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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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60 ALESSANDRO FERSEN<br />

sta l’attore che simula la vita. In primo piano egli pone il proprio io, il<br />

personaggio «serve» a valorizzare il suo talento istrionico. L’esibizionismo<br />

non è un argomento contro la bravura. Questo maestro di simulazioni<br />

sceniche ha una costante padronanza delle proprie reazioni<br />

vocali e gestuali. L’immedesimazione è svalutata, s’impone il virtuosismo<br />

tecnico. L’attore è lucido e presente a se stesso, mentre interpreta<br />

le passioni altrui.<br />

Diderot teorizza questo «paradosso»: «È l’estrema sensibilità che fa<br />

gli attori mediocri […] ed è l’assoluta mancanza di sensibilità che fa gli<br />

attori sublimi» 11 . È l’apologia di un istrionismo ad altissimo livello: guai<br />

all’attore che offusca il nitore del suo virtuosismo commuovendosi alla<br />

sorte del suo personaggio! Via di scena i «furiosi ardori»! L’insensibilità<br />

è una norma necessaria in palcoscenico. Nel Guglielmo Meister di<br />

Goethe (influenzato da Diderot) Serlo impersona l’«attore di ragione»:<br />

«Intimamente freddo di temperamento […] vedeva solo le caratteristiche<br />

esterne degli uomini che subito catalogava nella sua collezione<br />

mimica» 12 . Mentre Aurelia, che trasferisce in scena la sua passionalità<br />

femminile, resta annientata.<br />

In realtà, Diderot tira i fili di una problematica che, sullo scorcio del<br />

secolo XVIII, oppone due estetiche l’una legata al sentimentalismo<br />

barocco, l’altra impostata sull’idea finalistica che l’Illuminismo ha della<br />

cultura. Diderot difende la funzione sociale dell’attore: ed è in questo<br />

il vero precursore di Brecht, che 150 anni dopo riprenderà, in termini<br />

aggiornati, la polemica fra l’attore di sentimento e l’attore di ragione. E<br />

formulerà il codice definitivo di un modello di attore che dev’essere<br />

(l’espressione è di Diderot) un «predicatore laico».<br />

L’elisir di lunga vita<br />

Nel campiello di una Venezia elisabettiana Volpone, in combutta<br />

col servo Mosca, improvvisa, camuffato da ciarlatano, uno spettacolo<br />

per spacciare un suo preteso elisir di lunga vita. Un teatro girovago di<br />

attori ciarlatani, che vendono merci e toccasana, popola le piazze<br />

11 D. Diderot, Observations sur Garrick, in «Correspondance litteraire», 15 ottobre e<br />

1° novembre 1770.<br />

12 W. Goethe, Wilhelm Meister Lehrjahre, IV, 18.

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