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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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70 ALESSANDRO FERSEN<br />

In Italia Marinetti scatena una rivolta all’italiana contro i canoni del<br />

teatro aristotelico: il suo futurismo trova un terreno fertile a Mosca e a<br />

Leningrado dove intanto è esplosa la grande avanguardia russa 8 .<br />

Crollano le strutture di un vecchio assetto sociale, crollano gli scenari<br />

polverosi di una tradizione decrepita. Non c’è settore della vita<br />

teatrale che non sia messo a soqquadro: non ipotesi di recitazione che<br />

non sia sperimentata, non impostazione scenografica che non venga<br />

messa in cantiere, non disciplina scenica che non sia esasperata fino<br />

all’indisciplina, non monelleria registica cui sia proibito il suo sberleffo,<br />

non ripostiglio dell’antico teatro che non venga perquisito con<br />

pedanteria inattesa. Tutte le convenzioni della tradizione sette-ottocentesca<br />

vengono sbaragliate in quel momento splendente di libertà<br />

teatrale.<br />

Non passa mezzo secolo (anni Sessanta-Settanta) e una nuova ventata<br />

di contestazione soffia sui palcoscenici europei. (In realtà, un<br />

lavorio di ricerca prosegue, senza soluzioni di continuità, nel XX secolo:<br />

Artaud muore nel 1948, Brecht nel 1956.) La nuova avanguardia (la<br />

sgradevolezza militaresca del termine sottolinea l’aggressività di queste<br />

guerre di religione) si trova daccapo a fronteggiare l’ufficialità di un<br />

teatro di tradizione, che, assorbite alcune istanze dall’avanguardia<br />

degli anni Venti, sembra uscito intatto da quegli sconvolgimenti.<br />

L’avanguardia degli anni Sessanta aggiorna con sensibilità adeguata ai<br />

tempi le innumerevoli ipotesi dell’avanguardia russa, le rielabora con<br />

soluzioni talvolta geniali 9 .<br />

A spiegare queste inquietudini cicliche non basta la restaurazione<br />

teatrale che ha fatto seguito agli entusiasmi iconoclastici degli anni<br />

Venti. E non basta a spiegarle il successivo dilagare dello spettacolo<br />

8 Marinetti tiene tre conferenze a Mosca e due a Pietroburgo nell’inverno 1914 e si<br />

trova subito al centro di entusiasmi, denigrazioni, attacchi furenti e satire giornalistiche:<br />

tutto questo giova alla grande popolarità del futurismo in Russia. Nel Manifesto del teatro<br />

futurista del 1915 (secondo manifesto del futurismo), Marinetti condanna il teatro<br />

contemporaneo «dove tutto è prolisso, analitico, pedantescamente psicologico, esplicativo,<br />

diluito, meticoloso, statico, pieno di divieti come una questura, diviso a celle come<br />

un monastero».<br />

9 Per l’avanguardia italiana degli anni ’60, cfr. F. Quadri, L’avanguardia teatrale in<br />

Italia, Torino, 1977; G. Bartolucci e L. Cappellini, Il segno teatrale, Milano, 1978; I. Moscati,<br />

La miseria creativa, Bologna, 1978; A. Attisani, Teatro come differenza, Firenze,<br />

1978; «Quarta parete», 3-4, 1977; Patalogo I, Milano, 1979.

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