I VIAGGI DI GULLIVER.pdf
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affetto familiare, che non sopravviveva mai alla seconda generazione. Divorati di continuo da smanie e desideri inappagabili, invidiavano sopra tutto i vizi dei giovani e la morte dei vecchi. Allo spettacolo di quelli s'affliggevano di non poterne godere anche loro; e quando assistevano a un mortorio maledicevano la propria sorte e rinfacciavano alla natura d'aver loro negato la speranza di soccombere, entrando nell'eterna quiete. Essi perdevano la memoria di qualunque avvenimento, o tutt'al più si ricordavano, e molto all'ingrosso, di ciò che avevano visto o imparato da bambini o da giovani. Ma per assodare i veri particolari d'un fatto era molto più prudente fidarsi della comune tradizione che della memoria degli Struldbrugs. Coloro che vaneggiavano e avevano perduto ogni ricordo erano ancora i meno infelici, perché eccitavano la generale compassione, ed erano esenti da quegli odiosi difetti che abbondavano negli altri Struldbrugs. «Allorché un immortale» aggiunse il mio interlocutore, «si sposa con una immortale, il matrimonio viene disciolto, per una legge dello stato, quando il più giovane dei due coniugi ha raggiunto gli 80 anni; già che si ritiene giusto che un disgraziato, costretto a campare, senza suo desiderio né colpa, per l'eternità, non debba anche per colmo di sventura vivere insieme a una donna egualmente immortale. «Giunti a quel limite d'età, essi sono considerati come morti civilmente, i loro averi passano agli eredi, e viene loro concessa una semplice pensione alimentare. I poveri sono mantenuti dal pubblico erario. È vietato loro d'occupare un posto di fiducia, d'esercitare una professione lucrativa, di comprare, di vendere, di concorrere alle aste; e la loro testimonianza non è ammessa nei tribunali civili né penali. «Quando arrivano a 90 anni, perdono i denti e i capelli; non sentendo più il gusto dei cibi, mangiano e bevono senza provar piacere. Le loro malattie si prolungano senza più aggravarsi né dar luogo a guarigione. Nel parlare, essi dimenticano i nomi dei più comuni oggetti e dei più intimi amici; non possono neppure dilettarsi dei libri, non ritenendo a memoria le prime parole d'un periodo fino alla fine del medesimo, e così anche quest'ultimo svago è loro vietato. Inoltre, essendo la lingua luggnagghiana molto proclive a cambiare, gli Struldbrugs nati ed educati in un secolo stentano a capire gli uomini nati nei secoli seguenti, e duecento anni dopo non possono più sostenere una conversazione coi propri bisnipoti, sicché si trovano sempre come stranieri nella loro patria stessa.» Questa è la descrizione, fedelmente riferita, degli immortali di quel paese, 175
quale mi fu fatta. Mi vennero quindi indicati cinque o sei di codesti esseri appartenenti a secoli diversi, i più giovani dei quali avevano appena duecento anni; ma per quanto fossi presentato loro come un gran viaggiatore, non pensarono neppure a rivolgermi qualche domanda; ma mi domandarono invece uno slumnskudask, ossia un piccolo ricordo; metafora trasparente per chiedere l'elemosina ed ingannare la legge che vieta la mendicità, già che essi sono mantenuti a spese del governo, per quanto assai economicamente, a dir vero. Gli Struldsbrugs sono in genere disprezzati e odiati: la loro nascita, ritenuta un cattivo presagio, è registrata con cura, di modo che consultando la pubblica anagrafe si può sapere la loro età; però quei registri non risalgono al di là dei mille anni, o che siano andati distrutti dopo quell'epoca per il logorio del tempo, o a causa delle politiche rivoluzioni. Ad ogni modo, quando si vuol sapere press'a poco la loro età, si domanda agli immortali di quali sovrani o uomini illustri essi si ricordino, e si può star certi che l'ultimo di codesti personaggi deve esser vissuto prima che l'immortale compisse gli ottant'anni. L'aspetto di codesti esseri era ripugnante, e le donne facevano ancor più schifo degli uomini. Alle naturali infermità della decrepitezza tutti costoro aggiungevano una cert'aria di spettri, tanto più spiccata quanto maggiore era il numero dei secoli che avevano vissuto; e l'effetto che ne derivava è indescrivibile. Fra cinque o sei di loro distinguevo facilmente i più anziani, anche se passava un solo secolo fra le rispettive età. Come il lettore può capire, tutto il mio entusiasmo per l'immortalità andò in fumo. Le elucubrazioni a cui mi ero abbandonato nei tempi passati sul programma d'una vita eterna in questo basso mondo mi parvero così sciocche, che arrivai a pensare non poter un tiranno inventare peggior tortura d'una tale interminabile esistenza. Il re, dopo aver saputo il colloquio da me avuto coi miei amici su codesto argomento, si degnò di scherzare benevolmente sul mio timore della morte, e mi consigliò di condurre meco in Inghilterra un paio di Struldbrugs per guarire i miei concittadini da quella paura. Ma non era possibile perché la legge vietava di far uscire gli immortali da Luggnagg; altrimenti avrei pensato io a esportarne qualcuno, magari a mie spese. Le leggi di quel paese circa gli immortali mi parvero, del resto, savissime e del tutto confacenti al caso. Senza di esse, l'avarizia di codesti esseri crescendo con l'età, come suole, li avrebbe resi padroni di tutti gli averi della nazione e di tutti i civili poteri; ciò che, data la loro incapacità, avrebbe finito col mandare il paese alla malora. 176
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Divorati di continuo da smanie e desideri inappagabili, invidiavano sopra<br />
tutto i vizi dei giovani e la morte dei vecchi. Allo spettacolo di quelli<br />
s'affliggevano di non poterne godere anche loro; e quando assistevano a un<br />
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negato la speranza di soccombere, entrando nell'eterna quiete.<br />
Essi perdevano la memoria di qualunque avvenimento, o tutt'al più si<br />
ricordavano, e molto all'ingrosso, di ciò che avevano visto o imparato da<br />
bambini o da giovani. Ma per assodare i veri particolari d'un fatto era molto più<br />
prudente fidarsi della comune tradizione che della memoria degli Struldbrugs.<br />
Coloro che vaneggiavano e avevano perduto ogni ricordo erano ancora i<br />
meno infelici, perché eccitavano la generale compassione, ed erano esenti da<br />
quegli odiosi difetti che abbondavano negli altri Struldbrugs.<br />
«Allorché un immortale» aggiunse il mio interlocutore, «si sposa con una<br />
immortale, il matrimonio viene disciolto, per una legge dello stato, quando il<br />
più giovane dei due coniugi ha raggiunto gli 80 anni; già che si ritiene giusto<br />
che un disgraziato, costretto a campare, senza suo desiderio né colpa, per<br />
l'eternità, non debba anche per colmo di sventura vivere insieme a una donna<br />
egualmente immortale.<br />
«Giunti a quel limite d'età, essi sono considerati come morti civilmente, i<br />
loro averi passano agli eredi, e viene loro concessa una semplice pensione<br />
alimentare. I poveri sono mantenuti dal pubblico erario. È vietato loro<br />
d'occupare un posto di fiducia, d'esercitare una professione lucrativa, di<br />
comprare, di vendere, di concorrere alle aste; e la loro testimonianza non è<br />
ammessa nei tribunali civili né penali.<br />
«Quando arrivano a 90 anni, perdono i denti e i capelli; non sentendo più il<br />
gusto dei cibi, mangiano e bevono senza provar piacere. Le loro malattie si<br />
prolungano senza più aggravarsi né dar luogo a guarigione. Nel parlare, essi<br />
dimenticano i nomi dei più comuni oggetti e dei più intimi amici; non possono<br />
neppure dilettarsi dei libri, non ritenendo a memoria le prime parole d'un<br />
periodo fino alla fine del medesimo, e così anche quest'ultimo svago è loro<br />
vietato. Inoltre, essendo la lingua luggnagghiana molto proclive a cambiare, gli<br />
Struldbrugs nati ed educati in un secolo stentano a capire gli uomini nati nei<br />
secoli seguenti, e duecento anni dopo non possono più sostenere una<br />
conversazione coi propri bisnipoti, sicché si trovano sempre come stranieri<br />
nella loro patria stessa.»<br />
Questa è la descrizione, fedelmente riferita, degli immortali di quel paese,<br />
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