternit con moduli<br />

solari fotovoltaici.<br />

L’attività del pannello fotovoltaico è di<br />

convertire la luce solare direttamente in<br />

energia elettrica. Questi pannelli non avendo<br />

parti mobili necessitano di pochissima<br />

manutenzione, vanno solamente puliti periodicamente<br />

e hanno una durata operativa<br />

stimata intorno ai 30 anni.<br />

Ovviamente tutto ciò ha fatto nascere<br />

un nuovo mercato, in rapida espansione,<br />

che necessita di adeguate coperture<br />

assicurative.<br />

Oggi sono pochissime le Compagnie Assicurative<br />

sul mercato ad aver studiato un<br />

prodotto espressamente dedicato.<br />

L’esigenza non è solo rivolta a quella di coprire<br />

impianti di piccole e medie dimensio-<br />

Settembre 2008<br />

ENERGIA ALTERNATIVA<br />

IMPIANTI DA ASSICURARE<br />

di Elisabetta Pizioli<br />

ni, installati a servizio dei condomini, singole<br />

abitazioni o piccole attività produttive,<br />

ma anche per impianti che richiedono una<br />

potenza nominale superiore ai 20 KW.<br />

Le garanzie vengono prestate per coprire i<br />

danni materiali e diretti causati all’impianto<br />

da eventi accidentali come: incendio, fulmine,<br />

esplosione, scoppio, atti di terrorismo,<br />

sabotaggio e grandine.<br />

Inoltre, si può completare il piano garanzie<br />

con i danni da furto, con guasti elettrici<br />

ed elettronici e, in caso di fermo totale<br />

dell’impianto, è possibile l’erogazione di<br />

una diaria per ciascun giorno non utilizzato.<br />

A completare le garanzie sono: il Ricorso<br />

Terzi e la Responsabilità Civile derivante<br />

dalla proprietà e/o conduzione dell’impianto<br />

fotovoltaico.<br />

Per ulteriori informazioni potete scrivermi<br />

all’indirizzo di posta elettronica<br />

del giornale.


Settembre 2008<br />

INTERVISTA AL CONSIGLIERE COMUNALE ROBERTO CANTIANI<br />

XX CON UNA MARCIA IN PIÙ<br />

C<br />

ento giorni dall’insediamento del Sindaco<br />

Alemanno, è tempo di bilanci. Per noi de «Il<br />

Socrate» interviene il Consigliere Comunale<br />

del PDL di zona e ormai affezionato lettore<br />

della nostra rivista Roberto Cantiani.<br />

On. Cantiani, sono passati più di 100<br />

giorni dall’elezione del Sindaco Alemanno,<br />

quali sono stati i provvedimenti più significativi della nuova<br />

squadra di governo?<br />

“Sicuramente il nostro primo impegno è stata la sicurezza delle<br />

persone. Io da presidente vicario della commissione sicurezza ho<br />

lavorato al testo approvato poi dal consiglio che prevede interventi<br />

importanti per migliorare la sicurezza dei cittadini tutti. Il Comune<br />

di Roma dopo anni, nonostante il deficit ereditato, è riuscito ad<br />

assumere 387 nuovi vigili, inoltre è stato firmato dal Prefetto, dal<br />

Sindaco e dai Presidenti di Regione e Provincia un nuovo patto<br />

per ROMA SICURA, intervento che prevede l’impiego di 1.060 militari<br />

e l’impegno di 24 milioni di euro per opere strutturali per la<br />

sicurezza.”<br />

L’opposizione vi ha attaccato sul fatto che gente in divisa può<br />

dare un’immagine di Roma insicura e debole nei confronti dei<br />

cittadini e dei turisti?<br />

“Mah! Credo che questo punto di vista sia una strumentalizzazione<br />

politica male riuscita. I militari non hanno il compito di pattugliare<br />

per strada ma presidiano sedi diplomatiche, stazioni e altri punti<br />

sensibili riuscendo così a liberare carabinieri e poliziotti che possono<br />

controllare il centro città. Poi io credo che tutte le divise esprimono<br />

sicurezza nei cittadini e sono un deterrente per i malintenzionati.<br />

Basti pensare che se il vecchio Governo avesse adottato<br />

questo provvedimento, forse, la signora Reggiani e la studentessa<br />

del Lesotho non sarebbero state aggredite visto in quelle stazioni<br />

fossero state presidiate nelle ore notturne come oggi.”<br />

Lei è anche presidente vicario della commissione commercio<br />

e attività produttive, in questo campo sono stati attuati decreti<br />

importanti, ce ne può parlare?<br />

“Il degrado e l’abusivismo commerciale sono stati i temi di lavoro<br />

della commissione. A partire dal 9 luglio, giorno in cui sono state<br />

firmate dal sindaco le ordinanze ‘anti-borsone’ e ‘anti-bivacco’, nel<br />

primo mese sono stati effettuati 384 sequestri di merce abusiva<br />

per un totale di quasi 25 mila articoli contraffatti attaccando così il<br />

fenomeno all’origine. Un altro tema che stiamo cercando di risolvere<br />

è la tutela del piccolo e medio negoziante nei confronti dei<br />

maxi centri commerciali. È in fase di studio una delibera per limitare<br />

l’apertura di nuovi e per lanciare la politica dei centri commerciali<br />

naturali, quelli di commercianti della stessa via consorziati. In<br />

questo modo daremo ossigeno a quelle attività medio piccole che<br />

oggi, con l’apertura di queste grandi strutture, sono soffocate.”<br />

Vediamo che ultimamente stanno nascendo molte associazioni<br />

di volontariato per il territorio. Che ne pensa?<br />

“Credo che chiunque si senta responsabile dell’attività e dello sviluppo<br />

del proprio territorio debba essere apprezzato e valorizzato.<br />

Il nostro territorio e una città come Roma possono essere ben gestite<br />

solo se i romani si sentono partecipi dello sviluppo della città.<br />

di Giulia Morezzi<br />

Finalmente abbiamo un centro di ritrovo cittadino a Osteria Nuova,<br />

un impegno elettorale che tra poco aprirà: grazie all’A.V.O.N. e i<br />

suoi soci, gli anziani e i giovani di Osteria Nuova avranno un centro<br />

in cui fare attività. Non posso che plaudire alle due associazioni di<br />

volontariato l’A.V.C. e l’A.V.O.N. che stanno portando avanti istanze<br />

e progetti di alto valore sociale.”<br />

Lei vive ed è cresciuto politicamente nel quadrante nord del<br />

XX Municipio, quali sono gli impegni futuri?<br />

“Stiamo cercando di sciogliere alcuni dei grandi problemi che ci<br />

hanno visto in prima linea in questi anni di opposizione e il primo<br />

nostro impegno è nell’edilizia scolastica. Cesano ha bisogno di un<br />

nuovo plesso scolastico, siamo riusciti ad accelerare il processo<br />

d’esproprio e di presa in carico da parte dell’amministrazione<br />

dell’area, ora i tecnici stanno aggiornando il progetto e spero che<br />

entro la prossima estate si riesca a mettere a bando l’opera. Tra<br />

poco partirà la progettazione del nuovo piano d’illuminazione pubblica<br />

per il Borgo di Cesano che ridarà luce e bellezza al borgo.<br />

Un altro impegno è il rifacimento del manto stradale della Cassia,<br />

una parte già siamo riusciti a realizzarla e speriamo di completare il<br />

lavoro a breve. Altro tema a me a cuore sono le vie di collegamento<br />

con il Comune di Anguillara, la nuova strada e la messa in sicurezza<br />

di Via Prato Corazza. Qui il Municipio già ha fatto un ottimo<br />

lavoro ora serve l’intervento dell’Amministrazione Centrale. Inoltre,<br />

dobbiamo impegnarci a risolvere il problema del campo della polisportiva<br />

La Storta… qualcosa in mente c’è però per scaramanzia<br />

è meglio non parlarne; riuscire finalmente a realizzare il centro anziani<br />

di San Felice Circeo e, infine, dobbiamo riuscire a ripristinare<br />

ed a potenziare tutti i servizi all’infanzia ed agli anziani.”<br />

Forte della sua esperienza municipale alle spalle, come giudica<br />

l’operato dell’attuale XX Municipio?<br />

“C’è grande entusiasmo e voglia di fare e soprattutto di fare bene:<br />

ho moltissima stima della nuova presidenza, della giunta e soprattutto<br />

dei consiglieri. Credo che nella politica l’importante è affrontare<br />

i problemi e cercare di risolvere le istanze dei cittadini. Il mio<br />

impegno di consigliere comunale fa sì che io abbia rapporti con<br />

tutti i municipi romani e sinceramente vedo nel XX Municipio una<br />

marcia in più. Un saluto a tutti i lettori della rivista Il Socrate e un<br />

complimento a tutti i giornalisti e al direttore che da più di un anno<br />

stanno portando avanti questo progetto.”


L’ATTUALITÀ DI CHARLOT<br />

TEMPI MODERNI<br />

A<br />

ppartiene al patrimoniocinematografico<br />

mondiale<br />

uno dei migliori<br />

documentari degli<br />

effetti stressanti ed<br />

alienanti che i metodi<br />

utilizzati nelle catene di montaggio producevano<br />

negli operai: “Tempi Moderni”,<br />

diretto, prodotto ed interpretato da Charlie<br />

Chaplin.<br />

Si tratta di un film muto, proiettato per la<br />

prima volta il 5 febbraio 1936, che presenta<br />

tuttavia alcune scene sonore di cui<br />

è celebre l’interpretazione di Titina con testo<br />

improvvisato in una lingua inventata, il<br />

gramelot. È la storia di un operaio, Charlot,<br />

reso un automa a causa dei ritmi disumani<br />

e dei gesti ripetitivi richiesti dalla catena di<br />

montaggio. Durante la pausa pranzo, unico<br />

momento di riposo della giornata, il protagonista<br />

viene prescelto per testare una<br />

macchina automatica da alimentazione<br />

che nutrirebbe gli operai senza interrompere<br />

il lavoro. Charlot svolge il compito di<br />

stringere i bulloni con una chiave. Sempre<br />

lo stesso movimento, tutto il giorno, tutti<br />

i giorni. I bulloni sono la sua ossessione,<br />

perde ogni controllo sulla propria mente,<br />

diviene una macchina, perde ogni forma<br />

d’umanità, inizia a stringere tutto ciò che gli<br />

si presenta davanti come se si trattasse di<br />

bulloni. Un giorno mette mano ai pulsanti<br />

della sala comando, provocando il fermo<br />

della catena produttiva e finisce ingoiato<br />

dagli ingranaggi delle gigantesche macchine.<br />

Considerato folle, Charlot viene affidato<br />

ad una clinica di riabilitazione mentale. Appena<br />

uscito dalla clinica, il buffo personaggio<br />

viene coinvolto in una manifestazione<br />

e ritenuto, a torto, a capo dei dimostranti.<br />

Rinchiuso in un penitenziario sventa senza<br />

accorgersene un tentativo di rivolta, ottenendo<br />

la grazia e una lettera di presenta-<br />

zione che loda le sue qualità, grazie alla<br />

quale viene ingaggiato in un cantiere navale.<br />

Charlot rimuove casualmente l’ancora<br />

della nave e si autolicenzia. La chiusura<br />

delle fabbriche e la conseguente perdita<br />

del lavoro diffondono un clima di povertà e<br />

criminalità. In prigione Charlot apprezzava<br />

il fatto di poter mangiare senza dover lavorare,<br />

dunque, tornato in libertà tenta di farsi<br />

arrestare di nuovo. In uno di questi tentativi<br />

mal riusciti, Charlot conosce una giovane<br />

orfana, responsabile del furto di un filone<br />

di pane, e se ne innamora. Il suo sogno di<br />

tornare in prigione è sostituito da quello di<br />

comprare una casa dove vivere felicemente<br />

con la sua ragazza. Per realizzarlo diventa<br />

guardiano notturno per un grande magazzino.<br />

Lui e la ragazza usano il magazzino<br />

come una casa per soddisfare i loro bisogni<br />

primari. La mattina seguente Charlot viene<br />

trovato addormentato e arrestato di nuovo.<br />

Al suo rilascio va a vivere con la ragazza<br />

in una dimora precaria e, alla notizia della<br />

riapertura delle fabbriche, si fa assumere<br />

come aiutante manutentore. Arrestato<br />

nuovamente e rilasciato dopo poco, trova<br />

insieme alla sua ragazza un impiego presso<br />

un ristorante, lei come ballerina, lui come<br />

cameriere. Il lavoro prevede anche un’esibizione<br />

come cantante e, non ricordando<br />

il testo della canzone, Charlot improvvisa<br />

la “Titina”. Forse per evidenziare l’assurdità<br />

della condizione di Charlot, forse per<br />

rendere universale un sentimento alienante<br />

che di fatto lo era, forse per evidenziare<br />

il “nonsense” che attanaglia l’esistenza,<br />

Charlot canta una canzone priva di significato<br />

formata dall’unione di parole in francese,<br />

spagnolo e italiano messe insieme<br />

senza un vero costrutto.<br />

Due funzionari dell’ufficio assistenza ai<br />

minori orfani tentano di bloccare la ragazza<br />

per rinchiuderla in un istituto ma lei e<br />

Charlot riescono a fuggire. Sconsolata, la<br />

di Ylenia Mocci<br />

ragazza piange tra le braccia di Charlot<br />

che le trasmette fiducia e forza per rialzarsi.<br />

I due, mano nella mano, s’incamminano<br />

lungo una strada che si apre tra gli sconfinati<br />

spazi californiani, simboleggianti le<br />

mille opportunità che la vita riserva ancora<br />

loro e che insieme, grazie al loro amore, riusciranno<br />

ad affrontare.<br />

Charlie Chaplin, nonostante il suo livello<br />

sociale, non si tratteneva mai dal denunciare<br />

pubblicamente le contraddizioni del<br />

mondo e i problemi dell’umanità. Come<br />

commenta il regista Paolo Benvenuti, il<br />

film è un capolavoro perché Chaplin riesce<br />

a denunciare il taylorismo, la teoria economica<br />

dell’organizzazione del lavoro che<br />

all’inizio del secolo scorso ha portato alla<br />

creazione delle catene di montaggio nelle<br />

fabbriche, sorridendo e facendo sorridere il<br />

pubblico. La sua accusa, in ogni caso, non<br />

riguarda la tecnologia in sé ma il rapporto<br />

tra profitto e tecnologia, che, se portato<br />

alle estreme conseguenze - come mostra<br />

efficacemente “Tempi Moderni” - determina<br />

l’alienazione degli operai. “La tecnologia<br />

diventa un mostro nel momento in cui<br />

sposa il profitto. Per cui l’uomo che subisce<br />

questo mostro è un uomo alienato”.<br />

Chaplin, in Tempi Moderni, ci mostra una<br />

limpida trasposizione dei tempi che l’umanità<br />

stava attraversando. La modernità<br />

non è solo progresso e fiducia nella ragione<br />

umana, la modernità è anche distruzione<br />

del contatto tra uomo e primitività,<br />

tra uomo e natura. La modernità ha come<br />

presupposto l’uomo, ha come scopo il<br />

benessere dell’uomo, ma ha come conseguenza<br />

il disagio umano. L’alienazione da<br />

macchina, di cui soffre Charlot, lo conduce<br />

alla totale perdita di sé, egli diviene folle,<br />

spersonalizzato, infelice. I sentimenti, gli<br />

impulsi, i bisogni fisici non contano più.<br />

L’uomo si fa schiavo del proprio prodotto.<br />

L’uomo distrugge se stesso.


Settembre 2008<br />

DAL TERRITORIO<br />

IRRESPONSAB<strong>IL</strong>ITÀ DI UN AUTOMOB<strong>IL</strong>ISTA O ALTRO<br />

ECCO I RISULTATI<br />

Questi scatti ritraggono alcune scene di un sabato d’agosto, quando le fiamme<br />

presumibilmente sviluppatesi lungo un tratto di Via di Prato Corazza hanno devastato<br />

parte delle terre che la Scuola di Fanteria ha in uso, dove ci sono anche siti archeologici:<br />

i Monti di Sant’Andrea di Cesano.<br />

YOGA<br />

AL BORGO DI <strong>CESANO</strong><br />

La scuola di Yoga Ratnachandra (www.ratnachandra.it) riprenderà i corsi a partire dal 22<br />

Settembre presso la sede del Borgo in via della Fontana Secca, 18.<br />

Le novità di quest’anno sono: un nuovo corso pomeridiano, un corso specifico di<br />

meditazione in 4 incontri ed una serie di seminari su come lo Yoga possa essere integrato<br />

nella vita di tutti i giorni portando evidenti miglioramenti nella salute fisica e mentale.<br />

Non esitate a mettervi in contatto con il numero telefonico 338 9075474 dove, oltre a<br />

ricevere tutte le informazioni sugli orari e costi dei corsi, potrete prendere appuntamento<br />

per un colloquio individuale o per una lezione di prova gratuita.<br />

“Un lungo viaggio inizia con un passo...”<br />

Arrivano sulle<br />

tavole di alcuni<br />

fortunati cesanesi<br />

i pomodori<br />

da circa 1 kg<br />

l’uno che l’amico<br />

Luigi Bova<br />

coltiva nel suo<br />

magnifico orto<br />

con grande<br />

amore.<br />

Vi presentiamo il logo della nostra<br />

Associazione Volontari per Cesano,<br />

AVC che spesso sarà presente nelle<br />

manifestazioni da noi organizzate o alle<br />

quali parteciperemo. L’AVC ha delle sezioni<br />

nella quale è suddivisa, che utilizzano il<br />

logo evidenziando il proprio colore come<br />

potete vedere a pag. 2 ed a pag. 16.<br />

Vi presentiamo anche le cariche sociali<br />

dell’AVC che sono:<br />

Consiglio Direttivo<br />

Presidente: Giancarlo Soccorsi<br />

Vicepresidente: Michele Proietti<br />

Segretario: Antonio Grossi<br />

Tesoriere: Laura Appolloni<br />

Consiglieri: Sole Boscardi<br />

Marina Vellucci<br />

Giampiero Ludovici<br />

Angelo Sciarretti<br />

Elisabetta Pizioli<br />

Roberto Turco<br />

Carlo Spadoni<br />

Sonia Soccorsi<br />

Luigi Vellucci<br />

Marcello Boldrini<br />

Maurizio Ardito<br />

Alberto Molinas<br />

Roberto Fabbri<br />

Revisori Dei Conti<br />

Presidente: Maria Recchia<br />

Effettivi: Umberto Russo<br />

Luigi Cuicchi<br />

Supplenti: Gianluca Fantini<br />

Roberto Russo<br />

Probiviri<br />

Presidente: Ivan Gentili<br />

Effettivi: Osvaldo Giacomi<br />

Renato Vignaroli<br />

Supplenti: Martino Carlino<br />

Ferdinando Forti<br />

Sezione Donatori Sangue<br />

Presidente: Maurizio Ardito<br />

Membro: Antonio Grossi<br />

Sezione Editoria («Il Socrate»)<br />

Presidente: Alberto Molinas<br />

Membri: Elisabetta Pizioli<br />

Sole Boscardi<br />

Sezione Attività Culturali<br />

Membri: Giampiero Ludovici<br />

Fabrizio Sciarretti<br />

Roberto Turco<br />

Angelo Sciarretti<br />

Sonia Soccorsi<br />

Carlo Spadoni<br />

Luigi Vellucci<br />

Marina Vellucci<br />

Roberto Fabbri<br />

Sezione Attività Sportive<br />

Presidente: Roberto Fabbri


ANNIVERSARIO<br />

DUE ANNI FA CI LASCIAVA ORIANA FALLACI<br />

I<br />

ntelligente, indipendente,<br />

forte, dal<br />

temperamento risoluto,<br />

determinata<br />

a portare sempre<br />

a termine i suoi incarichi,<br />

per quanto<br />

ardui fossero.<br />

Questo un breve antipasto per poter arrivare<br />

alla figura di Oriana Fallaci.<br />

Oriana Fallaci nasce a Firenze il 29 giugno<br />

del 1929 da genitori fiorentini, primogenita<br />

di tre figlie. Cominciò a lavorare nel settimanale<br />

“Epoca”, sotto la cui guida c’era lo<br />

zio, Bruno Fallaci che, per evitare accuse<br />

di nepotismo, la fece lavorare sui casi più<br />

inutili. La sua educazione e la sua disciplina<br />

le deve certamente alla sua infanzia<br />

trascorsa poco serenamente, a causa della<br />

vita politicamente irrequieta del padre,<br />

perché comandante militare del Partito<br />

d’Azione a Firenze e capo della Resistenza<br />

della città.<br />

Oriana studiò all’Istituto magistrale, poi<br />

passò al ginnasio con un salto di due anni,<br />

che le fecero avere la maturità all’età di 16<br />

anni e iscriversi, alla stessa età, all’Università.<br />

In terzo liceo fondò un movimento<br />

studentesco chiamato “Unione Studenti” e<br />

grazie ad alcuni amici tipografi di Firenze<br />

pubblicò il “Manifesto degli Studenti”, che<br />

ebbe poco successo. Partecipò alla Resistenza<br />

come staffetta di città e montagna<br />

favorita anche dal suo aspetto infantile,<br />

che le consentì di poter passare inosserva-<br />

ta, senza destare sospetti, davanti ai posti<br />

di blocco tedeschi. Per il suo attivismo politico,<br />

all’età di 14 anni ricevette nel 1943<br />

un riconoscimento d’onore dall’Esercito<br />

Italiano. Lavorò con il gruppo di “Giustizia<br />

e Libertà” e, nel 1944, il padre venne arrestato,<br />

torturato a Villa Triste e poi rilasciato.<br />

Dopo un tentativo alla facoltà di medicina<br />

decise di abbandonare gli studi e lavorare<br />

nel “Mattino Centrale”.<br />

«La vista dei cadaveri mi dava fastidio… in<br />

più la medicina richiedeva uno sforzo mnemonico<br />

di cui non ero capace e presto mi<br />

accorsi che una vita regolare e pianificata<br />

non era proprio nel mio carattere, inquieto<br />

per natura» (“L’Europeo”,”Oriana Fallaci si<br />

racconta” di Salvatore Giannella).<br />

A vent’anni cominciò a lavorare per L’Europeo<br />

(da sempre suo sogno segreto) allora<br />

diretto da Arrigo Benedetti. Nel 1954<br />

dopo essere stata licenziata dal “Mattino<br />

Centrale”, a causa di divergenze politiche<br />

fece le valigie e si trasferì a Roma, dove<br />

continuò a scrivere per L’Europeo di fatti<br />

romani; come del periodo di Via Veneto e<br />

dei divi americani venuti in pellegrinaggio a<br />

Roma. In seguito lasciò la capitale per trasferirsi<br />

alla redazione milanese della rivista.<br />

Dopo numerosi viaggi, si trasferì nel 1956<br />

a New York dove stette per lungo tempo,<br />

per occuparsi di divi e mondanità, da cui<br />

nacque “I sette peccati di Holliwood”. Nel<br />

1967 si recò in qualità di corrispondente di<br />

guerra per L’Europeo in Vietnam, dove vi<br />

ritornerà per 12 volte in 7 anni e da questi<br />

soggiorni nascerà “Niente e cosi sia”, pubblicato<br />

nel 1969. Nel 1973 Oriana incontra<br />

Alekos Panagulis, leader della Resistenza<br />

greca contro il Regime dei Colonnelli, del<br />

quale sarà la compagna fino alla morte di<br />

lui avvenuta nel 1976, in un apparente incidente<br />

stradale. La giornalista gli dedicherà<br />

anche un libro “Un uomo”, pubblicato<br />

nel 1978. Nel 1975 la coppia indagò sulla<br />

morte del poeta Pier Paolo Pasolini, loro<br />

amico; la Fallaci sarà la prima a denunciare<br />

un movente diverso, politico o malavitoso,<br />

dell’omicidio dell’artista. Lo stesso anno,<br />

la scrittrice ebbe il suo primo successo<br />

editoriale con la pubblicazione del libro<br />

“Lettera a un bambino mai nato”, che le<br />

fruttò ben 4 milioni e mezzo di copie vendute<br />

in tutto il mondo. Nel 1976 sostenne il<br />

Partito Radicale, anche per le loro campagne<br />

femministe. Oltre all’attività di reporter<br />

hanno fatto seguito molte interviste a personaggi<br />

importanti, dei quali ricordiamo:<br />

Giulio Andreotti, Giorgio Amendola, Alekos<br />

Panagulis, Yasser Arafat, Henry Kissinger e<br />

Indira Gandhi. Il rettore del Columbia College<br />

di Chicago le consegnò la “laurea honoris<br />

causa” in letteratura e la definì «uno<br />

degli autori più letti ed amati del mondo».<br />

Nel 1990 uscì il romanzo “Insciallah”, libro<br />

ambientato tra le truppe italiane inviate<br />

dall’ONU a Beirut e in questo periodo scoprì<br />

di avere un cancro ai polmoni, che lei<br />

stessa definirà «L’Alieno». Dopo l’attentato<br />

alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001,<br />

la scrittrice ipotizzò una tesi, secondo la


Settembre 2008<br />

quale, la civiltà occidentale è incapace<br />

di difendersi dall’avvento del fondamentalismo<br />

islamico e che il tutto fa parte di<br />

un pianificato tentativo del mondo musulmano<br />

di islamizzazione dell’Occidente.<br />

Nel 2004 la Fallaci si schierò contro l’eutanasia<br />

spinta dal caso di Terri Schiavo.<br />

Nel 2005 il quotidiano “Libero” lanciò una<br />

raccolta di firme affinché il Presidente<br />

della Repubblica conferisse alla Fallaci il<br />

titolo di senatore a vita e vennero raccolte<br />

75.000 firme. Qualche giorno prima delle<br />

elezioni politiche del 2006 circolò in rete<br />

una dichiarazione di voto firmata con il<br />

nome della Fallaci, in cui l’autore dichiarava<br />

il sostegno a Silvio Berlusconi. La<br />

giornalista smentì di esserne l’autore.<br />

Oriana Fallaci morì a Firenze il 15 settembre<br />

del 2006, all’età di 77 anni, a causa di<br />

un peggioramento delle sue condizioni di<br />

salute, dovute al tumore e venne sepolta<br />

nel cimitero degli Allori, nella tomba di famiglia<br />

accanto al ceppo commemorativo<br />

di Alekos Panagulis.<br />

Emergenza sangue<br />

L<br />

a carenza di sangue,<br />

ormai da tempo denunciata<br />

dai Centri<br />

Trasfusionali dei<br />

nostri ospedali, ha<br />

assunto la connotazione<br />

di una vera e<br />

propria emergenza alla quale le istituzioni<br />

nazionali, con la riforma sanitaria, hanno<br />

fatto fronte decentrando la problematica<br />

alle regioni, sollecitandole a favorire e sostenere<br />

le Associazioni di Volontariato operanti<br />

nello specifico settore.<br />

Nel nostro territorio, opera l’Associazione<br />

Donatori Volontari di Sangue “EMA ROMA”<br />

alla quale si è iscritta la neo Associazione<br />

Volontari per Cesano. All’interno di<br />

Tra i vari riconoscimenti ottenuti dalla<br />

scrittrice ricordiamo: il premio Annie Taylor<br />

ottenuto a New York nel 2005, per il<br />

coraggio del “Center for the study of Popular<br />

Culture” (“Centro Studi di Cultura<br />

Popolare”); l’Ambrogino d’Oro a Milano;<br />

la Medaglia d’Oro, quale “benemerita<br />

della cultura” dal Presidente della Repubblica<br />

Italiana, Carlo Azeglio Ciampi e nel<br />

2006, dal presidente del Consiglio Regionale<br />

della Toscana Riccardo Nencini, la<br />

Medaglia d’Oro del consiglio stesso.<br />

I fatti riguardanti Oriana Fallaci sono molti,<br />

le accuse mosse contro di lei molte di<br />

più, ma è indubbia la sua abilità di scrittrice,<br />

il suo coraggio da «un generale nella<br />

guerra per la libertà» come la definì David<br />

Horowitz, fondatore del centro Annie<br />

Taylor Award e quella grinta, tipicamente<br />

femminile che la rende ancora oggi simbolo<br />

di libertà d’espressione e modello<br />

da seguire per molte giovani aspiranti alla<br />

carriera di giornalista.<br />

V.A.<br />

quest’ultima, già dal marzo 2008, è operativa<br />

una Sezione donatori di Sangue.<br />

Tale struttura organizza periodicamente<br />

(due volte l’anno) la raccolta del sangue<br />

nella nostra borgata e ne gestisce - tramite<br />

l’EMA ROMA - la relativa “Banca”,<br />

costituita presso l’Ospedale San Filippo<br />

Neri, a disposizione per le eventuali esigenze<br />

dei nostri concittadini. La prima raccolta<br />

è stata effettuata il 16 marzo 2008.<br />

È stato veramente un successo inatteso,<br />

poiché si sono iscritti 40 donatori dei quali<br />

ben 38 hanno donato andando, di fatto, a<br />

costituire la “nostra banca” con un budget<br />

di 19 sacche. Da quando la Sezione<br />

è operativa, siamo riusciti a far fronte alle<br />

necessità di 4 nostri sfortunati concittadi-<br />

DONA ANCHE TU<br />

LA SPERANZA…<br />

Se ritieni che questa è una giusta<br />

causa vieni a trovarci il giorno 28<br />

settembre 2008 alle ore 8,30 nei<br />

locali dell’ex Circolo Sottufficiali,<br />

saremo felici di accoglierti nel<br />

nostro sodalizio ed insieme ad<br />

altri amici volontari cercheremo<br />

di dare il nostro “piccolo grande”<br />

contributo.<br />

Oriana Fallaci ha ispirato parte del nostro<br />

nome perché «Il Socrate», seppur<br />

dedicato al filosofo greco, è dal suo<br />

modo di scrivere alcune frasi con le<br />

parole unite da trattini che abbiamo<br />

preso spunto per il nostro «so-di-nonsapere»,<br />

umile omaggio ad una grande<br />

donna che ha voluto picconare la<br />

società occidentale, europea ed in<br />

particolare italiana.<br />

A.M.<br />

di Maurizio Ardito<br />

ni mediante l’erogazione di 5 sacche del<br />

“prezioso liquido”. Appare evidente che se<br />

in una borgata piccola, quale è la nostra,<br />

in un lasso di tempo brevissimo, si sono<br />

verificate quattro richieste di sangue, il<br />

tutto - rapportato a livello nazionale - dà<br />

la dimensione del “dramma” che affligge<br />

la collettività. Caro concittadino, in queste<br />

poche righe ho cercato di sintetizzare un<br />

enorme problema che, speriamo mai, ciascuno<br />

di noi un giorno potrebbe “toccare”<br />

con mano. Quindi, a voi voglio affidare il<br />

disperato messaggio di AIUTO di persone<br />

che, meno fortunate di noi, si trovano in un<br />

letto di ospedale sperando in un gesto di<br />

generosità da parte del prossimo. In tale<br />

ottica, ti invito a riflettere…<br />

PER EVENTUALI NECESSITA’<br />

DI SANGUE<br />

POTETE CONTATTARE<br />

MAURIZIO ARDITO<br />

(Responsabile Sezione)<br />

335 66 96 581<br />

ANTONIO GROSSI<br />

(Segretario Sezione)<br />

335 13 84 973


L’IMMAGINE<br />

DELL’ITALIA ALL’ESTERO<br />

L<br />

a promozione culturale<br />

all’Estero è<br />

frutto di una serie<br />

complessa di fattori<br />

strettamente legati<br />

alla storia, all’evoluzione<br />

sociale e culturale<br />

del nostro Paese.<br />

Ciò che ha caratterizzato lo sviluppo culturale<br />

dell’Italia è stata la straordinaria creatività<br />

del genio italiano. L’Italia ha contribuito<br />

all’arricchimento del patrimonio mondiale<br />

in campo artistico, ciò costituisce un’immensa<br />

ricchezza difficile da gestire e da<br />

promuovere all’Estero.<br />

La discrepanza fra le potenzialità creative<br />

del popolo italiano e la loro realizzazione<br />

sul piano storico sociale ha determinato<br />

la peculiarità del profilo culturale del Paese.<br />

In ambito promozionale è necessario<br />

definire quale aspetto deve meglio rappresentare<br />

l’Italia all’Estero. Durante il fascismo<br />

l’immagine dell’Italia all’Estero era di<br />

culla della civiltà imperiale romana. Negli<br />

anni 70, date le mutate esigenze storiche,<br />

il fenomeno dell’emigrazione di massa,<br />

registratosi nel dopoguerra, creò un collegamento<br />

con la popolazione emigrata italiana.<br />

In tempi recenti l’attività istituzionale<br />

degli Istituti Italiani di Cultura all’Estero si è<br />

adattata a nuove modalità di proposizione<br />

della cultura nazionale. Infatti, la riforma<br />

della Legge 401 del 1990, concernente il<br />

funzionamento degli Istituti Italiani di Cultura,<br />

ha promosso la costituzione della<br />

“Commissione Nazionale per la Promozione<br />

della Cultura Italiana all’Estero”.<br />

Il suddetto Organo ha delineato una politica<br />

culturale che deve essere in sintonia con<br />

lo sviluppo dei tempi collaborando con gli<br />

Enti e le Istituzioni straniere che svolgono<br />

attività di promozione culturale. Al fine di<br />

evitare una discrepanza tra operatori culturali<br />

e realtà sociale, tra la cultura italiana<br />

e la sua rappresentatività all’Estero i nostri<br />

operatori culturali all’Estero hanno il compito<br />

di esaminare le condizioni dei Paesi<br />

delle varie aree geografiche in cui esplicano<br />

la loro attività per svolgere un’adeguata<br />

programmazione operativa.<br />

Attualmente le strategie e gli strumenti<br />

programmatici attuativi sono indirizzati<br />

principalmente a tre aree di intervento:<br />

cultura, lingua e scienza. La rete cultura-<br />

le all’Estero è formata dagli Istituti Italiani<br />

di Cultura, dalle scuole italiane, dall’attività<br />

dei lettori universitari e degli addetti<br />

scientifici, dall’attività archeologica, dalla<br />

promozione del prodotto interno italiano<br />

in numerosi settori merceologici, dagli accordi<br />

culturali e scientifici istituzionali, dalla<br />

concessione di borse di studio per i cittadini<br />

stranieri e italiani residenti all’Estero e<br />

dagli scambi socio-culturali giovanili.<br />

Occorre, tuttavia, realizzare in un ambito<br />

cooperativo un incontro fra culture diverse<br />

nel rispetto delle diversità stesse. Assume<br />

particolare rilievo la promozione della cultura<br />

italiana del mondo contemporaneo.<br />

Gli Istituti Italiani di Cultura furono istituzionalizzati<br />

con la Legge 19 dicembre 1926<br />

n. 2179, che li considerava strumento di<br />

diffusione della cultura italiana, finalizzati<br />

allo sviluppo delle relazioni intellettuali<br />

con i Paesi stranieri. Con il Decreto del 24<br />

giugno 1950 il nuovo Stato democratico<br />

e repubblicano rifondò gli Istituti sottolineandone<br />

la funzione informativa, di consulenza,<br />

di documentazione culturale, di<br />

rappresentanza culturale italiana all’Estero<br />

e di diffusione della lingua e cultura italiana.<br />

La circolare del 21 giugno 1955 n. 42<br />

favoriva la cura dei contatti con Enti e Personalità<br />

del mondo culturale, accademico,<br />

scientifico e artistico del Paese ospitante.<br />

Gli Istituti di cui trattasi furono dotati di una<br />

biblioteca, di un’emeroteca, si organizzarono<br />

presso gli stessi conferenze, spettacoli,<br />

mostre; fu curata la diffusione editoriale<br />

italiana; fu concessa assistenza a studiosi<br />

italiani e stranieri; furono organizzati corsi<br />

di lingua e cultura italiana.<br />

L’aumento della presenza italiana nel mondo<br />

fu determinato dal fenomeno dell’emigrazione<br />

del dopoguerra, ciò si rifletteva<br />

di Germana Gismondi<br />

Settembre 2008<br />

sulla politica culturale degli Istituti italiani<br />

che cercarono di promuovere attività per i<br />

connazionali all’Estero e creare un punto di<br />

riferimento culturale. A tal fine fu emanata<br />

la circolare del Ministero degli Affari Esteri<br />

del 18 maggio 1978 n. 13 che promuoveva<br />

relazioni culturali con le élites locali e<br />

costruiva un raccordo con la popolazione<br />

italiana emigrata con la finalità di favorire<br />

l’integrazione socio-culturale in terra straniera.<br />

La riforma degli Istituti culturali a seguito<br />

della Legge 22 dicembre 1990 n. 401 conferì<br />

al Ministero degli Affari Esteri la responsabilità<br />

istituzionale di promuovere la diffusione<br />

all’Estero della cultura e della lingua<br />

italiana e concesse autonomia operativa<br />

e finanziaria agli Istituti Italiani di Cultura<br />

stessi, riequilibrò il rapporto tra Direttori<br />

d’Istituto e Rappresentanze diplomatiche<br />

e consolari, stabilì le finalità dei 93 Istituti<br />

attualmente aperti e le funzioni dei Direttori,<br />

istituì l’Area della Promozione culturale<br />

ed il ruolo dirigenziale per la stessa.<br />

Tuttavia, con il processo di europeizzazione<br />

e l’avvento della globalizzazione è necessario<br />

fare una riflessione sui concetti di<br />

identità e rendere la politica culturale italiana<br />

all’Estero più conforme alla realtà attuale:<br />

è importante promuovere efficacemente<br />

il Bel Paese, fare fronte a certi attacchi<br />

provenienti dal settore dell’informazione<br />

internazionale, esportare la diversità culturale<br />

italiana, diffondendo la nostra cultura<br />

non solo nei Paesi più ricettivi, ma anche in<br />

quelli dove la presenza dell’italianità è più<br />

forte, creando un legame più indissolubile<br />

tra le comunità di immigrati, dei loro figli,<br />

nipoti e discendenti facendo diventare gli<br />

Italiani nel Mondo un grande insieme di<br />

ambasciatori della nostra Nazione.


Settembre 2008<br />

“ARES 118 LAZIO SOCCORSO”<br />

A come Azienda, R come Regionale, E come Emergenza, S come Sanitaria.<br />

Vi chiederete: perché questa precisazione?<br />

Perché nel leggere questa sigla per intero ho creduto di capire che, nella<br />

nostra Regione, quando una persona ha una emergenza sanitaria basta che<br />

si rivolga al 118 e che quest’ultimo invia il mezzo di soccorso più adatto e il<br />

più vicino a disposizione. Ma non è cosi, perché il richiedente se ha la sfortuna<br />

di abitare nei limiti Nord Ovest della provincia di Roma (parte dei comuni<br />

di Trevignano, Campagnano e Mazzano) l’ambulanza più vicina dalle ore 8<br />

alle 20 si trova a Monterosi, ma Monterosi è nella provincia di Viterbo e, per<br />

disposizione della direzione della centrale operativa del 118 di Viterbo, le loro<br />

ambulanze non debbono essere impiegate al di fuori della loro provincia.<br />

Potreste dire che questo non ci coinvolge direttamente ma non è così:<br />

l’ambulanza più vicina a quell’area, dopo quella di Monterosi, è quella che<br />

staziona stabilmente proprio a Cesano. Considerando che tale ambulanza<br />

copre oltre la zona di Cesano, anche le zone di La Storta, Isola Farnese,<br />

parte di Formello, Campagnano, Mazzano, Anguillara e tutte le zone di<br />

aperta campagna di parte di questi Comuni, vi renderete conto che ogni<br />

qual volta la nostra ambulanza viene impiegata fuori zona si priva il nostro<br />

territorio dell’unico mezzo di Primo Soccorso a disposizione. Mentre<br />

le ambulanze della provincia di Roma intervengono abitualmente anche<br />

nella provincia di Viterbo senza fare discriminazione di province. Questo<br />

comportamento del 118 della sezione di Viterbo causa un notevole allungamento<br />

dei tempi d’intervento, a grave danno degli infortunati.<br />

Si mette in evidenza che la postazione di primo soccorso di Cesano fa oltre<br />

1.200 soccorsi l’anno.<br />

Lettera firmata<br />

AVVISO AI MATURANDI 2008/09<br />

VUOI COLLABORARE CON «<strong>IL</strong> SOCRATE»?<br />

Nel complesso mondo della scuola arriva<br />

«Il Socrate» a dare una mano ai maturandi<br />

che intendono migliorare il loro profitto<br />

scolastico. Infatti, dalla collaborazione con<br />

la nostra rivista i loro insegnanti potrebbero<br />

valutare positivamente l’impegno redazionale<br />

considerandolo un credito per la Maturità. Non<br />

ci sono accordi ufficiali, pertanto la valutazione<br />

dipenderà esclusivamente dalla disponibilità<br />

del professore di turno: se non altro, i giovani<br />

maturandi avranno modo di confrontarsi<br />

con una realtà extra scolastica che non può<br />

che migliorare il processo di maturazione di<br />

ciascuno, linguistico e non, partecipando<br />

insieme ad altri colleghi ad un progetto<br />

giovane, indipendente, creativo e pieno di<br />

soddisfazioni vedendo pubblicate le proprie<br />

idee, i propri studi, le notizie raccolte e, perché<br />

no?, le proprie fotografie.<br />

Per partecipare al progetto bisogna essere<br />

residenti nel XX Municipio di Roma o dintorni<br />

o avere un particolare interesse in quest’area<br />

della nostra Provincia.<br />

Gli interessati possono contattarci via<br />

e-mail fornendo un breve curriculum vitae<br />

completo di clausola liberatoria per la<br />

privacy e di un numero di telefono (è ovvio<br />

che questo avviso è esteso a tutti coloro<br />

che sono interessati a collaborare pur non<br />

essendo maturandi).


D (CINquECENtESIMA) FEStA DEL SS. CROCIFISSO<br />

<strong>IL</strong> <strong>“D</strong> <strong>DAY”</strong> DI <strong>CESANO</strong><br />

N<br />

el 1508 veniva scoperto<br />

nel sottosuolo<br />

della Chiesa di San<br />

Giovanni Battista del<br />

Borgo di Cesano un<br />

crocifisso ligneo databile<br />

all’anno Mille.<br />

La statua di Gesù con braccia snodabili è in<br />

legno di cedro del Libano e, sebbene non<br />

di dimensioni grandi, ha un peso notevole.<br />

Al Crocifisso nel corso dei secoli sono stati<br />

attribuiti poteri miracolosi, come quello<br />

della pioggia abbondante dopo un lungo<br />

periodo di siccità invocata dai fedeli nella<br />

Programma della 500ª Festa del S.mo Crocifisso & Palio dei Rioni<br />

11-14 settembre - Piazza Francesco Caraffa, Borgo di Cesano:<br />

Giovedì 11 settembre 2008<br />

ore 17.00 - Triduo al S.mo Crocifisso nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 18.00 - S. Messa e Benedizione del Palio nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 19.00 - Apertura dello stand gastronomico<br />

ore 20.00 - Cena dei Rioni sotto le stelle in Piazza Francesco Caraffa - Borgo di Cesano<br />

ore 21.30 - Spettacolo di musica popolare romana e napoletana con il gruppo “Extravolti”<br />

Venerdì 12 settembre 2008<br />

ore 16.00 - Apertura dello stand gastronomico<br />

ore 17.00 - Triduo al S.mo Crocifisso nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 18.00 - S. Messa nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 19.00 - Mercatino per le vie del Borgo<br />

ore 20.00 - Gara della pastasciutta (gara valevole per l’assegnazione del palio)<br />

ore 21.30 - Official Cover Band “Pooh” (Inca) in concerto<br />

Sabato 13 settembre 2008<br />

ore 10.45 - Tavola rotonda organizzata dall’I.S.P.E.S.L. e Comitato Festeggiamenti di Cesano su<br />

“Infortuni domestici” presso la Chiesa di San Giovanni Battista - Borgo di Cesano<br />

ore 12.30 - Apertura dello stand gastronomico<br />

ore 15.00 - Corsa dei somari al fantino - Gincana dei cavalli - Corsa dei rotoball in Via Guido<br />

Miotto (gare valevoli per l’assegnazione del palio)<br />

ore 17.00 - Triduo al S.mo Crocifisso nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 18.00 - S. Messa nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 21.00 - Spettacolo musicale con il cabarettista Antonio Giuliano<br />

Domenica 14 settembre 2008<br />

ore 08.00 - S. Messa nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 09.30 - Albero della cuccagna - Gara dei maialetti in Via Guido Miotto (gare valevoli per<br />

l’assegnazione del palio)<br />

ore 11.00 - Deposizione della corona al Monumento dei Caduti, Borgo di Sopra<br />

ore 11.30 - S. Messa nella Chiesa di San Nicola<br />

ore 12.00 - Apertura dello stand gastronomico<br />

ore 15.00 - Sfilata in Costume Storico con la partecipazione degli Sbandieratori di Cori (partenza<br />

dalla Chiesa di San Sebastiano)<br />

ore 17.00 - Arrivo della Banda Musicale di Manziana<br />

ore 18.00 - Santa Messa e Solenne Processione in onore del S.mo Crocifisso, celebra S. E.<br />

Mons. Gino Reali, Vescovo della nostra DIocesi di Porto e Santa Ruffina, nella chiesa<br />

di S. Giovanni Battista - Borgo di Cesano<br />

ore 19.00 - Tiro alla fune (gara valevole per l’assegnazione del palio)<br />

ore 21.00 - Spettacolo musicale con i “Ragazzi di Amici 2008”<br />

ore 22.45 - Estrazione della Lotteria - Assegnazione del Palio<br />

ore 23.00 - Spettacolo pirotecnico visibile dal Borgo di Cesano<br />

N.B.: La chiesa di San Giovanni Battista rimarrà aperta durante i giorni della Festa.<br />

Sollecitavamo i residenti a contribuire per la riapertura della Chiesa («Il Socrate» Anno I, n. 11<br />

novembre 2007 pag. 14); come purtroppo si capiva mesi fa («Il Socrate» Anno II, n. 2/3 marzo<br />

2008 pag. 16) non gliel’ha fatta Don Luigi coi fondi raccolti ma per la Festa si apre lo stesso,<br />

anche se solo per questa volta (annunciato da «Il Socrate» Anno II, n. 6/7 luglio 2008 pag. 17).<br />

di Alberto Molinas<br />

sua processione per salvare i raccolti. Oppure<br />

quello che tramanda la voce popolare<br />

secondo la quale, portato in processione,<br />

ma allontanatosi troppo dalla chiesa dov’è<br />

sempre stato custodito, i buoi si rifiutarono<br />

di continuare ad andare oltre e non ci fu altra<br />

soluzione se non riportare indietro il Ss.<br />

Crocifisso e custodirlo nella sua teca.<br />

Cinquecento anni dopo, per l’importante<br />

ricorrenza fervono i preparativi per<br />

quella che sarà la Festa delle Feste dei<br />

cesanesi d’oggi, perché tale anniversario<br />

è unico e non più proponibile.<br />

Il Comitato per i Festeggiamenti della Parrocchia<br />

di San Giovanni Battista ha lavorato sodo<br />

organizzando il programma della Festa.<br />

A tutti i suoi membri l’augurio di un grande<br />

successo con la speranza che i diversi<br />

punti di vista, anche religiosi, le diverse<br />

visioni politiche locali e nazionali, gli interessi<br />

personali e quanto in passato sono<br />

stati motivo di divisione, in futuro vengano<br />

superati per il bene comune superando<br />

differenze che, viste da fuori, sembrano<br />

più un insieme che una diversità.

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