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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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AGONIA DELLO SPETTATORE 43<br />

Desdemona morirà, è cosa nota. Eppure con quale trepidazione lo<br />

spettatore naïf ne segue il luttuoso itinerario! Trepida, cioè spera: sa e<br />

si rifiuta di sapere. Spera forse in un’impossibile eccezione del destino<br />

segnato nel copione.<br />

Conoscenza e ignoranza stranamente intrecciate convivono in questo<br />

comportamento di antiche origini.<br />

Assistiamo stupiti a uno dei misteri quotidiani del teatro.<br />

Il teatro «bello»<br />

Il mistero non alberga invece nell’attenzione dello spettatore bizantino,<br />

perché corollario del mistero è l’attesa. Dunque, la capacità di<br />

stupore.<br />

Per il bizantino si tratta di atteggiamenti puerili che appartengono<br />

eventualmente al suo passato. Ma c’è in questo passato anche una plurisecolare<br />

elaborazione di canoni che codificano un determinato<br />

modo di fare teatro e di recepirlo. Si consolida un gusto, si configura<br />

una tradizione. Lentamente l’interesse si sposta dai temi del repertorio<br />

alle modalità dell’espressione scenica: dalla carne viva dell’evento teatrale<br />

alla sua epidermide squisita.<br />

Si decanta il culto del teatro «bello», con suoi cultori esigenti. (Anche<br />

il naïf ha una sua idea del bello e del brutto a teatro, ma nel suo lessico<br />

bello e brutto hanno un’altra valenza: commisurata all’intensità dell’immedesimazione<br />

che lo spettacolo ha provocato in lui.) Nasce la corporazione<br />

bizantina, per la quale solo metro di valore è la considerazione<br />

estetica. Un parametro fluido, inafferrabile, sintesi di assuefazioni lontane<br />

e di sensibilità stagionali, di cultura acquisita e di fiuto personale.<br />

La compiacenza estetica si estenua in estetismi che la regia asseconda.<br />

La corporazione si chiude in un linguaggio da iniziati, si entusiasma a<br />

bizantinismi dal fascino perverso. Mode instabili animano il discorso teatrale.<br />

Ventate di sensazionalismo trascorrono la scena, accolte con piena<br />

serietà ad appagare un’inconscia domanda di sollecitazioni profonde.<br />

Sublimi «circenses»<br />

Per il bizantino il suo esatto contrario è lo spettatore del teatro<br />

cosiddetto «di evasione». Un teatro confezionato su ricette commercia-

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