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I VIAGGI DI GULLIVER.pdf

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Per fortuna il capitano, Tommaso Wilcocks, dello Shropshire, uomo<br />

d'ingegno e di cuore, accortosi che non mi reggevo dalla debolezza, mi fece<br />

entrare nella sua cabina e mi mise a letto, consigliandomi di prendere il<br />

necessario riposo.<br />

Prima d'addormentarmi gli dissi che nella cassetta c'erano dei mobili di<br />

valore: una bella amaca, un letto da campagna, due seggiole, una tavola e un<br />

armadio; che le pareti d'essa erano imbottite di stoffe di seta e di balle di<br />

cotone; e che se egli avesse fatto portare la scatola nella sua cabina, gli avrei<br />

mostrato io stesso codesti mobili. Il capitano, sentendomi proporre tale<br />

assurdità, mi credé uscito di cervello, ma per contentarmi rispose che avrebbe<br />

dato gli ordini opportuni. Infatti, tornato sul ponte, mandò alcuni marinai a<br />

visitare la cassetta, da cui furono tirati fuori, come seppi poi, tutti i miei effetti.<br />

Essi tolsero anche l'imbottitura dalle pareti; ma per la loro ignoranza rovinarono<br />

tutti i mobili avvitati, sforzandosi di strapparli. Portarono via anche varie tavole<br />

ed assi per trarne partito sul bastimento, e quando ebbero preso tutto ciò che<br />

giudicarono buono a qualcosa, fecero affondare la carcassa rimasta: il che riuscì<br />

loro facile, perché tutte le pareti della scatola erano ormai sfondate. Meno male<br />

ch'io non ero presente mentre si faceva strazio così della mia casa; altrimenti ne<br />

avrei sofferto molto, perché essa mi ricordava tante cose ch'era meglio, ormai,<br />

dimenticare.<br />

Il mio sonno durò parecchie ore, sempre conturbato dalle visioni del paese<br />

che avevo lasciato e del pericolo che avevo scampato; tuttavia, allo svegliarmi,<br />

mi sentivo abbastanza bene. Erano le otto di sera e il capitano, credendo che<br />

fossi digiuno da vari giorni, mi fece portare subito da mangiare. Egli mi trattò<br />

molto riguardosamente, e osservò che il mio aspetto era normale, i miei<br />

ragionamenti erano coerenti.<br />

Quando restammo soli, mi pregò di raccontargli i miei viaggi, e dirgli per<br />

quale avventura ero stato abbandonato alle onde dell'oceano entro quella grossa<br />

cassa. Verso il mezzogiorno, mi disse, egli stesso guardando col suo<br />

cannocchiale l'aveva scoperta da lontano, scambiandola per una barchetta; tanto<br />

che aveva pensato d'accostarlesi per chiedere del biscotto, di cui aveva penuria.<br />

Con la vicinanza però, riconosciuto l'errore, aveva mandato una scialuppa per<br />

vedere di che cosa si trattava; ma i suoi marinai erano tornati indietro<br />

spaventati, riferendogli d'aver trovato una casa galleggiante. Allora, dopo avere<br />

riso di tale timore, era sceso egli stesso nel battello, facendo prendere ai suoi<br />

uomini anche una grossa corda. Giunti vicino alla cassa, con un mare<br />

tranquillissimo, vi avevano girato attorno parecchie volte, osservando le finestre<br />

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