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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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TEMPO DI ICONOCLASTI 79<br />

La rivoluzione architettonica germina spontaneamente, o si propaga,<br />

per tutta Europa. «Noi sopprimiamo la scena e la sala, sostituendole<br />

con una sorta di luogo unico senza divisioni né barriere di alcun<br />

genere, che diventerà il teatro stesso dell’azione» 33 . Così Artaud nel<br />

Teatro della crudeltà. E propone degli hangar o delle stalle da adibire<br />

a luogo di spettacolo.<br />

E l’attore? Ora è allo scoperto. Non lo protegge più il boccascena,<br />

non lo isolano le luci della ribalta. Il suo rapporto col pubblico non è<br />

più frontale: gli spettatori gli stanno intorno. Lui è quasi uno di loro. Il<br />

personaggio addosso gli diventa trasparente: il pubblico osserva il suo<br />

trucco, il suo costume di scena. Sente il suo sudore, nota come egli<br />

prende fiato. È se stesso, un attore che sta recitando un personaggio.<br />

Fine dell’immedesimazione. La quarta parete scompare nella buia «soffitta»<br />

del palcoscenico di tradizione. Il progetto architettonico si traduce<br />

in una rivoluzione comportamentale.<br />

Ma anche il pubblico subisce un’adeguata metamorfosi. La componente<br />

pubblico ora s’inserisce con tutto il suo peso nel circuito attorepersonaggio:<br />

stabilisce di prepotenza un nuovo circuito attore-pubblico<br />

che toglie tensione all’altro rapporto. Si dissolvono quei suoi atteggiamenti<br />

vagamente voyeuristici attraverso gli spiragli della «quarta<br />

parete». Il pubblico è entrato nel gioco con gli altri suoi partner. «Lo<br />

spettatore di oggi, domani parteciperà allo spettacolo» pronostica<br />

Mejerchol’d 34 . Questa è la vera agonia dello spettatore. Col suo piglio<br />

rude Mejerchol’d lo ha agguantato per il bavero; lo obbliga a prendere<br />

parte allo spettacolo: parte e partito. L’attore biomeccanico, a tu per<br />

tu con le facce del pubblico, deve convincere: è un «attore-tribuno».<br />

Mejerchol’d rasenta, negli ultimi anni, le posizioni di Piscator: un attore-tribuno<br />

per un teatro militante. Brecht è vicino.<br />

Ma questa compenetrazione di attori e spettatori, questa nuova circolazione<br />

di potenzialità vitali in uno spazio comune addita – al di là<br />

dell’egemonia di questo o di quel polo del sistema gravitazionale – il<br />

possibile itinerario verso un teatro diverso: in cui si realizzi il miracolo<br />

di un autentico «insieme» teatrale.<br />

33 A. Artaud, Il teatro e il suo doppio, Torino, 1968, p. 172.<br />

34 V. E. Mejerchol’d, op. cit., p. 92.

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