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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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112 ALESSANDRO FERSEN<br />

c) modi di espressione;<br />

d) contenuti.<br />

Ognuna di queste categorie può, a sua volta, ramificarsi in una<br />

serie virtuale di sottocategorie, di cui verrà proposto qualche esempio<br />

concreto.<br />

La categoria a) si riferisce al diverso impatto che, in modo imprevedibile,<br />

l’oggetto esercita sull’attore. Esso può venire recepito nella<br />

sua reale identità – una chiave in quanto chiave, un sasso in quanto<br />

sasso – oppure è una sua qualità secondaria – forma, odore, sapore,<br />

sensazione tattile, sensazione acustica – che scatena nell’attore l’esperienza<br />

mnemodrammatica. O anche i due diversi approcci coesistono<br />

e s’intrecciano variamente.<br />

La percezione dell’oggetto nella sua vera identità è necessariamente<br />

intrisa di nozionismo concettuale: il mnemodramma tende quindi a<br />

situarsi, in questo caso, a livelli prossimi alla consapevolezza psicologica.<br />

Se invece l’impatto dell’oggetto avviene attraverso una sua qualità<br />

secondaria, ci sono maggiori probabilità che il mnemodramma si<br />

situi a livelli di coscienza più profondi. Ma eccezioni nei due sensi si<br />

sono verificate spesso.<br />

R., manipolando una gomma da scrivania, ravvisa al tatto (lo sapremo<br />

dopo) l’utero materno. In uno stato di angoscia incontenibile egli<br />

si sente trasportato nella fase prenatale. Ansimando, mugolando, parlando,<br />

egli ripete l’esperienza della propria nascita. Si butta sotto la<br />

sedia, dove, ingabbiato, nuota nel liquido semiotico – recide con fendenti<br />

a due braccia la vagina –, appare nel mondo. In una visione<br />

psico-mitica, in cui molte reminiscenze culturali sono spontaneamente<br />

coinvolte nell’espressione, egli affronta un dio padre dal piede<br />

caprino, un avversario che la sua nascita deve eliminare – lo vede correre<br />

in cerchio zoppicando... Fortissimi conati di vomito, provocati<br />

dall’eccitazione organica, interrompono la visione e le parole. Ma il<br />

mnemodramma di R., lentissimo, potrebbe continuare a lungo. Una<br />

qualità secondaria dell’oggetto ha determinato questa impostazione<br />

prestorica dell’evento mnemodrammatico. L. vede riflessa in uno specchietto<br />

da borsa la luce del riflettore che lo isola dall’ambiente. Si alza,<br />

insegue una luce che è di fronte a lui, ma gli sfugge: «So dove vado...<br />

da molto tempo so... dove vado... Aspettami... questo è il mio cammino...».<br />

La fissazione di una fonte luminosa (che rientra nelle tecniche di

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