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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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68 ALESSANDRO FERSEN<br />

come un rozzo antagonista alla «commedia togata», che i letterati elaborano<br />

a tavolino sull’esempio dei modelli classici. E inventa moduli<br />

espressivi che con la loro virulenza fanno sbiadire i divertimenti drammatici<br />

apprestati dai dotti per le corti rinascimentali. Il sanguigno teatro<br />

plebeo, la cui eco sale dalle strade ai finestroni dei palazzi signoriali,<br />

viene recepita dai più attenti fra questi letterati, che ne adottano<br />

i modi. La «commedia dell’arte» impone trionfalmente il proprio linguaggio<br />

teatrale. È il palcoscenico che detta il proprio stile. È la creatività<br />

della gente di teatro che esercita per i secoli avvenire un influsso<br />

decisivo sulla scrittura drammaturgica.<br />

Tre secoli dopo una nuova rivoluzione mette a subbuglio i palcoscenici<br />

europei. Il primo segnale viene dal Théâtre Libre di Antoine<br />

nella seconda metà dell’Ottocento 2 : è una rivolta contro il formalismo<br />

di una tradizione teatrale di stampo neoclassico. Il pronunciamento di<br />

Antoine si svolge sotto il segno di un verbo naturalistico che allora<br />

appare profondamente innovatore. Una Freie Bühne sorge anche a<br />

Berlino ad opera di Brahm. Su un piano parallelo la storicizzazione<br />

dell’ambiente scenografico, instaurata dai «Meininger» 3 , impone uno<br />

scrupolo documentario nuovo, che toccherà manie antiquariali in<br />

Stanislavskij 4 . In queste operazioni, che spazzano via dal palcoscenico<br />

le convenzioni cartacee della tradizione romantica e melodrammatica,<br />

è evidente soprattutto una prepotente esigenza di comunicazione<br />

autentica.<br />

Ma le impostazioni di Antoine e dei Meininger vengono presto scavalcate<br />

dall’avvento dell’avanguardia storica: Appia e Craig ne sono i<br />

2 La data di fondazione del Théâtre Libre, anno 1887, è considerata da D. Balbet<br />

come l’inizio della nuova era, che rimette in discussione tutte «le concezioni tradizionali<br />

della rappresentazione teatrale e i suoi mezzi espressivi» (Le décor du théâtre,<br />

Paris, 1965, p. 79).<br />

3 Nel 1870 il duca Giorgio II di Meiningen fonda una compagnia teatrale, che passerà<br />

alla storia come la compagnia dei «Meininger».<br />

4 Cfr. A. M. Ripellino (Il trucco e l’anima, Torino, 1974, p. 56): «Stanislavskij inventa<br />

le sue “atmosfere” con profusione di oggetti allusivi. […] Gli piace mutare il palcoscenico<br />

in uno stand d’esposizione, in una bottega delle antichità. […] Si direbbe che<br />

questa prodigalità di gingilli, di fanfreluches, di quisquilie sia una conseguenza dell’interesse<br />

ottocentesco per le esposizioni universali, ed è singolare che l’attrezzo inusitato<br />

del Teatro d’Arte abbia qualcosa che anticipa gli oggetti démodés e inutilisables,<br />

esaltati più tardi dai surrealisti».

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