I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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29.05.2013 Views

numero al seguito della corte per affari pubblici o privati, o per interessi delle loro città o corporazioni. I laputiani li trattano dall'alto in basso perché non hanno la loro scienza; ma le dame di qualità scelgono fra costoro i loro cicisbei. Ciò che più urta è la sicurezza che godono nei loro intrighi, perché i mariti sono tanto assorti nelle loro geometriche speculazioni, che ci si può prender qualsiasi confidenza con le loro mogli in loro presenza senza che se ne accorgano, purché abbiano una penna in mano e non siano accompagnati dal battitore con la sua vescica. Codesta isola è deliziosissima, e donne e fanciulle vi conducono una vita agiata e magnifica; pure non vi stanno volentieri, perché non basta loro andare e venire per l'isola e fare il loro comodo, ma si struggono di scendere in terra ferma e godere i piaceri della capitale, dove invece non possono recarsi senza il permesso del re; né è facile che l'ottengano, perché i mariti si sono accorti quanto sia poi difficile farle tornare a Laputa. Mi raccontarono che una grande dama di corte, moglie del primo ministro, il più bell'uomo del regno e il più ricco e che l'amava con passione, ottenne il permesso di andare a Lagado con la scusa della salute; e là restò nascosta parecchi mesi, finché i birri mandati dal re non la trovarono in un albergaccio, in uno stato da far pietà, priva perfino dei suoi abiti che aveva venduto per mantenere un lacchè vecchio e brutto, che la picchiava tutti i giorni. Strappata per forza a quella indecorosa compagnia e restituita al marito, il quale la trattò con ogni bontà e amorevolezza e non le fece neppure un rimprovero, poco dopo essa scappò di nuovo con tutti i suoi gioielli per andare a ritrovare quel mascalzone; e non se ne seppe più nulla. Questa storia sembrerà forse al lettore molto europea e magari inglese, ma d'altra parte i capricci del sesso femminino non sono propri di una sola parte del mondo e di un solo clima, ed hanno maggiore uniformità di quanto si creda. Dopo un mese ero così progredito nella loro lingua da poter rispondere a quasi tutte le domande del re, quando avevo l'onore di essere ammesso alla sua presenza. Sua maestà non mostrò il più piccolo desiderio di conoscere la storia, le leggi, la politica, la religione o i costumi dei paesi dov'ero stato, ma si contentò d'informarsi dei progressi che in ciascuno di essi aveva fatto la matematica, accogliendo del resto le mie risposte con molta indifferenza e disattenzione, nonostante che i battitori lo facessero riscuotere ogni tanto. 139

CAPITOLO III. Un prodigio della fisica e dell'astronomia moderna – Grandi progressi dei laputani in fatto d'astronomia – Come quel sovrano reprime le rivoluzioni. Dietro mia richiesta il re mi accordò cortesemente il permesso di vedere le curiosità dell'isola, accompagnato dal mio precettore. Ero curioso specialmente di scoprire il segreto, naturale o artificiale, degli svariati movimenti di quell'isola. Eccone la descrizione esatta e scientifica. L'isola volante, o natante, è rotonda, ha un diametro di settemila ottocento trentasette yards, ossia circa quattro miglia e mezzo, e perciò una superficie di circa diecimila acri. Il fondo dell'isola, ossia la superficie inferiore che si vede guardando dal basso, consiste in un immenso disco di diamante, grosso circa duecento yards, sopra cui si succedono, nell'ordine consueto, gli strati dei diversi altri minerali, finché uno strato di terra vegetale, profonda dieci o dodici piedi, ricopre tutto. La superficie superiore è un po' inclinata dall'orlo verso il centro, sicché la pioggia e la rugiada scorrono verso la parte centrale dove si scaricano in quattro grandi bacini, ciascuno dei quali gira circa mezzo miglio e dista duecento passi dal centro. L'evaporazione solare impedisce a quell'acqua di traboccare; inoltre, potendo il re alzare l'isola sopra la regione delle nuvole e dei vapori, egli può sottrarsi alla caduta della pioggia e delle rugiade; giacché tutti gli scienziati sanno che le nuvole non sono mai più alte di due miglia, almeno in quel paese. L'isola porta nel suo centro un pozzo largo circa quaranta yards per cui gli astronomi scendono in una grande caverna fatta a volta, chiamata Flandona Gagnole ossia caverna degli astronomi, posta alla profondità di cento yards entro la massa del diamante. Venti lampade vi stanno sempre accese, spandendo luce da ogni parte per il riflesso del diamante. Le pareti sono adorne di sestanti, quadranti, telescopi, astrolabi ed altri strumenti astronomici; ma l'oggetto più curioso, a cui è affidata la stessa esistenza dell'isola, è un ago calamitato d'enorme grandezza tagliato in forma di una spola da tessitore. Esso è lungo sei yards e misura almeno tre yards nel punto di maggior larghezza. Codesta calamita è attraversata nel mezzo da un grosso perno di diamante su cui essa gira, e tutto ciò è costruito così esattamente che la mano di un fanciullo può fare agire l'apparecchio. La pietra è contenuta in un cerchio vuoto di diamante profondo quattro piedi e molto grosso, di dodici 140

CAPITOLO III.<br />

Un prodigio della fisica e dell'astronomia moderna – Grandi progressi dei<br />

laputani in fatto d'astronomia – Come quel sovrano reprime le rivoluzioni.<br />

Dietro mia richiesta il re mi accordò cortesemente il permesso di vedere le<br />

curiosità dell'isola, accompagnato dal mio precettore. Ero curioso specialmente<br />

di scoprire il segreto, naturale o artificiale, degli svariati movimenti di<br />

quell'isola. Eccone la descrizione esatta e scientifica.<br />

L'isola volante, o natante, è rotonda, ha un diametro di settemila ottocento<br />

trentasette yards, ossia circa quattro miglia e mezzo, e perciò una superficie di<br />

circa diecimila acri. Il fondo dell'isola, ossia la superficie inferiore che si vede<br />

guardando dal basso, consiste in un immenso disco di diamante, grosso circa<br />

duecento yards, sopra cui si succedono, nell'ordine consueto, gli strati dei<br />

diversi altri minerali, finché uno strato di terra vegetale, profonda dieci o dodici<br />

piedi, ricopre tutto. La superficie superiore è un po' inclinata dall'orlo verso il<br />

centro, sicché la pioggia e la rugiada scorrono verso la parte centrale dove si<br />

scaricano in quattro grandi bacini, ciascuno dei quali gira circa mezzo miglio e<br />

dista duecento passi dal centro. L'evaporazione solare impedisce a quell'acqua<br />

di traboccare; inoltre, potendo il re alzare l'isola sopra la regione delle nuvole e<br />

dei vapori, egli può sottrarsi alla caduta della pioggia e delle rugiade; giacché<br />

tutti gli scienziati sanno che le nuvole non sono mai più alte di due miglia,<br />

almeno in quel paese. L'isola porta nel suo centro un pozzo largo circa quaranta<br />

yards per cui gli astronomi scendono in una grande caverna fatta a volta,<br />

chiamata Flandona Gagnole ossia caverna degli astronomi, posta alla<br />

profondità di cento yards entro la massa del diamante. Venti lampade vi stanno<br />

sempre accese, spandendo luce da ogni parte per il riflesso del diamante. Le<br />

pareti sono adorne di sestanti, quadranti, telescopi, astrolabi ed altri strumenti<br />

astronomici; ma l'oggetto più curioso, a cui è affidata la stessa esistenza<br />

dell'isola, è un ago calamitato d'enorme grandezza tagliato in forma di una spola<br />

da tessitore. Esso è lungo sei yards e misura almeno tre yards nel punto di<br />

maggior larghezza. Codesta calamita è attraversata nel mezzo da un grosso<br />

perno di diamante su cui essa gira, e tutto ciò è costruito così esattamente che la<br />

mano di un fanciullo può fare agire l'apparecchio. La pietra è contenuta in un<br />

cerchio vuoto di diamante profondo quattro piedi e molto grosso, di dodici<br />

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