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I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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padron Cavallo che la maggior parte dei miei compagni di viaggio era morta di<br />

malattia, mi ci volle del bello e del buono per spiegargli come stava questa<br />

faccenda; perché egli capiva benissimo che qualche giorno prima di morire ci si<br />

dovesse sentire deboli e fiacchi, ma riteneva assurdo che la natura, sempre<br />

perfetta nelle sue creazioni, permettesse al nostro corpo di generare delle<br />

malattie: mi pregò dunque di spiegargli meglio i motivi di tale inconveniente<br />

per lui inconcepibile.<br />

Gli dissi allora che noi solevamo mangiare ogni sorta di sostanze, che spesso<br />

avevano sul nostro corpo azioni diverse od opposte; che talora mangiavamo<br />

senza fame e bevevamo senza sete, oppure passavamo intere notti a trangugiare<br />

dei liquori bollenti senza mangiare un boccone, rovinando così il nostro<br />

stomaco e cagionando l'infiammazione delle viscere col ritardare o precipitare<br />

la digestione. Aggiunsi che certe femmine di mali costumi avevano un veleno<br />

che ingenerava la corruttela nel midollo delle ossa e che esse l'attaccavano ai<br />

loro amanti; che codesto malore, più funesto d'ogni altro, era talora congenito e<br />

si trasmetteva col sangue stesso. Conclusi col dire che non mi sarebbe stato<br />

possibile enumerargli tutti i mali a cui eravamo soggetti, perché se ne<br />

conoscevano almeno cinque o seicento per ogni parte del corpo, e non c'era<br />

organo esterno o interno che non ne avesse molti suoi propri.<br />

Aggiunsi che v'era presso di noi una classe di persone istruita allo scopo di<br />

guarire i malati o farne finta, e siccome ero del mestiere mi compiacqui di<br />

rivelare a padron Cavallo, per mostrargli tutta la mia gratitudine, i segreti di<br />

quella professione e i criteri seguiti dai medici.<br />

«Supposto che tutti i mali derivino da ripienezza, i medici ne deducono<br />

logicamente che la cura deve consistere nell'evacuare, sia di sopra che di sotto.<br />

A questo scopo prendono dei vegetali e dei minerali: gomme, oli, conchiglie,<br />

sali, piante marine, escrementi, scorze d'alberi, serpenti, rospi, ranocchi, ragni,<br />

pesci, ossa e carne dei morti, uccelli; e con tutta questa roba compongono un<br />

liquore schifoso al gusto e all'olfatto che lo stomaco si affretta a rivomitare: essi<br />

lo chiamano un emetico.<br />

«Oppure, con quelle stesse sostanze, a cui aggiungono qualche altro veleno,<br />

compongono una medicina che fanno prendere al malato sia dall'orifizio<br />

superiore che dall'inferiore, secondo il loro capriccio, per sciogliere il corpo, in<br />

modo da trascinar via tutto ciò che le viscere contengono: essi lo chiamano<br />

purgante o clistere, secondo i casi. Essi sostengono che la natura ci ha dato<br />

l'orifizio superiore e visibile per introdurre i cibi e quello inferiore per<br />

scaricarne il superfluo: ora, siccome la malattia cambia la naturale funzione del<br />

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