29.05.2013 Views

IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

SOL<strong>IL</strong>OQUI IN SCENA 63<br />

che non può modificare assuefazioni di lunga data: e il mosaico è fatalmente<br />

fluido, soggetto a dissesti continui delle singole tessere. In più,<br />

il regista stesso porta alle prove le sue scelte culturali: vuole imporre<br />

un’idea astratta di spettacolo a una materia umana che nella sua<br />

concretezza sopporta male l’imperativo dello schema. Così – in mezzo<br />

a rari affiatamenti – si azzeccano recitazioni incompatibili fra loro e<br />

incompatibili coi nominalismi predicati dal pulpito registico.<br />

(Non a caso, i grandi maestri della scena – Copeau, Stanislavskij,<br />

Brecht – hanno sentito la necessità di creare proprie scuole, che ispirassero<br />

a criteri uniformi la recitazione della loro compagnia. Le «scuole»,<br />

dopo vita precaria, hanno portato un ulteriore contributo alla confusione<br />

delle lingue).<br />

Questa fenomenologia scenica, come ormai sappiamo, denuncia<br />

oscillazioni disordinate nel campo di tensioni che regge l’evento teatrale:<br />

sbilanciamenti continui negli equilibri fra i tre poli di attrazione<br />

provocano collisioni tra orbite diverse. L’attore, stiracchiato fra «credo»<br />

estetici contrari, si regola pragmaticamente. Stanislavskij gli mette<br />

davanti la sua «quarta parete», Brecht lo tira in ribalta fronte al pubblico,<br />

Mejerchol’d lo solleva in aria e lo butta in platea, Artaud lo manda<br />

a scuola in Oriente... Fra tante correnti l’attore si arrangia. L’attore è un<br />

empirico. Le varie tecniche, quando fanno al caso suo, le adotta senza<br />

preoccuparsi dell’unità di stile. Fra teoremi culturali e pratica artigianale<br />

egli trova un suo modus vivendi, in cui Diderot va a braccetto con<br />

Stanislavskij, Brecht con Artaud... L’occhio attento avverte in palcoscenico<br />

un incredibile via vai culturale. Prevale una recitazione approssimativa:<br />

è di scena il pressappoco.<br />

Varcando la ribalta, giunge al destinatario in platea una comunicazione<br />

confusa, contraddittoria.<br />

Cinismi tecnici<br />

Immedesimarsi stanca. La pletora degli spettacoli, la routine del<br />

sera dopo sera logorano l’impegno dell’attore. Stanislavskij detta eroismi<br />

irrealizzabili: questa veglia continua sulle proprie stanchezze, questo<br />

divieto di adagiarsi nella convenzione richiede ascesi, santità. Ma<br />

questi attori non sono dei santi (non sanno più qual è il loro altare).<br />

Immedesimarsi sette volte alla settimana nelle passioni del personag-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!