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tenuta per un anno in carcere, e poi esiliata nella parte più deserta del paese per<br />
tutto il resto della sua vita. Così presso di loro le ragazze, non meno degli<br />
uomini, si vergognano d'essere scioccamente paurose; disprezzano gli<br />
ornamenti della persona e badano solo all'educazione e alla pulizia. I loro studi<br />
sono meno gravi di quelli dei giovani ma della stessa specie, con l'aggiunta di<br />
qualche nozione d'economia domestica; perché essi credono che una moglie<br />
debba abbellirsi lo spirito, che non invecchia mai, a fine di diventare una<br />
compagna piacevole e ragionevole per il proprio marito. A dodici anni, età<br />
adatta per le nozze in codesto paese, i genitori o i tutori prendono con sé le<br />
ragazze, dopo aver espresso ai loro insegnanti la maggior gratitudine, e questa<br />
separazione fa spargere sempre molte lacrime alla damigella e alle sue<br />
compagne.<br />
Le ragazze di umile condizione sono istruite in ogni sorta di lavori; quelle<br />
che devono prendere un mestiere lasciano il seminario a sette anni, le altre a<br />
undici. Le loro famiglie devono fornire ogni mese, oltre a una modica pensione,<br />
una piccola somma tolta dai loro guadagni e destinata a formare una dote alla<br />
ragazza o al ragazzo. Così le spese dei genitori sono stabilite dalla legge, poiché<br />
si ritiene ingiusto che chi ha messo al mondo dei figli li faccia mantenere al<br />
pubblico. Le persone di buona famiglia assicurano ai loro figli una dote<br />
proporzionata alla loro condizione, ed essa viene amministrata dai direttori del<br />
seminario.<br />
Quanto ai contadini e braccianti, essi tengono con sé i propri figli, perché<br />
allo stato poco interessa che essi siano illuminati, avendo la sola incombenza di<br />
lavorare la terra; ma da vecchi sono raccolti negli ospizi, e così la mendicità<br />
non esiste in quel paese.<br />
Qui mi viene acconcio parlare della vita ch'io feci in quel paese durante il<br />
mio soggiorno di nove mesi e tredici giorni. Col legno dei più grandi alberi del<br />
parco reale mi ero fabbricato da me una tavola e una scranna comodissime.<br />
Duecento sarte erano state incaricate di fabbricarmi della biancheria con la tela<br />
più forte che potessero trovare, cucita a molti doppi. Le loro tele hanno<br />
generalmente tre pollici di larghezza e una pezza è lunga tre piedi. Codeste<br />
cucitrici di bianco presero la mia altezza quando ero sdraiato, montandomi una<br />
sul collo, un'altra sulla coscia e tenendo ciascuna l'estremità d'una corda di cui<br />
una terza donna misurava la lunghezza con un regolo diviso in pollici. Quindi<br />
esse misurarono la circonferenza del mio pollice, e questo fu loro sufficiente,<br />
perché esse avevano matematicamente calcolato che raddoppiando la misura<br />
del pollice avrebbero ottenuta quella del polso; raddoppiando questa, quella del<br />
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