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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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<strong>IL</strong> MNEMODRAMMA PARLATO 117<br />

mani e sugli abiti dei due regicidi è un oggetto del passato, ma la condizione<br />

mnemodrammatica lo materializza e gli conferisce una dimensione<br />

illimitata: «tutti i profumi dell’Arabia...». Lady Macbeth è costretta<br />

a tergerlo ancora dalle proprie mani e questa manipolazione astratta<br />

evoca il consorte, cui essa si rivolge.<br />

La procedura è perfetta e ormai la conosciamo. I morti si affacciano<br />

alle spalle dell’interlocutore invisibile: il Re coperto di sangue, lo<br />

spettro di Banquo...<br />

Nessuna pagina della drammaturgia occidentale dà un’immagine<br />

più pregnante della qualità intrinseca del mnemodramma. Questa<br />

qualità è di natura allucinatoria. C’è una difficoltà di eloquio, che l’attrice<br />

curerà con attenzione nel monologo di Lady Macbeth, e c’è questo<br />

manifestarsi di presenze assenti, grazie al contatto con l’oggetto.<br />

Certo, il consorte è poco lontano nel Castello: ma lei parla al Macbeth<br />

lontanissimo del ricordo, al Macbeth pavido (ora irriconoscibile nel<br />

suo disperato coraggio) e parla di una notte segnata dal supremo sacrilegio.<br />

Si tratta di «ricordi», ma la «psicologia» è assente. Il tempo con le<br />

sue mutazioni ne ha modificato la natura. La morte ormai assedia i due<br />

protagonisti asserragliati in Dunsinane. La virile impassibilità della<br />

donna si è incrinata: Lady Macbeth si umanizza, si apre al rimorso.<br />

E allora anche il ricordo dell’accaduto si carica di un’intensità superiore<br />

a quella risentita al momento dell’azione. Certo, nell’azione reale<br />

la tensione psichica trova il suo sfogo naturale, mentre in assenza di<br />

azione cresce la pressione interiore. Ma è anche prerogativa della<br />

memoria dilatare e alterare le dimensioni del vissuto.<br />

Così nel mnemodramma di Lady Macbeth – come in ogni mnemodramma<br />

che abbia per tema ricordi personali – si avverte una qualità<br />

ancora indefinibile, radicalmente diversa dal ricordo personale e dalla<br />

reviviscenza psicologica, che pone fondamentali interrogativi sulla<br />

natura della memoria mnemodrammatica.<br />

Un altro tempo, un altro spazio<br />

N. si sdraia per terra e appare immobilizzato. Ha guardato attraverso<br />

i denti di un pettine tascabile e si è ritrovato dietro le sbarre.<br />

Un’infame esperienza di manicomi militari e di ospedali psichiatrici<br />

affiora nel suo mnemodramma. N. è un figlio di guerra: nelle sue vene

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