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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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22 MARICLA BOGGIO<br />

vestito da impiegato di banca, proteso a superare i limiti umani dell’espressività<br />

con la pazienza tenace circa il tempo degli esercizi, “la<br />

fede”, disse in un suo intervento Ferruccio Marotti, giovanissimo e già<br />

ad altezze universitarie.<br />

Era invece una serena laicità a condurre la ricerca di Fersen sull’attore.<br />

Ma era uno studioso immerso anche nel teatro attivo, su cui tentava<br />

di intervenire cercando di plasmarlo per quanto possibile secondo<br />

propri parametri. Era un ricercatore puro che tuttavia, a rischio di<br />

contraddizione, non aveva rinunciato a operare nel teatro del suo<br />

tempo, in cui doveva accettare di realizzare spettacoli secondo i mezzi<br />

e gli attori che poteva reperire, oppure ritirarsi in un dignitoso quanto<br />

improduttivo apartheid.<br />

Attraverso confronti e ipotesi di tendenza formativa del suo ininterrotto<br />

lavoro, emerge in primo luogo la volontà di realizzare un attore<br />

lontano dai clichés, per iniziare una trasformazione del teatro del<br />

suo tempo mediante un progetto che lo riscatti dalle incrostazioni<br />

delle mode e dai pettegolezzi divistici facendolo ritornare elemento<br />

vitale di aggregazione e di rappresentazione della comunità.<br />

Rimando a quanto scrive lo stesso Fersen circa il mnemodramma.<br />

Il lavoro che ne risulta è una sorta di scavo nelle profondità dell’individuo<br />

più segreto che, in un particolare momento favorevole per il suo<br />

stato d’animo e le presenze da cui è circondato e per il luogo in cui si<br />

trova, guidato dal Maestro si abbandona a far riaffiorare da sé elementi,<br />

sensazioni, ricordi ignorati o dimenticati. Questa pratica, definita<br />

con il termine “reviviscenza”, può forse essere presentificata in modo<br />

più pregnante come ricordo di elementi che appartengono alla personalità<br />

più oscura dell’individuo, nel loro affacciarsi fuori di lui, trovandovi<br />

una forma di espressione.<br />

Abbandono e controllo ne sono gli elementi determinanti, come<br />

con precisione di linguaggio Fersen spiega in alcuni suoi saggi.<br />

Essenziale in tale approccio dell’attore con se stesso è una totale<br />

volontà di affondare in profondità nella propria psiche, abbandonando<br />

il livello razionale e ricercando nell’inconscio la propria natura originaria.

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