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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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194 ALESSANDRO FERSEN<br />

gli impulsi irrazionali dell’individuo, ma li accoglie e li risolve dando<br />

loro spazio di espressione.<br />

Il teatro di tradizione porta testimonianze incessanti di questa violenza<br />

nativa, che tuttavia – nel suo farsi spettacolo – attenua la veemenza<br />

liberatoria che il rito le concede. Forse solo la tragedia greca,<br />

ancora prossima ai comportamenti arcaici da cui aveva tratto origine,<br />

provocava una mimesi integrale nei suoi spettatori-partecipanti...<br />

In altre geografie rituali la situazione si ripete ancora oggi: la kris<br />

dance, nel corso della quale gli attori di Bali in stato di trance si conficcano<br />

i pugnali (kris) nel petto invulnerabile, esemplifica in modo<br />

impressionante l’avvento della violenza e la sua ritualizzazione.<br />

Nella «polis» interiore, adombrata vagamente nel mnemodramma di<br />

gruppo, la violenza può trovare uno spazio in cui dispiegarsi, risolvendo<br />

in «gesto» i suoi furori, senza scaricare la sua aggressività in<br />

manifestazioni laterali di cronaca nera o di cronaca politica. «Quali che<br />

siano i conflitti che angosciano la mente di una determinata epoca,<br />

sfido lo spettatore, cui scene violente abbiano trasmesso il loro sangue<br />

[…] ad abbandonarsi, dopo, a idee di guerra, di sommossa, di rivolta e<br />

di sfrenati assassini» 14 . È ancora la veggenza di Artaud che sembra aver<br />

sfiorato la concretezza di queste operazioni psichiche, seppure qui<br />

limitate alla sfera della rappresentazione.<br />

Identità e autoconoscenza<br />

Mai forse lo spasimo dell’identità è stato così lancinante come oggi.<br />

Nelle società primitive la narrazione rituale dei miti di fondazione –<br />

oltre a propiziare la cooperazione delle Potenze alla lotta per la<br />

sopravvivenza – rinsaldava il sentimento dell’identità individuale e<br />

collettiva. I rituali iniziatici svelavano alla prima gioventù le origini<br />

sacre del gruppo: la conoscenza dei supremi misteri si risolveva in autoconoscenza.<br />

Questo punto di riferimento era la roccaforte psichica<br />

delle società preistoriche. Non diversamente ha agito nei secoli ogni<br />

ritualità religiosa o laica nella celebrazione dei propri anniversari.<br />

tivo, la partecipazione a una stessa sensibilità numinosa, il fatto di condividere uno<br />

stesso statuto diverso da quello del quotidiano, favoriscono i legami interumani».<br />

14 A. Artaud, Scritti cit., p. 163.

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