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CASTELVETRO PIACENTINO<br />
TRATTORIA SECONDO BARACCHINO<br />
Indirizzo: Via Riviera Po Mezzano Chitantolo, 5 - Castelvetro Piacent<strong>in</strong>o<br />
In sa<strong>la</strong>: Luigi Calc<strong>in</strong>a<br />
In cuc<strong>in</strong>a: Roberta Sav<strong>in</strong>i<br />
Telefono: 0523 823560<br />
Orari di apertura: mezzogiorno e sera<br />
Giorno di chiusura: lunedì e martedì<br />
Periodo di ferie: dal 20 dicembre al 10 gennaio e <strong>la</strong> prima settimana di<br />
settembre<br />
Numero di coperti: 60 all’<strong>in</strong>terno e 150 all’aperto<br />
Prezzo medio di un pasto (v<strong>in</strong>i esclusi): euro 20<br />
Carte di credito: solo Bancomat<br />
I piatti del<strong>la</strong> tradizione piacent<strong>in</strong>a: ambol<strong>in</strong>a, pescegatto, anguil<strong>la</strong>, pesce<br />
persico, rane, salumi tipici piacent<strong>in</strong>i, torta fritta, pisarei e faso’ , tortelli<br />
di erbette, costata di cavallo ai ferri, brasato di as<strong>in</strong>a con polenta, lumache<br />
con i funghi, crostate fatte <strong>in</strong> casa, torta paradiso, zabaione, dolci al<br />
cucchiaio fatti <strong>in</strong> casa.<br />
Lungo le rive del Po si trovano da tempo immemorabile i cosiddetti<br />
“baracch<strong>in</strong>i”. Un tempo erano vere e proprie baracche di fortuna; ci si<br />
poteva fermare e mangiare un boccone che, <strong>in</strong> genere, consisteva <strong>in</strong> pesce<br />
appena pescato e cuc<strong>in</strong>ato al momento. La trattoria Secondo Baracch<strong>in</strong>o<br />
nacque così; ovviamente si è evoluta - qui si possono trovare diverse<br />
pietanze del<strong>la</strong> tradizione piacent<strong>in</strong>a oltre al pesce di Po - e si è <strong>in</strong>grandita,<br />
ma ha mantenuto quel suo aspetto un po’ improvvisato, essenziale,<br />
disadorno. E comunque, visto il consueto affol<strong>la</strong>mento, questo aspetto<br />
piace; piace il poter stare <strong>in</strong> riva al Po a sentire il fr<strong>in</strong>ire delle cicale e <strong>la</strong><br />
fragranza del pesce di fiume fresco.<br />
Il consiglio di Luigi Calc<strong>in</strong>a<br />
«In questa zona, a cavallo tra Piacenza e Cremona, è tradizione fare le<br />
lumache <strong>in</strong> umido. Si prepara il c<strong>la</strong>ssico soffritto con carote, cipolle,<br />
sedano, aglio ed altri odori, poi si sfuma con un po’ di v<strong>in</strong>o, si aggiungono<br />
pe<strong>la</strong>ti e brodo; noi mettiamo anche un po’ di funghi porc<strong>in</strong>i. Quando<br />
l’umido è pronto si uniscono le lumache, spurgate e pulite, ma bisogna<br />
essere nel<strong>la</strong> stagione giusta».<br />
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