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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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TEMPO DI ICONOCLASTI 85<br />

Ma quando Brecht insegna allo spettatore a non immedesimarsi nel<br />

personaggio, bensì nell’attore – «lo spettatore s’immedesima nell’attore<br />

in quanto essere che osserva» 50 – assistiamo a un sorprendente trasferimento<br />

di compiti. L’attore deve immedesimarsi mentalmente nell’autore,<br />

lo spettatore nell’attore: cioè lo spettatore s’immedesima, per<br />

interposta persona, nell’opera creativa del drammaturgo. Ecco allora<br />

infiltrarsi nel progetto brechtiano l’ombra deprecata di Aristotele sotto<br />

forma di un sillogismo scomodo: spettatore → attore, attore → autore,<br />

ergo: spettatore → autore. Lo spettatore è chiamato a ripercorrere tutto<br />

l’itinerario creativo del drammaturgo. Un’operazione che a teatro è<br />

troppo faticosa. Questo spettatore cervellone è, in realtà, un lettore.<br />

Brecht, senza accorgersene, invita a leggere i suoi testi, piuttosto che<br />

a vederli rappresentati in teatro. «La nuova forma drammatica – si legge<br />

nelle Note all’Opera dei tre soldi – deve proporsi come metodo di<br />

accogliere dentro di sé il “saggio”» 51 . Appunto. E il saggio è scritto per<br />

essere letto.<br />

C’è generosità e dispotismo culturale in questa impostazione:<br />

Brecht si prodiga nello sforzo di rendere chiara fino a un’evidenza<br />

solare la sua lezione. Vuole che i suoi teoremi teatrali siano comprensibili<br />

anche allo spettatore più incolto, perché divertendosi impari. Ma<br />

il teatro è scomparso: lo sostituisce utilmente l’edizione stampata delle<br />

opere di Brecht. (Scomparso, nelle elaborazioni del Brecht teorico,<br />

presente nel geniale creatore di Madre Coraggio e di Mister Peachum.)<br />

Così, le conflittualità, che l’avanguardia del Novecento non è riuscita<br />

ad appianare, sembrano denunciare un’incompatibilità organica<br />

fra le contraddittorie tensioni che agitano l’evento teatrale. Affiora il<br />

sospetto che questa lunga e stentata convivenza, malgrado i vari tentativi<br />

di assestamento, sia impraticabile. E porti con sé un lento inarrestabile<br />

logorio dei comportamenti teatrali dell’attore e dello spettatore.<br />

50 Brecht propone come esempio di perfetto straniamento l’attore cinese, a proposito<br />

del quale nota: «Il “contemplare se stesso” dell’attore, questo artificiale ed artistico<br />

atto di autoestraniamento, preclude allo spettatore l’immedesimazione totale, gli impedisce<br />

cioè di abdicare a se stesso, e crea una smisurata distanza rispetto agli avvenimenti.<br />

L’immedesimazione tuttavia avviene sotto altra forma: ossia lo spettatore s’immedesima<br />

nell’attore in quanto essere che osserva; viene così sollecitato in lui l’atteggiamento<br />

della speculazione, dell’attenzione» (ivi, p. 56).<br />

51 Ivi, p. 25.

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