I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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29.05.2013 Views

scienze, alla politica, alle industrie e così via: ma di ciò egli si preoccupava meno che di ricercare le analogie morali fra le due specie. Mi disse però che alcuni houyhnhnms, più osservatori per natura, avevano notato che i vari branchi di iahù riconoscevano, di solito, un capo (come i cervi dei nostri parchi hanno sempre un cervo che li guida); e questi era di solito il più brutto e malvagio iahù del branco. Quel capo aveva quasi sempre un favorito, che gli rassomigliava nella misura del possibile, e la cui funzione consisteva specialmente nel leccare i piedi e il deretano del padrone e condurre delle femmine nella sua lettiera, ottenendo ogni tanto in ricompensa di tali servizi un pezzetto di carne di ciuco. Questo favorito era oggetto d'odio da parte di tutto il branco, tanto che non osava staccarsi un istante dal suo padrone, e durava in carica finché questi non aveva trovato un altro iahù ancora più malvagio. Allora il primo favorito era licenziato, e il successore, mettendosi alla testa di tutti gli iahù del paese, maschi e femmine, giovani e vecchi, li conduceva a far di corpo tutti insieme sull'infelice caduto in disgrazia, e a scompisciarlo da capo a piedi. Padron Cavallo disse che gli pareva di trovare una lontanissima somiglianza fra questi usi degli iahù e quello che succedeva nelle nostre corti ai ministri e ai favoriti, ed io non ebbi il coraggio di protestare contro tale insinuazione che denigrava l'intelligenza dell'uomo e la metteva al di sotto dell'istinto d'un qualunque bracco, dotato di bastevole discernimento per seguire, senza mai prendere abbaglio, il latrato del cane più bravo ed esperto della muta. Il padrone mi descrisse anche altre abitudini degli iahù che gli parevano interessanti, tanto più che non gli avevo narrato nulla di simile della specie umana. Mi disse che quelle bestiaccie avevano, come gli altri bruti, le femmine in comune, ma che si distinguevano dagli altri animali per due usanze veramente infami e degradanti: prima, che le loro femmine si sottoponevano ai maschi anche quando erano già pregne; seconda, che i maschi si picchiavano e facevano baruffa con le femmine con la stessa brutalità che mostravano verso gli altri maschi, dimostrando in ciò una cattiveria veramente senza esempio fra gli animali. L'impudicizia e la sporcizia gli sembravano i caratteri salienti degli iahù. Circa la prima accusa, per quanto desiderassi dì scagionarne la specie umana, ritenni prudente di lasciarla passare sotto silenzio; circa la seconda avrei forse potuto rivendicare l'onore dell'umanità se in quel paese vi fossero stati dei maiali: ma purtroppo non ce n'erano. Il maiale è certo più docile e simpatico dell'iahù, ma non più pulito, e anche padron Cavallo avrebbe dovuto 217

convenirne, se avesse visto in che modo schifoso quell'animale si nutra e come si compiaccia di voltolarsi e dormire nel fango. Il padrone mi accennò ad un'altra stranezza che i suoi servitori avevano osservato presso certi iahù, e che gli sembrava veramente inesplicabile. Qualche volta, mi disse, uno iahù si ritira in un cantuccio, si sdraia in terra, e comincia a mugolare, a frignare, a trattar male tutti quanti gli si accostano; pure esso è sano, giovane, grasso, ben provvisto d'acqua e di mangime, e a nessuno sembra che abbia un vero motivo di sofferenza. Non c'è altro rimedio a tali accessi che un lavoro durissimo e spossante: soltanto così il malato ritorna quello di prima. Neanche a questa descrizione credetti dover far commenti, per l'onore della mia specie; sebbene vi avessi trovato il vero equivalente dello spleen, che in generale coglie i ricchi, i pigri, i materialoni; tutta gente che scommetterei di guarir subito sottoponendola al regime su accennato. Mi raccontò anche il padrone che spesso le iahù femmine si nascondono dietro una siepe e di là si mettono a sbirciare i maschi che passano; si mostrano un pocolino, poi si nascondono daccapo, sempre facendo ogni sorta di versacci, di boccacce e prendendo strane pose; si è osservato anche che in codesti momenti esse tramandano un odore assai spiacevole. Se qualche maschio si fa innanzi, esse si allontanano pian piano, volgendosi ad ogni istante per guardare indietro; infine tra mille smorfie di finta paura scappano verso un luogo sicuro dove sanno che il maschio le andrà a cercare. Talora accade che qualche femmina forestiera s'insinui nel branco; allora tre o quattro iahù dello stesso sesso le si fanno intorno, la scrutano da capo a piedi, bisbigliano fra loro, l'annusano di sotto e di sopra, fanno delle smorfie, e finalmente si allontanano con gesti di disprezzo e di disgusto. Forse padron Cavallo esagerava alquanto con le sue e le altrui osservazioni; tuttavia dovetti convincermi, non senza stupore e tristezza, che il principio dell'impudicizia e quello della civetteria, della malevolenza e della maldicenza erano istintivi nelle donne. Non mi restava altro che di sentire il mio padrone accennare a qualcosa che assomigliasse all'amore tra individui dello stesso sesso, così comune fra noi; ma pare che la natura non sia capace, di per sé stessa, dì insegnare cotali raffinatezze, che restano prodotti esclusivi della civiltà e della ragione quali si trovano soltanto sul nostro emisfero. 218

convenirne, se avesse visto in che modo schifoso quell'animale si nutra e come<br />

si compiaccia di voltolarsi e dormire nel fango.<br />

Il padrone mi accennò ad un'altra stranezza che i suoi servitori avevano<br />

osservato presso certi iahù, e che gli sembrava veramente inesplicabile.<br />

Qualche volta, mi disse, uno iahù si ritira in un cantuccio, si sdraia in terra, e<br />

comincia a mugolare, a frignare, a trattar male tutti quanti gli si accostano; pure<br />

esso è sano, giovane, grasso, ben provvisto d'acqua e di mangime, e a nessuno<br />

sembra che abbia un vero motivo di sofferenza. Non c'è altro rimedio a tali<br />

accessi che un lavoro durissimo e spossante: soltanto così il malato ritorna<br />

quello di prima.<br />

Neanche a questa descrizione credetti dover far commenti, per l'onore della<br />

mia specie; sebbene vi avessi trovato il vero equivalente dello spleen, che in<br />

generale coglie i ricchi, i pigri, i materialoni; tutta gente che scommetterei di<br />

guarir subito sottoponendola al regime su accennato.<br />

Mi raccontò anche il padrone che spesso le iahù femmine si nascondono<br />

dietro una siepe e di là si mettono a sbirciare i maschi che passano; si mostrano<br />

un pocolino, poi si nascondono daccapo, sempre facendo ogni sorta di versacci,<br />

di boccacce e prendendo strane pose; si è osservato anche che in codesti<br />

momenti esse tramandano un odore assai spiacevole. Se qualche maschio si fa<br />

innanzi, esse si allontanano pian piano, volgendosi ad ogni istante per guardare<br />

indietro; infine tra mille smorfie di finta paura scappano verso un luogo sicuro<br />

dove sanno che il maschio le andrà a cercare.<br />

Talora accade che qualche femmina forestiera s'insinui nel branco; allora tre<br />

o quattro iahù dello stesso sesso le si fanno intorno, la scrutano da capo a piedi,<br />

bisbigliano fra loro, l'annusano di sotto e di sopra, fanno delle smorfie, e<br />

finalmente si allontanano con gesti di disprezzo e di disgusto.<br />

Forse padron Cavallo esagerava alquanto con le sue e le altrui osservazioni;<br />

tuttavia dovetti convincermi, non senza stupore e tristezza, che il principio<br />

dell'impudicizia e quello della civetteria, della malevolenza e della maldicenza<br />

erano istintivi nelle donne.<br />

Non mi restava altro che di sentire il mio padrone accennare a qualcosa che<br />

assomigliasse all'amore tra individui dello stesso sesso, così comune fra noi; ma<br />

pare che la natura non sia capace, di per sé stessa, dì insegnare cotali<br />

raffinatezze, che restano prodotti esclusivi della civiltà e della ragione quali si<br />

trovano soltanto sul nostro emisfero.<br />

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