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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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94 ALESSANDRO FERSEN<br />

espressione scenica. Un modello di teatro che, con espressione inelegante,<br />

veniva allora chiamato «teatro totale» 3 .<br />

Ma nel progetto si annidava un equivoco: l’operazione non poteva<br />

risolversi che in una ricostruzione dell’unità teatrale effettuata dall’esterno:<br />

priva – nella molteplicità delle sue espressioni – di una necessità<br />

interiore.<br />

Occorreva ripartire dalla sede nativa dell’evento teatrale: dall’interiorità<br />

dell’uomo. La personalità umana e artistica dell’attore si situò al centro<br />

degli interessi dello Studio. Il primo tratto di strada fu percorso sotto<br />

il segno di Stanislavskij. Una giusta pietas intellettuale esige che si riconoscano<br />

i debiti verso i propri maestri. Anche se il suo «metodo» appare<br />

oggi datato, Stanislavskij è stato il primo uomo di teatro a tentare un’introspezione<br />

metodica nella psiche dell’attore: e a ipotizzare l’esistenza<br />

di norme obiettive di comportamento scenico. Anche lo straniamento<br />

brechtiano, sperimentato più tardi nello Studio, non era concepibile<br />

senza una preventiva pratica dell’immedesimazione di marca stanislavskijana:<br />

che avrebbe appunto offerto il materiale emotivo da straniare.<br />

Così – seguendo l’esempio di Stanislavskij e di Mejerchol’d, che<br />

non avevano esitato a ripartire dal fondo della tradizione teatrale per<br />

innovarla 4 – il «metodo» è stato meticolosamente sperimentato nei<br />

primi anni di attività dello Studio 5 .<br />

Le tecniche dell’abbandono e del controllo<br />

La sperimentazione ha evitato, in un primo tempo, l’approccio al<br />

repertorio drammaturgico. Dal testo letterario si tentava semmai di<br />

3 La formula «teatro totale» risale a Gropius, ed è da lui riferita a un progetto architettonico<br />

apprestato per la costruzione di un edificio teatrale per Piscator: nel progetto<br />

di Gropius era previsto l’uso del mezzo cinematografico a fini teatrali. In tempi successivi<br />

la formula «teatro totale» è stata impiegata per indicare una globalità dell’espressione<br />

teatrale, come unificazione di tutte le discipline dello spettacolo.<br />

4 Come Stanislavskij, che curava fino all’eccesso la ricostruzione storica dell’ambiente<br />

scenico, così anche Mejerchol’d, pur nel suo impeto rivoluzionario, non rinunciava<br />

a un’erudizione pedante e a una conoscenza meticolosa di tutti gli aspetti del teatro<br />

di tradizione (cfr. A. M. Ripellino, op. cit., p. 188).<br />

5 Già nel 1962, il «metodo» di Stanislavskij veniva considerato nello Studio come un<br />

approccio ormai datato ai problemi scenici (cfr. A. Fersen, Tecniche per l’attore, in<br />

«Sipario», ottobre 1962).

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