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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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TEMPO DI ICONOCLASTI 77<br />

uno straniamento che percorre la Verfremdung brechtiana 27 . Il nuovo<br />

personaggio soffre dunque di intermittenze vitali: è animato o inanimato,<br />

a seconda della volontà dell’attore. Il quale ormai ha detronizzato<br />

il suo antagonista e ha instaurato la propria egemonia sulla scena.<br />

È questo il vero «ottobre teatrale» di Mejerchol’d. Il 1917 è deflagrato<br />

nella storia russa ed egli trova la sua collocazione spontanea all’interno<br />

del movimento rivoluzionario. E mentre Tairov indugia nei suoi<br />

estetismi, mentre Vachtangov è dilaniato fra un amore-odio per il maestro<br />

Stanislavskij e gli impeti innovatori di Mejerchol’d, questi assegna<br />

al suo estroverso e ottimistico attore compiti di propaganda politica 28 .<br />

La scelta di campo è precisa: l’uomo di palcoscenico – attore, regista<br />

– assorbe nella propria orbita il personaggio e diventa protagonista<br />

incontrastato dell’evento teatrale.<br />

Morte del palcoscenico<br />

Nel 1910 Mejerchol’d abolisce il setto divisorio che separa il palcoscenico<br />

dalla platea. L’innovazione parte da uno spettacolo di cabaret,<br />

alla «Casa degli Intermezzi», cui egli trova il tempo di dedicarsi 29 . Questa<br />

partenza la dice lunga sul nuovo tipo di rapporto che egli vuole<br />

instaurare fra attore e spettatore. Marinetti a Mosca fa l’apologia del<br />

27 Parlando agli attori in una conferenza del 1933, Mejerchol’d si esprime in questi<br />

termini: «Voi non avete il diritto di entrare in una parte fino al punto di dimenticare voi<br />

stessi. In questo sta tutto il segreto, cioè nel non perdere se stesso quale portavoce di<br />

una determinata visione ideologica, perché nei confronti di ogni personaggio dovete<br />

assumere il ruolo o di difensore o di pubblico accusatore. Questa è la chiave di tutto,<br />

altrimenti nello spettacolo perderete il vostro posto giusto» (op. cit., p. 87). Ma poi conclude:<br />

«Questo non contraddice il sistema di Stanislavskij. […] Nel nostro teatro molti<br />

attori si comportano così» (ibidem).<br />

28 «L’attore tribuno non recita solo una certa situazione, ma quello che c’è dietro<br />

questa situazione, che diventa chiara, per uno scopo preciso (la propaganda), proprio<br />

grazie a lui» (ivi, p. 231).<br />

29 Regista «togato» all’Alexandrinskij, dove allestisce opere tratte dal repertorio tradizionale<br />

(Don Giovanni di Molière), Mejerchol’d mette in scena (nel 1910) «commedie<br />

dell’arte» e grotteschi alla «Casa degli intermezzi», un cabaret per artisti, dove si dà<br />

convegno tutta la scapigliatura di Pietroburgo. È in questo locale minimo che la ribalta<br />

viene abolita e il pubblico assiste seduto a tavolini da caffè.

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