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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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AGONIA DELLO SPETTATORE 41<br />

Riconosciamo in lui un tipo di comportamento, in cui il dosaggio<br />

fra attesa e attenzione puntuale va a discapito di quest’ultima e a tutto<br />

vantaggio della prima. Un’attesa incontrastata occupa il suo spazio<br />

interiore, emarginando ogni altro atteggiamento mentale. Un’attesa<br />

che si trasmette intatta di istante in istante e da ogni nuova notizia<br />

prende lo slancio per l’attesa ulteriore. L’attenzione al dettaglio vale<br />

solo come passaggio obbligato per le fasi successive della trama.<br />

Nello spettatore naïf il tempo «interno» contraddice la durata oggettiva<br />

dello spettacolo: un’avidità insaziata di futuro contrassegna la qualità<br />

di questa attenzione teatrale 1 .<br />

Accanto a lui degusta lo spettacolo lo spettatore bizantino. La<br />

vicenda drammaturgica gli giunge filtrata attraverso i suoi diaframmi<br />

culturali. All’intreccio si concede con cautela. La sua attenzione critica<br />

spoglia il personaggio del suo travestimento e mette a nudo l’attore<br />

che ne gestisce l’anima. Questo solo per lui conta: l’interpretazione, se<br />

sia buona o cattiva. Con uguale distacco l’occhio bizantino esplora<br />

l’impianto scenografico, i costumi, il gioco delle luci; e l’orecchio, nel<br />

frattempo, distingue le musiche di scena. Il giudizio che ne emerge<br />

investe la regia, stabilisce raffronti filologici col testo, sancisce il livello<br />

drammaturgico del copione inedito.<br />

Difficilmente questo spettatore si concede qualche momento di<br />

abbandono: lui non è uno «che si lascia andare» (le esigenze del gusto<br />

si erigono così a norme di «buon gusto»...).<br />

La struttura portante del comportamento bizantino è ancora il<br />

«tempo teatrale»: l’attenzione qui ha estirpato l’attesa. Un’attenzione<br />

puntigliosa che predilige il presente isolato dal contesto, neglige il<br />

futuro drammaturgico. Con pinze sofisticate essa estrapola dal divenire<br />

scenico i valori e i non valori che le si confanno. Tutto questo<br />

avviene con agio: nella sensibilità del bizantino sono incorporati dei<br />

1 Lo spettatore naïf corrisponde allo spettatore tipico del «dramma assoluto» descritto<br />

da P. Szondi: «Lo spettatore assiste al dialogo drammatico in silenzio, con le mani<br />

legate, paralizzato alla vista di un secondo mondo. Ma la sua totale passività (e su ciò<br />

si basa l’esperienza drammatica) deve rovesciarsi in un’“attività” irrazionale; lo spettatore<br />

viene trascinato nel gioco drammatico, diventa egli stesso parlante, beninteso per<br />

bocca di tutti i personaggi. Il rapporto spettatore-dramma conosce solo la completa<br />

separazione o la completa identificazione, ma non l’intrusione dello spettatore nel<br />

dramma o il rivolgersi del dramma allo spettatore» (Teoria del dramma moderno,<br />

Torino, 1962, pp. 10-1).

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