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che a castigare.<br />
Onestà più che altezza d'ingegno viene richiesta per ottenere le cariche;<br />
poiché si pensa che, essendo necessario al genere umano un governo, la<br />
provvidenza non può aver fatto dell'amministrazione dei pubblici affari una<br />
scienza misteriosa e oscura, da affidarsi solo a spiriti singolari e sublimi, come<br />
se ne trovano sì e no un paio in un secolo; ma essi credono invece che la lealtà,<br />
la giustizia, la moderazione e simili virtù siano alla portata di tutti, e chi le<br />
possiede possa, con un po' di buon senso e di pratica, rendere i maggiori servigi<br />
al proprio paese. Invece la mancanza di virtù morali non può, secondo essi,<br />
venir compensata da nessuna superiorità intellettuale; anzi chi possedesse<br />
quest'ultima senza aver buoni costumi e onesta fede diventerebbe assai più<br />
pericoloso, come pubblico funzionario, d'un uomo per bene, anche se indotto e<br />
di mediocre levatura; poiché gli errori d'un uomo onesto non possono mai<br />
portare tanto nocumento quanto le tenebrose trame d'un ministro scellerato che<br />
troverebbe nella propria intelligenza i mezzi necessari per fare il male<br />
impunemente.<br />
Tra i lillipuziani è dichiarato indegno di coprire un pubblico impiego chi non<br />
crede alla provvidenza; poiché quel sovrano si ritiene, giustamente, delegato<br />
dalla provvidenza a regnare, e sarebbe assurdo e illogico ch'egli si servisse di<br />
persone senza religione, ribelli a quell'autorità suprema di cui egli si dice<br />
depositario e dalla quale deriva la propria. S'intende che qui parlo delle leggi<br />
fondamentali di Lilliput, e non alludo a certe moderne istituzioni introdotte per<br />
forza dell'umana corruzione, quale, ad esempio, quello sconcio uso di<br />
concorrere alle alte cariche ballando sulla corda, e di ottenere le onorificenze<br />
saltando sopra un bastone. Queste indecenti usanze prevalsero soltanto sotto il<br />
padre del sovrano regnante.<br />
Codesto popolo ritiene l'ingratitudine un peccato mortale, come, secondo<br />
c'insegna la storia, accadeva anticamente in alcune vittoriose nazioni. Dicono<br />
che un uomo capace di far del male ai propri benefattori è per necessità nemico<br />
di tutti gli altri uomini e perciò non è degno di vivere. Questo è il modo di<br />
ragionare dei lillipuziani.<br />
Quanto ai doveri dei genitori, le loro idee sono ancor più differenti dalle<br />
nostre. Stimano che, essendo l'unione dell'uomo e della donna fondata sopra<br />
una legge di natura, come per tutti gli animali, con l'unico scopo di propagare la<br />
specie, essi non debbono affatto prendersi cura della loro prole; né, per lo stesso<br />
motivo, i figli debbono alcuna riconoscenza ai loro genitori per essere stati<br />
messi al mondo: beneficio abbastanza discutibile, date le grandi miserie della<br />
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