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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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138 ALESSANDRO FERSEN<br />

adorare. Ad altri, ad A. in particolare, esso appariva come un’entità<br />

malefica da rimuovere e distruggere. Il conflitto è scoppiato fra due<br />

visioni diverse e non egoistiche, ognuna delle quali ha sentito la<br />

necessità di imporsi all’altra. Quasi una guerra di religione.<br />

Ma il pericolo è reale. Ormai, sera dopo sera, viviamo nell’attesa<br />

angosciosa dell’inatteso ospite: la violenza, puntuale come il Convitato<br />

di pietra, si ripresenta all’appuntamento.<br />

Faremo un estremo tentativo per bandire questi scontri dall’area<br />

del laboratorio. Ma è giusto arretrare di fronte a questa esperienza feroce?<br />

Gli interrogativi sono molti. Forse la violenza è comunque latente<br />

in noi e in eterno agguato; forse è inevitabile che questo viaggio<br />

all’inferno debba imbattersi nei suoi demoni interiori.<br />

Poi, in questa gola di angoscia in cui si è addentrato il nostro cammino,<br />

lo spiraglio di un nuovo orizzonte.<br />

Decidiamo di sistemare l’oggetto a un’altezza che al collaudo risulti<br />

inaccessibile. Gli attori dovranno tornare alla pura contemplazione,<br />

come nei primi tempi di queste sperimentazioni. Scegliamo per questa<br />

variazione un cerchio da gioco, di quelli che i ragazzini sospingono<br />

con una bacchetta.<br />

A testa levata gli attori si aggirano sotto quell’oggetto sospeso in<br />

alto: le mani si protendono nel vano tentativo di raggiungerlo. C’è<br />

desiderio e scorno nel gruppo. Ma le nostre intenzioni vengono presto<br />

frustrate. Con balzi innaturali, che – dopo le nostre prove – possono<br />

solo attribuirsi a quelli stati di levità (levitazione?) che avevamo già<br />

riscontrati nel «mnemodramma gestuale», il cerchio viene staccato dal<br />

suo gancio e riportato a terra. Ricomincia l’attesa angosciosa della violenza.<br />

Invece no. Dopo qualche impulso di aggressività, dopo qualche<br />

momentanea appropriazione, si verifica un fatto nuovo. Ancora straniti<br />

l’uno rispetto all’altro, i giovani attori si lasciano progressivamente<br />

coinvolgere in un comportamento inedito. A., dopo essersi messo<br />

all’interno del cerchio, congloba in questo suo spazio N. particolarmente<br />

timorosa: la fanciulla appare raggiante. Poi, forse su invito di<br />

lei, i due si muovono ginocchioni e immettono nel cerchio un altro<br />

partecipante che accetta l’invito; in tre si avvicinano a un quarto partecipante<br />

e poi a un quinto e a un sesto isolato in una sua stuporosa<br />

solitudine: e così, tutti raccolti nel diametro stretto del cerchio, stanno<br />

ginocchioni sorridendosi con occhi luminosi.

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