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I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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Ribattei a suo onore(32) che dandomi sul serio il nome d'una bestia antipatica e<br />

spregevole mi mortificava molto, e lo pregai di risparmiarmi tale umiliazione,<br />

provvedendo a che anche i suoi familiari, i suoi servi e gli amici suoi facessero<br />

lo stesso. Intanto lo supplicavo di non partecipare ad alcuno le scoperte che<br />

aveva fatto sulla faccenda dei miei vestiti, almeno finché non avessi avuto<br />

necessità di cambiarli; quanto a ciò che aveva veduto il servitore sauro, suo<br />

onore poteva facilmente imporgli il segreto.<br />

Il padrone fu così buono da acconsentire a tutte le mie richieste, e così il<br />

mistero dei miei abiti non si venne a sapere fino al giorno in cui dovetti<br />

sostituirli, perché erano consunti del tutto; e come provvidi lo dirò a suo tempo.<br />

Intanto il padrone m'invitò a perfezionarmi ancora nella lingua del paese,<br />

perché la capacità di parlare e di ragionare lo stupiva molto più, in me, del color<br />

bianco e della mancanza di pelo; inoltre egli era ansiosissimo di sapere quei<br />

prodigi che avevo promesso di spiegargli. Perciò d'allora in poi s'occupò di me<br />

anche più di prima, recandomi seco nelle conversazioni, e da per tutto<br />

facendomi trattare con riguardo e gentilezza, allo scopo (diceva a quattr'occhi<br />

con i presenti) di farmi stare di buon umore e di rendermi più socievole. Ogni<br />

giorno poi, quando eravamo soli, oltre ad insegnarmi la lingua mi faceva mille<br />

domande sul conto mio; e le mie risposte ancora un po' confuse gli davano però<br />

qualche idea, imperfetta e generica, di quanto dovevo in seguito spiegargli<br />

minutamente. Non sto qui a narrare in che modo appunto potei finalmente aver<br />

con lui una spiegazione lunga ed esauriente; dirò solo come press'a poco<br />

cominciai la prima volta che fui capace d'esprimermi con esattezza<br />

sull'argomento che gli stava tanto a cuore.<br />

«Io vengo, dissi, da un paese lontanissimo, come già accennai a vostro<br />

onore, e mi trovavo sopra un vascello, ossia una macchina formata di tavole,<br />

con una cinquantina di compagni, insieme ai quali avevo attraversato il mare».<br />

E qui gli descrissi alla meglio com'era fatto un bastimento e, aperto un<br />

fazzoletto, vi soffiai dentro per mostrargli come il vento poteva spingere le vele.<br />

Gli dissi poi che, in seguito a discordie scoppiate fra noi, ero stato abbandonato<br />

sulle coste dell'isola, e che camminavo a casaccio per addentrarmi nel paese,<br />

allorquando ero stato assalito dagli iahù, da cui egli stesso mi aveva liberato.<br />

Mi domandò allora chi aveva costruito il bastimento, e come mai gli<br />

houyhnhnms del mio paese l'avevano affidato agli iahù per guidarlo. Io risposi<br />

che non potevo spiegarmi su quel punto, anzi neppure seguitare il mio discorso,<br />

(32) È il titolo che si dà in Inghilterra, nella conversazione, ai lords.<br />

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