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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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SOL<strong>IL</strong>OQUI IN SCENA 59<br />

vrei prevenuta» 6 . L’alone di titanismo, anche se oltrepassa i limiti della<br />

sincerità, definisce una situazione psichica, in cui il personaggio assorbe<br />

integralmente la personalità dell’attore. Nell’interpretazione che il<br />

Rossi dà dell’Amleto si verifica «un fenomeno inverosimile, cioè una<br />

natura infeudata ad altra» 7 . L’egemonia del personaggio, che «infeuda»<br />

in sé la persona dell’attore, è sancita in modo irrevocabile in questo<br />

credo della vita scenica: e non è solo l’attore a perdere coscienza di sé<br />

per precipitare nell’orbita dell’altro, ma anche il pubblico, che «si sente<br />

preso in una morsa di ferro e si abbandona all’entusiasmo» 8 . La «vocazione»<br />

teatrale schiude possibilità di vita sovrumane; la gente corre ad<br />

applaudire i «mostri sacri».<br />

C’è tutto un gergo teatrale oggi in declino che ha volgarizzato e, per<br />

generazioni di figli d’arte, custodito questo mito dell’attore, fino alle<br />

prime decadi del XX secolo: «calarsi nella parte», «vivere il personaggio»,<br />

«recitare a caldo»... Ma l’eredità non va perduta. Questo comportamento<br />

di marca tardonaturalistica trova la sua formulazione sistematica nel<br />

«metodo» di Stanislavkij, che aspira a ricondurre a una tecnica obiettiva<br />

la mistica dei raptus scenici e degli «stati di grazia» dell’interprete.<br />

L’attore istrione<br />

L’opzione alternativa è quella della simulazione virtuosistica: «Piangeva<br />

[la Cazzola] lacrime vere, tanto s’investiva della parte. Proprio il<br />

rovescio di quell’altra grande attrice che è Giacinta Pezzana. Questa<br />

diavolessa mentre finge la disperazione, fa (non vista dal pubblico,<br />

s’intende) le smorfie a noi che l’applaudiamo dalle quinte» 9 . La contrapposizione<br />

fra i due comportamenti viene sottolineata nei giudizi<br />

dell’epoca. A proposito della Duse, Rasi annota: «Altri si servono delle<br />

loro parti, ella serve le sue. Altri si fan in esse ammirare, essa le fa<br />

ammirare in sé» 10 . A fronte dell’attore che in scena «vive la sua parte»<br />

6 E. Rossi, Quarant’anni di vita artistica, Firenze, 1877, II, pp. 260-1.<br />

7 V. Andrei, Gli attori italiani da Gustavo Modena a Ermete Novelli e alla Duse, ivi<br />

1895, p. 222.<br />

8 F. Liberati, op. cit., p. 20.<br />

9 R. Barbiera, Vite ardenti del teatro, Milano, 1931, pp. 269-70.<br />

10 L. Rasi, op. cit., p. 61.

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