IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla
IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla
IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>IL</strong> MNEMODRAMMA PARLATO 119<br />
un fluire di intonazioni, di ritmi diversi, di timbri in mutazione, di rotture<br />
vocali, fino a un decrescere e morire nel silenzio inappagato. In<br />
un mnemodramma di venti minuti, quaranta anni di vita. F. ci dirà<br />
dopo di avere avvertito una dislocazione nello spazio scenico: anziché<br />
al tavolino dell’esperimento, essa si sentiva a ridosso di un paravento<br />
in un angolo della scena. Forse un’infanzia introversa, metaforicamente<br />
addossata alla parete e sempre intenta a osservare una madre incurante?<br />
Il tempo e lo spazio subiscono drastiche contrazioni nel mnemodramma.<br />
Periodi prolungati vengono condensati in tempi brevi, che<br />
pure contengono tutti gli elementi essenziali dell’evento. D’altra parte,<br />
l’attore, quando torna in sé, crede che il suo mnemodramma sia durato<br />
solo qualche minuto: resta sbalordito, quando i colleghi lo informano<br />
che dall’inizio è trascorsa una mezzora o un’ora. Anche lo spazio<br />
perde le sue dimensioni obiettive: tragitti e forti distanze vengono<br />
coperti come se l’attore calzasse gli stivali delle sette leghe... Il raffronto<br />
con la fiaba – vedremo – non è casuale. Simile al trasfigurare dei<br />
sogni, che ignora il metro costante del tempo e dello spazio, il mnemodramma<br />
trasvola con la sua levità angosciosa attraverso queste<br />
categorie come attraverso trasparenze che non oppongono ostacoli ai<br />
suoi spostamenti.<br />
Dialogo coi morti<br />
H. si è buttato in ginocchio, grida e piange. Incontenibile è il suo<br />
dolore: le lacrime inondano il suo volto. L’amico morto nel naufragio<br />
di una barca a vela (il bianco di una scatola di cartone si è trasformato<br />
nella vela dell’imbarcazione) gli sta di fronte. H. lo vede, gli parla,<br />
eppure lo invoca come se fosse irraggiungibile. La sua vita appare<br />
spezzata: non più gite, non più donne – a che scopo ormai, se lui non<br />
c’è più? Emerge dalle frasi disordinate un rapporto di amicizia intriso<br />
di un eros indefinibile: una complessa fraternità fra due giovani, grandi<br />
conquistatori di ragazze, allegri consumatori di vita. Ci addentriamo<br />
nelle sinuosità del suo io con pudore e rispetto. Quando tornerà in sé<br />
sfinito, H. non ricorderà più nulla dell’accaduto. Chiederà insistentemente<br />
a tutti noi: «Che cosa ho detto? che cosa ho detto?». Ecco un<br />
mnemodramma di contenuto autobiografico che pure ha attinto i livel-