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codesti immortali alla corte; giacché, qualora ve ne fossero stati, li avrei<br />
riconosciuti alla prima per la gloriosa impronta che dovevano portare in fronte.<br />
«Come mai, aggiunsi, un re tanto savio non sceglie costoro pel ministero e pel<br />
suo consiglio privato? Forse la rigida virtù di codesti vecchioni non andrebbe<br />
d'accordo con la corruttela dei cortigiani? Comunque, ne parlerò a sua maestà e,<br />
gradisca oppur no il mio consiglio, accetterò l'offerta di restare in questo paese,<br />
se non altro per poter trascorrere il resto della mia vita in compagnia degli<br />
immortali; purché si degnino di tollerare la mia».<br />
Il mio interlocutore che, come ho detto, capiva benissimo la lingua di<br />
Balnibarbi, mi guardava con un sorrisetto che rivelava tutta la sua compassione<br />
per la mia ignoranza. Poi, dopo avermi detto che la mia intenzione di restare a<br />
Luggnagg gli faceva molto piacere, mi chiese il permesso di poter riferire al<br />
resto della compagnia le mie parole. Mentre ei traduceva, nessuno degli altri<br />
presenti diede a conoscere l'impressione che riportavano dal mio discorso;<br />
soltanto parlarono a lungo fra loro, ma io non capii una parola.<br />
Infine il primo interlocutore mi disse molto garbatamente che le mie<br />
opportune riflessioni sui privilegi dell'immortalità erano piaciute a tutti i suoi<br />
amici; ma ch'essi desideravano sapere che cosa avrei fatto e quale sarebbe stato<br />
il programma della mia vita qualora fossi nato Struldbrug.<br />
Risposi che il tema si prestava anche troppo all'eloquenza, soprattutto per un<br />
carattere come il mio, che si compiaceva di continuo di fantasticare su quello<br />
che avrei fatto qualora fossi stato re, condottiero d'eserciti o ministro di stato.<br />
Quanto all'immortalità, avevo talora pensato al da farsi nel caso che avessi<br />
potuto vivere eternamente; e poi che mi veniva domandato, avrei fatto<br />
volentieri sfoggio della mia fantasia.<br />
Se dunque – dissi – fossi nato Struldbrug, non appena avessi compreso il<br />
mio privilegio e il divario che passa tra la vita e la morte, avrei anzi tutto tentato<br />
ogni mezzo per diventare ricco; e a forza d'economia e di prudenza speravo di<br />
potere, dopo un duecento anni, godere d'una discreta agiatezza. Fin dalla<br />
gioventù poi mi sarei dato allo studio, nella speranza di diventare il più dotto<br />
uomo dell'universo; avrei accuratamente preso l'appunto di tutti i grandi fatti,<br />
avrei osservato con cura il succedersi di tutti i sovrani e dei ministri,<br />
confrontandone l'opera e facendovi sopra le opportune riflessioni; avrei tenuto<br />
conto via via di tutti i cambiamenti della moda e della lingua, e di quelli dei<br />
costumi, delle leggi, delle convenienze, persino dei piaceri. Così sarei diventato<br />
un vero emporio vivente di conoscenze e di saggezza, il vero oracolo della<br />
nazione.<br />
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