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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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128 ALESSANDRO FERSEN<br />

essa si liberi in espressione più agevolmente che non nel mnemodramma<br />

parlato. Il corpo, quale veicolo di espressione, appare assai<br />

più disponibile e malleabile che non il concetto e il discorso. Ne scaturisce<br />

una gestualità viscerale, ben diversa da qualsiasi tipo di gestualità<br />

estetizzante o espressionistica. Qui agisce una necessità quasi<br />

biologica, non un’inventiva mentale: questa gestualità è la traduzione<br />

in segni fisici di accadimenti psichici sotterranei. La comunicazione è,<br />

in questo ambito, solo un corollario. Non prestabilito. Tanto più è<br />

dotata di un potere di contagio quale non potrebbe avere una composizione<br />

che sia frutto d’ingegno.<br />

Ma, contro le apparenze, va sottolineato che il linguaggio del «mnemodramma<br />

gestuale» non è un linguaggio dei corpi, secondo l’accezione<br />

attualmente in uso. Può indurre in confusione il fatto che si tratta<br />

di un linguaggio muto e che esso si vale del tramite corporeo: in<br />

realtà, esso è la manifestazione di pulsioni interiori che s’incorporano<br />

per giungere a espressione. Nasce dal profondo, non è frutto di sollecitazioni<br />

periferiche.<br />

Il materiale che ne emerge è di tale ricchezza che si presta naturalmente<br />

a essere impiegato sulla scena. Il Leviathan è stato elaborato in<br />

buona parte su esperimenti di «mnemodramma gestuale» ripresi in<br />

video-tape per vari mesi e successivamente coordinati, secondo una<br />

scaletta teatrale. La sua forza d’impatto nasceva indubbiamente da<br />

questa origine che non andava dispersa nei necessari adattamenti al<br />

tema. Avveniva agli attori di reimmergersi lungo, tutta la parabola di<br />

questo difficile spettacolo nello stato di trance che aveva caratterizzato<br />

le lunghe nottate di sperimentazione in laboratorio.<br />

Trance e virtuosismo a Bali<br />

Stupisce nel teatro di Bali la coesistenza di un virtuosismo tecnico<br />

straordinario, dovuto a un’educazione teatrale iniziata fin dall’infanzia,<br />

e di momenti di trance anche violenta. Ed è lecito chiedersi come mai<br />

in quella rigorosa tradizione teatrale si siano conservati l’uno accanto<br />

all’altro comportamenti teatrali esattamente opposti: l’uno frutto di un<br />

eccezionale controllo muscolare e nervoso, l’altro di un abbandono di

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