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IL TEATRO, DOPO - Boggio, Maricla

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76 ALESSANDRO FERSEN<br />

agguerrito nell’improvvisazione «all’italiana». Fra il Laboratorio registico<br />

di Mejerchol’d 22 e il Vieux Colombier di Copeau 23 corre un filo ideale:<br />

pur nel culto dell’intangibile testo poetico, anche Copeau richiede<br />

ai suoi attori allenamento ginnico e invenzione nei giochi della «commedia<br />

dell’arte» 24 , segno di esigenze teatrali che sono nell’aria culturale<br />

di queste prime decadi del secolo.<br />

Ma Mejerchol’d non rinuncia al perezˇivanie del maestro: il suo attore<br />

deve imparare «ad affrontare la parte non dall’interno verso l’esterno,<br />

ma al contrario dall’esterno verso l’interno» 25 (e Stanislavskij sperimenta<br />

anche lui tecniche che inducano il perezˇivanie dalle azioni fisiche<br />

e dalla mimica corporea). Infatti, è dal movimento che «tutte le<br />

reviviscenze nascono con quella leggerezza e naturalezza con cui una<br />

palla cade a terra» 26 .<br />

L’esterno: il corpo in movimento nel suo ambiente naturale, il teatro.<br />

La platea e il pubblico cominciano a rivivere. Dalle sue esperienze<br />

di cabaret Mejerchol’d trasferisce sulla scena di prosa un comportamento<br />

rivoluzionario: l’attore ottiene licenza di libera uscita dal personaggio.<br />

È autorizzato a commentarlo dall’esterno, a sbeffeggiarlo se<br />

occorre, colloquiando col pubblico. In sincronia con gli esperimenti<br />

filologici di Sˇkloskij, Mejerchol’d sanziona la validità dello ostranienie:<br />

22 Il laboratorio teatrale denominato con la sigla Gvtm (Gosudarstvennye Vysˇie<br />

Rezˇisserskie Masterskie) viene creato da Mejerchol’d nel 1921 per approfondire le tecniche<br />

mimiche e acrobatiche.<br />

23 Il teatro «Vieux Colombier» inizia la sua attività nel 1913 e Copeau ne espone in<br />

questi termini il programma: «Il nostro primo pensiero sarà di professare una venerazione<br />

particolare per i classici antichi e moderni, francesi e stranieri, per proporli come<br />

costante esempio. Di fronte alle loro opere sfigurate da una manierata tradizione ci<br />

metteremo in “stato di sensibilità”, guardandoci bene dal pretendere di ‘rinnovare’:<br />

tutta la nostra originalità verrà da una conoscenza approfondita del testo. […] Quanto<br />

agli attori, ci si propone di disistrionizzarli, attraverso la coscienza del loro lavoro, la<br />

lotta contro le formule del mestiere, contro la specializzazione, contro ogni deformazione<br />

professionale, e infine col richiamo fuori del teatro, al contatto della natura e<br />

della vita» (cit. in O. Costa, L’insegnamento di Jacques Copeau, in La regia teatrale, a<br />

c. di S. D’Amico, Roma, 1947, p. 83).<br />

24 «Lo studio di Molière mi riconduceva a quello della commedia italiana: intravvedevo<br />

lo stile della farsa e per esaltarne il movimento la riportavo in spirito al palco originario<br />

dei saltimbanchi» (J. Copeau, Souvenirs du Vieux Colombier, Paris, 1931, p. 75).<br />

25 Cit. in F. Malcovati, op. cit., p. 16.<br />

26 Ivi, p. 53.

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