29.05.2013 Views

IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

190 ALESSANDRO FERSEN<br />

Certo, il ricorso ai poteri magici di oggetti e simulacri si tinge di<br />

superstizione. Prevale l’invocazione di un aiuto specifico, la speranza<br />

di salvazione della creatura relitta in un mondo di sopraffazione dal<br />

volto anonimo. Pure, queste Feste sono un prezioso reperto che documenta,<br />

sia pure saltuariamente, eccelse ritualità revolute: nei loro<br />

frammenti culturali, esse ci tramandano comportamenti arcaici che la<br />

nostra civiltà teatrale, vincolata all’interpretazione dei testi, ha completamente<br />

negletti. L’utilitarismo, che affiora nell’osservanza del<br />

culto, non offusca la qualità di una partecipazione che coinvolge i pellegrini<br />

nell’intensità festiva con le sue fasi di strazio e vittoria. L’amplificazione<br />

dello spazio esistenziale del singolo partecipante non si traduce<br />

– come avviene nell’aspra ferialità – in attrito, ostilità, rancore,<br />

poiché l’evento si esaudisce in uno spazio rituale: anzi, si esalta in<br />

un’accresciuta solidarietà di gruppo.<br />

Di questa consonanza collettiva una traccia si conserva nel teatro di<br />

tradizione: ed è il canone esiguo della copresenza di attore e spettatore,<br />

definito come lo specifico teatrale. Una conferma, dunque, della<br />

continuità genetica fra festa rituale e teatro. Ma questa origine, che<br />

pure offre oggi l’unico appiglio per una qualificazione del linguaggio<br />

teatrale rispetto ai linguaggi tecnologici dello spettacolo, viene minimizzata<br />

o dimenticata. Ingratitudine culturale pagata a caro prezzo. Lo<br />

spettacolo di tradizione non trova più linfe creative ad alimentarlo,<br />

non sa più quale è il suo senso nel contesto sociale.<br />

Le molteplici rivoluzioni dell’avanguardia storica convergono allora<br />

da vari punti di partenza nel tentativo di reinstaurare l’arcaico e<br />

imprescindibile «insieme» teatrale spodestato dalla drammaturgia. Teatralizzare<br />

la vita: è il nuovo progetto che viene indicato ad attori e registi<br />

delle future generazioni 4 . Esso dà voce a quell’esigenza di compor-<br />

gevano dunque in onore di un salvatore divino (oggi diremmo patrono), cui sono attribuite,<br />

come nelle nostre feste, facoltà salvifiche sia sul piano collettivo che sul piano<br />

personale.<br />

4 L’interesse per il teatro delle fiere, per le petrusˇke, per le «cantilene dei nonni del<br />

carosello», che affiora in Mysterija-Buff di Majakovskij, ma anche nel Balagancik di<br />

Blok, i cui fantocci riecheggiano le arlecchinate dei baracconi di Pietroburgo, segnalano<br />

un bisogno diffuso di determinare nuovi rapporti fra teatro e vita. Evreinov inalbera<br />

l’insegna della teatralizzazione della vita: «Teatralizzare la vita: ecco quale sarà il<br />

dovere di ogni artista. Sorgerà un nuovo genere di registi, i registi della vita» (N. N.<br />

Evreinov, op. cit., p. 13, cit. in A. M. Ripellino, Majakovskij cit., p. 153). In Francia, e

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!