IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla
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<strong>IL</strong> MNEMODRAMMA VISIONARIO 133<br />
gie psichiche, lungi dall’andare disperso, rifluisce in rinnovata solidarietà<br />
di gruppo. L’intrinseca teatralità di questi eventi festivi riporta a<br />
uno stadio di vita teatrale non ancora articolato in spettacolo.<br />
Noi non possiamo immetterci in prima persona in queste Feste, cui<br />
assistiamo da semplici spettatori: non possiamo condividere quelle<br />
fedi di matrice ancestrale, legate come esse sono a condizioni storiche,<br />
socioeconomiche, culturali proprie dei gruppi partecipanti. Né avrebbe<br />
senso mimare sulle nostre scene questi cerimoniali scadendo in un<br />
folklorismo insincero e pleonastico. Ma da queste frequentazioni possiamo<br />
trarre preziosi insegnamenti: non i contenuti religiosi della<br />
Festa, non le forme della liturgia devono interessare, bensì i comportamenti<br />
profondi che presiedono all’evento festivo e che si pongono<br />
alla radice stessa della vita teatrale 5 . La Festa, che sopravvive in Lazio,<br />
in Abruzzo, in Campania, in Puglia, è un teatro arcaico, sul cui «senso»<br />
è necessario riflettere.<br />
Negli ultimi due anni le sperimentazioni sul «mnemodramma visionario»<br />
si sono accompagnate allo studio «sul campo» della Festa, come<br />
vivente miniera di notizie sui comportamenti teatrali d’origine.<br />
Una pluralità di visioni<br />
Un gruppo di sette giovani si dispone al fondo dell’aula del laboratorio<br />
con i volti alla parete. Fatto buio, l’oggetto prescelto per l’esperimento<br />
viene sistemato a terra o su un tavolo o appeso al muro. La luce<br />
viene riaccesa. Lentamente, in tempi diversi (secondo la propria disponibilità<br />
interiore), gli attori si voltano e guardano. La scoperta dell’oggetto<br />
è un momento di grande teatro: insorgono in ognuno di loro<br />
5 Occorre appena ricordare che il teatro greco nasce nell’ambito delle antichissime<br />
feste Lenee (forse il primo teatro è sorto nello spazio rituale riservato a Dioniso Leneo)<br />
e delle Grandi Dionisie, in cui avevano luogo le rappresentazioni ditirambiche. Così<br />
pure il teatro profano del Medioevo ha la sua matrice «nelle grandi feste annuali e stagionali<br />
di rinnovamento e di propiziazione a cui partecipa l’intera società» (P. Toschi,<br />
Le origini del teatro italiano, Torino, 1955, p. 8). Fra queste, la più importante è il<br />
Carnevale, che con le sue sfrenatezze e le sue licenze sta all’origine della «commedia<br />
dell’arte» (ivi, p. 118). Il teatro epico medievale ha, a sua volta, origine dai «maggi», grandi<br />
feste pagane di primavera: i cosiddetti «maggi drammatici» nascono dalla festa di<br />
Calendimaggio, distaccatasi dalla sua matrice rituale (ivi, p. 514).