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I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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passioni, tutto come noi. Anche presso costoro si amerà, si odierà, s'ingannerà,<br />

si tradirà come qui,»<br />

Sua maestà seguitò un pezzetto su codesto tono; e capirete la mia rabbia e il<br />

mio imbarazzo nel sentir trattare con tanto dispregio la mia patria, maestra delle<br />

arti, dominatrice dei mari, terrore della Francia, arbitra dell'Europa, gloria<br />

dell'universo! Ma non era il caso di fare il permaloso; anzi, pensandoci meglio,<br />

mi persuadevo di non essere stato neppure offeso. Dopo qualche mese che stavo<br />

fra quella gente avevo tanto fatto l'occhio alla proporzione degli oggetti, che la<br />

stessa grandezza della popolazione non mi faceva più inorridire come prima, ed<br />

è certo che se in quell'epoca avessi veduto, tutto ad un tratto, una brigata di<br />

signore e di signori inglesi nei loro brillanti costumi delle feste a corte fare la<br />

loro parte di cortigiani in tutte le regole, salutare, chiacchierare e pavoneggiarsi,<br />

io stesso mi sarei messo a ridere alle loro spalle come il re e i suoi ministri<br />

ridevano alle mie. Quando la regina mi prendeva in mano e mi metteva davanti<br />

a uno specchio, mi veniva da ridere per il comico contrasto fra le nostre due<br />

figure e provavo l'impressione d'essere stato io a rimpicciolire.<br />

Il nano della regina, che aveva la più piccola statura che mai si fosse vista in<br />

quel paese, quando ebbe trovato un uomo tanto più piccino di lui diventò<br />

insolentissimo, e non faceva altro che offendermi e tormentarmi. Mi guardava<br />

con cipiglio fiero e sdegnoso, e mi derideva sempre per la mia corporatura<br />

quando mi passava vicino, durante le mie conversazioni coi signori e le signore<br />

di corte, e aveva sempre qualche parola pungente sulla mia piccolezza. Me ne<br />

vendicavo chiamandolo fratello o sfidandolo a lottare con me o ribattendogli<br />

con qualcuna di quelle piacevolezze che sogliono scambiarsi i paggi di corte.<br />

Un giorno, durante il pranzo, quel maligno mostriciattolo, stizzito per una mia<br />

piccante risposta, s'arrampicò sulla spalliera della seggiola della regina; mi<br />

prese, mi scaraventò in un recipiente pieno di latte e fuggì. Per fortuna ero un<br />

ottimo nuotatore, altrimenti sarei affogato senza fallo in quel liquido che<br />

m'arrivava fin sopra gli orecchi, tanto più che Glumdalclitch per caso era<br />

occupata nella parte opposta della sala. La regina rimase così sorpresa<br />

dall'incidente, che non trovò neppure la forza di aiutarmi, ma la mia balietta<br />

accorse e mi tirò su bravamente quando già avevo inghiottito una buona<br />

mezzetta di latte. Fui messo a letto, ma ero del tutto incolume; soltanto i miei<br />

vestiti furono rovinati.<br />

Il nano fu frustato ben bene e costretto a bere tutto il latte del recipiente dove<br />

mi aveva gettato: né egli rientrò mai nelle grazie della regina, che lo regalò a<br />

una delle sue dame, con mia gran gioia, perché prima o dopo si sarebbe<br />

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