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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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LA GUERRA DI CHRONOS E MNEMOSYNE 147<br />

Una guerra fraterna<br />

Il mnemodramma è un campo di battaglia dove due potenze fraterne<br />

e rivali – Chronos e Mnemosyne – combattono una loro guerra<br />

perenne. Il duello è insensato: non può concludersi con la sconfitta<br />

definitiva di uno dei due contendenti. Il Tempo cesserebbe di essere<br />

percepito senza la misura della Memoria che segna il suo scorrere; la<br />

Memoria, senza lo scorrere del Tempo, perderebbe la sua identità. Il<br />

Tempo si svolge come un gomitolo, la Memoria ne tiene un capo.<br />

Nella mitologia greca Mnemosyne e Chronos sono l’uno e l’altra figli<br />

di Urano e di Gea: sono quindi fratello e sorella e ambedue Titani<br />

(ricordare le dimensioni degli eventi mnemodrammatici).<br />

Ma il cordone ombelicale (e nesso logico), che lega l’uno all’altra<br />

Chronos e Mnemosyne, non impedisce il loro tenace antagonismo (e<br />

antinomia). Rintuzzata nel suo angolo dal volgere del tempo,<br />

Mnemosyne non si rassegna a essere relegata nel ghetto del passato. È<br />

nella sua natura, nel suo essere memoria, il bisogno di ridiventare<br />

tempo presente. La Memoria si definisce come bramosia di presenza:<br />

anche gli episodi più distruttivi, le angosce di morte, gli incubi dell’infanzia,<br />

scavalcando ogni istinto del piacere, si assiepano al limitare<br />

del presente.<br />

È però un presente «poetico» quello cui aspira Mnemosyne: essa<br />

disdegna la pedestre fisicità del tempo concreto, quanto Chronos ha in<br />

disgusto le visioni astratte della memoria. C’è un’incompatibilità organica<br />

fra i due Antagonisti e una valutazione opposta del reale: per il<br />

Tempo il passato è storia chiusa, per la Memoria è mito crescente. Così<br />

Mnemosyne, madre delle Muse, combatte la sua alta battaglia culturale<br />

contro le leggi chiodate del divenire. Il Tempo, perché la sua legge sia<br />

vigente, respinge la Memoria nel limbo del non-essere. Mnemosyne è<br />

una divinità astuta che intuisce i momenti appropriati. Quando le<br />

maglie del presente sembrano allentarsi sotto colpi improvvisi o il tempo<br />

procede più stancamente per l’usura di se stesso o inattese emozioni<br />

aprono spiragli nel fitto tessuto delle ore viventi, la Memoria irrompe<br />

nel varco con l’impetuosità di una fiumana che ha rotto gli argini. Il<br />

Tempo, preso a tradimento, arretra e nel presente riconquistato la<br />

Memoria gioca i suoi eventi con un’intensità moltiplicata.<br />

Rare sono queste occasioni di pausa e conoscenza nella sconsiderata<br />

accelerazione del nostro tempo: ma il mnemodramma predispo-

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