I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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29.05.2013 Views

e contenevano delle parole fondate sopra un alfabeto, più facile forse a essere fissato di quello cinese. Essi ripetevano spesso la parola iahù((30)), della quale però non potevo afferrare il senso, pure sforzandomi di capirla durante il loro colloquio. Quando ebbero finito, cominciai a gridare forte: iahù! iahù! imitando, come meglio potevo, i nitriti d'un cavallo. Essi parvero straordinariamente stupiti; poi il bigio pomellato sembrò volermi insegnare la retta pronunzia di codesta parola ripetendola due volte. Anch'io la ripetei dopo di lui, e pure restando lontano dalla perfezione dell'accento e della pronunzia, mi riuscì d'accostarmivi. Allora il baio tentò d'insegnarmi un'altra parola, molto più difficile a dire, che secondo l'ortografia nostra dovrebbe scriversi houyhnhnms(31). Il tentativo di impararla fu questa volta assai più penoso; ma dopo qualche prova feci un certo progresso; e i due cavalli sembrarono meravigliati della mia intelligenza. Dopo aver ancora parlato fra di loro, certo di cose che si riferivano a me, i due amici si separarono con lo stesso cerimonioso toccamento di zoccolo che avevo visto compier loro quando s'erano incontrati; poi il bigio mi fece cenno di precederlo. Pensai che la cosa migliore era d'accontentarlo, finché non avessi trovato una guida migliore. Ogni volta che rallentavo il passo, mi faceva: hhuun, hhuun! Compresi che cosa voleva dire, e alla meglio gli feci capire che non potevo andare oltre, perché ero stanchissimo. Allora l'animale si fermò gentilmente per concedermi un po' di riposo. (30) Nel testo yahoo: è il nome delle sozze bestie in sembianza quasi umana viste primieramente da Gulliver. (31) Riporto la parola secondo la grafia originale. Si pronuncia all'incirca: hauàinhnms. [Il dizionario Merriam Webster suggerisce invece: 'hwi-nəms, dove la “e” rovesciata indica la “vocale centrale media”, fra “e” ed “o”. – Aggiunta per l’edizione elettronica del Progetto Manuzio]. Le numerose aspirazioni tendono a riprodurre i suoni d'un nitrito di cavallo. È il nome della razza di cavalli sapienti che abita l'isola. 185

CAPITOLO II. L'autore è condotto dall'“houyhnhnm” a casa sua – Descrizione della casa e del modo in cui egli viene accolto – Come si nutre l'autore, e osservazioni da lui fatte sul genere di vita di quegli abitanti. Dopo circa tre miglia di strada arrivammo a una grande casa, molto bassa, tutta di legno, col tetto di paglia. Un po' rassicurato, tirai fuori di tasca qualcuna di quelle cianfrusaglie che i viaggiatori sogliono offrire ai selvaggi d'America e d'altri luoghi; con queste speravo d'essere ben accolto dagli abitanti di quella casa. Il cavallo mi cedette garbatamente il passo, ed io entrai in una grande sala col suolo di terra ben unita; lungo tutta una parete si stendevano una rastrelliera e una lettiera. V'erano là tre cavalli interi con due cavalle: nessuno di essi mangiava. Qualcuno stava seduto sui garretti posteriori, cosa novissima per me; gli altri sembravano intenti alle faccende domestiche: cosa ancor più stupefacente. Pure essi sembravano dei veri cavalli; e ciò mi confermò nell'idea che un popolo capace d'ammaestrare degli animali in tal guisa, doveva essere il più intelligente del globo. Per impedire ch'io fossi male accolto, il bigio pomellato entrò subito dietro a me e nitrì con tono di comando; gli altri gli risposero. Dietro a lui attraversai altre due sale terrene; poi, dopo avermi fatto cenno di aspettarlo, il mio conducente entrò in una quarta sala. Aspettando d'essere introdotto presso il padrone o la padrona di casa, preparai i miei regalucci, che consistevano in due temperini, tre braccialetti di perle false, uno specchietto e una collana di vetri. Sentii il cavallo nitrire tre volte, e porsi l'orecchio per cogliere il suono di qualche voce umana; ma non sentii altre voci che di cavalli, sebbene alcune di esse fossero modulate con accento più squillante di quelli della mia guida. Intanto pensai che il padrone di casa doveva essere un personaggio di molta importanza, poiché mi si faceva fare tanta anticamera; però non capivo come una persona di qualità si facesse servire da cavalli. Per un momento mi venne il dubbio che le mie disgrazie m'avessero fatto dar di volta al cervello. Guardai attentamente intorno a me, e vidi una sala ammobiliata press'a poco come la prima dov'ero entrato, salvo ch'era un po' più 186

e contenevano delle parole fondate sopra un alfabeto, più facile forse a essere<br />

fissato di quello cinese. Essi ripetevano spesso la parola iahù((30)), della quale<br />

però non potevo afferrare il senso, pure sforzandomi di capirla durante il loro<br />

colloquio. Quando ebbero finito, cominciai a gridare forte: iahù! iahù!<br />

imitando, come meglio potevo, i nitriti d'un cavallo. Essi parvero<br />

straordinariamente stupiti; poi il bigio pomellato sembrò volermi insegnare la<br />

retta pronunzia di codesta parola ripetendola due volte. Anch'io la ripetei dopo<br />

di lui, e pure restando lontano dalla perfezione dell'accento e della pronunzia,<br />

mi riuscì d'accostarmivi. Allora il baio tentò d'insegnarmi un'altra parola, molto<br />

più difficile a dire, che secondo l'ortografia nostra dovrebbe scriversi<br />

houyhnhnms(31). Il tentativo di impararla fu questa volta assai più penoso; ma<br />

dopo qualche prova feci un certo progresso; e i due cavalli sembrarono<br />

meravigliati della mia intelligenza.<br />

Dopo aver ancora parlato fra di loro, certo di cose che si riferivano a me, i<br />

due amici si separarono con lo stesso cerimonioso toccamento di zoccolo che<br />

avevo visto compier loro quando s'erano incontrati; poi il bigio mi fece cenno di<br />

precederlo. Pensai che la cosa migliore era d'accontentarlo, finché non avessi<br />

trovato una guida migliore. Ogni volta che rallentavo il passo, mi faceva:<br />

hhuun, hhuun! Compresi che cosa voleva dire, e alla meglio gli feci capire che<br />

non potevo andare oltre, perché ero stanchissimo. Allora l'animale si fermò<br />

gentilmente per concedermi un po' di riposo.<br />

(30) Nel testo yahoo: è il nome delle sozze bestie in sembianza quasi umana viste primieramente da<br />

Gulliver.<br />

(31) Riporto la parola secondo la grafia originale. Si pronuncia all'incirca: hauàinhnms. [Il dizionario<br />

Merriam Webster suggerisce invece: 'hwi-nəms, dove la “e” rovesciata indica la “vocale centrale media”,<br />

fra “e” ed “o”. – Aggiunta per l’edizione elettronica del Progetto Manuzio]. Le numerose aspirazioni<br />

tendono a riprodurre i suoni d'un nitrito di cavallo. È il nome della razza di cavalli sapienti che abita<br />

l'isola.<br />

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