IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla
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LA TECNICA PSICOSCENICA DELL’ATTORE 95<br />
estrapolare un corpo di dottrine e di tecniche, che potesse costituirsi<br />
in «sintassi» della vita scenica. Ma una sintassi presuppone l’esistenza<br />
di strutture permanenti e dotate di una dinamica costante. Identificare<br />
e reintegrare nella loro purezza le strutture interiori dell’evento teatrale<br />
è stato il primo obiettivo.<br />
A offuscarle non erano solo le convenzioni del mestiere, i moduli<br />
recitativi ormai lisi, secondo l’analisi da cui aveva preso le mosse<br />
Stanislavskij: ma anche e soprattutto le inibizioni psico-sociali e le<br />
standardizzazioni indotte dai mass media. Così distorte e ricoperte di<br />
incrostazioni, era difficile individuarne la dinamica interiore. S’imponeva<br />
un confronto fra l’insorgere concreto del momento teatrale nell’attore<br />
e le modalità originarie della vita teatrale quale si era configurata<br />
nelle società primitive. Così, all’inizio degli anni Sessanta l’antropologia<br />
ha fatto il suo ingresso nelle ricerche dello Studio.<br />
Tema prioritario è stato lo studio delle tecniche d’immedesimazione<br />
ed estasi proprie di quella primordiale forma di teatro che è la ritualità.<br />
All’indagine culturale si è affiancata, quando è stato possibile, la<br />
ricerca «sul campo».<br />
Nel corso di un’esperienza condotta fra le comunità di origine<br />
bantù nel Nordest brasiliano, ho avuto modo di studiare da vicino i<br />
comportamenti rituali che si manifestano nel «candombré» di Bahia 6 .<br />
Anche nel momento dell’immedesimazione, che assume i caratteri di<br />
una trance estatica o violenta, un margine impercettibile di controllo<br />
persiste nei partecipanti accanto al totale abbandono alla divinità. Si<br />
determina così una misteriosa coesistenza di due stati di coscienza<br />
apparentemente inconciliabili. Una contraddizione per la mente logica:<br />
una necessità fisiologica per l’adempiersi del rito, che è insieme<br />
slancio fideistico e canone codificato. Forse era questo il nucleo fondamentale<br />
della vita teatrale: un arduo, ma necessario equilibrio fra<br />
l’abbandono all’immedesimazione nel personaggio e il controllo su<br />
quell’immedesimazione...<br />
Su queste basi è stata edificata la «tecnica psicoscenica dell’attore»,<br />
che si è articolata appunto in due direttrici di lavoro: le «tecniche dell’abbandono»<br />
e «le tecniche del controllo».<br />
6 Sul candomblé di Bahia, cfr. E. Carneiro, Candomblés da Bahia, Bahia, 1948; A.<br />
Ramos, O negro brasileiro, Sâo Paulo, 1934; L. de Camara Cascudo, Antologia do folklore<br />
brasileiro, ivi 1956.