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I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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una finta battaglia. Questo spettacolo andava talmente a genio all'imperatore,<br />

che si dovette ripeterlo parecchie volte; anzi una volta volle egli stesso esser<br />

collocato sulla piattaforma e dirigere la manovra. Persuase perfino l'imperatrice<br />

a permettermi di tenerla in mano, con la sua portantina, a due piedi di distanza<br />

dal palco; e la sovrana acconsentì, non senza un segreto timore, a contemplare<br />

codesta specie di torneo. Per fortuna accidenti gravi non ne capitarono; solo il<br />

cavallo d'un ufficiale scalpitando fece un buco nel fazzoletto e si rovesciò col<br />

cavaliere. Io li rialzai e, mettendo una mano sotto il buco, con l'altra posai a<br />

terra tutti i cavalieri. Né volli più ripetere questo giuoco; sebbene il cavallo se la<br />

cavasse con una storta e il capitano restasse incolume.<br />

Frattanto era arrivato un messaggero per annunziare all'imperatore che uno<br />

strano oggetto s'era ritrovato nel luogo dove io ero stato scoperto il primo<br />

giorno: si trattava d'un grande arnese nero e rotondo, i cui lembi occupavano<br />

una superficie eguale a quella della camera regale, e il cocuzzolo, fatto a guisa<br />

di piramide tronca, aveva l'altezza di due uomini. Codesto oggetto non<br />

sembrava dotato di vita, e alcuni audaci, arrampicandosi l'uno sulle spalle<br />

dell'altro, essendo giunti sull'estremità superiore del cilindro, s'erano accorti,<br />

battendovi i piedi sopra, che l'interno doveva esser vuoto. Supponevasi che tale<br />

macchina appartenesse all'uomo-montagna, e si domandava, in tal caso, se<br />

convenisse trasportarla alla capitale.<br />

Indovinai subito che si trattava del mio cappello, e supplicai l'imperatore di<br />

farmelo restituire al più presto; il giorno dopo infatti mi fu portato, in non<br />

troppo buono stato, ma neppure così danneggiato come potevo temere.<br />

Avevano fatto due buchi nella tesa, vi avevano fissato due ganci, e avevano<br />

fatto passare in questi una lunga corda, che avevano poi attaccato ai pettorali di<br />

cinque robusti cavalli. Così il mio cappello fu trascinato per un tratto di mezzo<br />

miglio, e se il suolo di codesto paese non fosse stato molto eguale e soffice, non<br />

so come il povero copricapo avrebbe resistito a simile sistema di trasporto.<br />

Una più strana fantasia venne due giorni dopo all'imperatore. Fece preparare<br />

per una rivista le truppe che si trovavano nei pressi della capitale, e dopo<br />

avermi pregato di stare ritto coi piedi lontani quanto mi fosse possibile l'uno<br />

dall'altro, nella posizione del colosso di Rodi, ordinò al generale, ch'era un<br />

espertissimo condottiero, di far passare l'intero esercito sotto le mie gambe, in<br />

ordine di battaglia. Codesto esercito era composto di tremila uomini di fanteria<br />

e mille cavalieri; e sfilarono con le insegne al vento, le lancie in resta, al suono<br />

dei tamburi; la fanteria ordinata sopra un fronte di ventiquattro uomini, la<br />

cavalleria di sedici. Durante la rivista i soldati dovevano astenersi, per ordine<br />

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